Ciao Power. Vorrei replicare a questo tuo sfogo contro il politically correct con due argomentazioni:
1) Citare dei casi per definire una categoria è perfettamente inutile al dialogo. Sono le persone a fare la differenza, non le ideologie. Quindi esattamente come per tutte le altre persone sulla terra ci sono testimoni onesti e disonesti, buoni e meno buoni, amorevoli e non, in buona fede e scorretti. Noi ci accorgiamo e sottolineiamo le azioni scorrette che vengono compiute da testimoni, i testimoni sembrano invece notare e ricordare solo quelle corrette, amorevoli, eclatanti. Quindi sono i singoli casi ad essere uno diverso dall'altro e non possiamo dare ragione o torto a qualcuno avendo sentito una sola campana suonare.
C'è un'infinità di sfumature dell'anima che vanno perse nel racconto. Facciamo i due casi:
versione a) un testimone è un infame, e discrimina i genitori o chi per essi per puro gusto di farlo, di vendicarsi dell'essere una persona repressa e controllata mentalmente, un automa che sa ubbidire e decide di seguire pedissequamente le regole della WTS (fra cui l'ostracismo perenne e coatto), che le capisca e condivida o no.
versione b) un testimone, sinceramente convinto e consapevole di ciò che sta facendo, pur notando alcune lacune nella propria religione decide che è comunque positiva per la propria vita e che lo condurrà alla salvezza, che questa sia la sola via da seguire, che gli permetterà di scampare ad una fine del mondo imminente e catastrofica. Vedere un parente o una persona cara disassociata gli spezza il cuore perché è convinto che tale persona si sia persa dietro a falsi insegnamenti e che verrà distrutta, e mentre lui varcherà le porte del nuovo mondo tale persona subirà il giudizio della falce di Cristo fra i capri. Questo pensiero lo turba profondamente e reagisce nel solo modo che conosce, cerca di farlo redimere con l'amorevole provvedimento della disassociazione, con cui la persona riflette sulle priorità della propria vita e ha la possibilità di capire quello che ha perso, l'approvazione divina.
E' tentato di parlare ed amare il disassociato con lo stesso sentimento che lo muoveva in precedenza ma pensa che per il proprio e l'altrui bene la cosa migliore da fare sia seguire i consigli dello schiavo fedele e discreto che provvede cibo a suo tempo.
Nei rari momenti di debolezza in cui la corazza cristiana cede e si associa con il disassociato, quest'ultimo mette a repentaglio la sua spiritualità e quella della sua famiglia con insegnamenti "apostati", colpendolo sull'elmo della fede. In questo caso il testimone si convince che la cosa migliore da fare sia quella di seguire le linee guida della propria amorevole congregazione che sa cosa sia meglio per lui, e spera che il peccatore possa ravvedersi. Da solo.
Questi sono i due casi agli antipodi, in mezzo ci possono essere migliaia di casi. Incomprensioni, incompatiilità di carattere, storie precedenti e passate, rancori, dissapori, magari solo sincero amore male indirizzato.
Questo è quanto: cercare di capire perché se io vedo nero un'altro può vedere bianco. Solo cercando di capire gli altri possiamo capire meglio anche noi stessi. E per conoscere, e magari dare un giudizio come viene naturale fare, bisogna avere gli elementi per esaminare appieno la situazione e non appoggiare qualcuno per partito preso. Questo ho imparato, uscendo dalla WTS.
2) tante volte è l'amore, non la logica, che permette al nostro interlocutore di ascoltare e capire cosa stiamo cercando di dirgli.
Avevo un'altra riflessione ma l'alzheimer incombe,
quando mi viene in mente magari la scrivo...
Ciao, spero che non te la prenda
dD
dai diamanti non nasce niente...