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Crissimo Ario_72

Gesù Cristo, pur esistendo nella forma di Dio (Filippesi 2,6) e pur possedendo tutte le cose del Padre (Giovanni 16,23 e 17,10), non considerò la sua uguaglianza con Dio come qualche cosa da afferrare e da trattenere in modo rapace. In altre parole, pur essendo figlio e pur possedendo sia la dignità regale che la natura divina, non diede la scalata al trono del Padre né volle conservare la sua uguaglianza col Padre in modo geloso. Per salvarci umiliò se stesso (1 Timoteo 2,5), assunse la natura umana (Giovanni 1,14) e si rese ubbidiente fino alla morte in croce (Filippesi 2,7-8).



Fu pertanto limitato da un corpo e sulla terra fu sottomesso:

*al Padre (Giovanni 14,28; Giovanni 20,17; Efesini 1,17);

*ai genitori (Luca 2,51);

*alla debolezza umana (Giovanni 14,28; Matteo 26,37; Giovanni 11,33);

*alla tentazione ma non al peccato (Matteo 4,1; 2 Corinzi 5,21; Ebrei 4,15);

*all'ignoranza (Marco 13,32);

*agli angeli (Ebrei 2,7);

*alla morte (Filippesi 2,8).



Dopo la resurrezione Cristo:

*è sottomesso al Padre (Giovanni 20,17; Romani 15,6; 1 Corinzi 11,3; Efesini 1,17);

*farà atto di sottomissione al Padre alla fine dei tempi (1 Corinzi 15,28).



Nella nuova Gerusalemme però la sottomissione finirà:

*Gesù Cristo non si siederà più alla destra di Dio....

*ma sullo stesso trono di Dio: il trono di Dio e dell'Agnello (Apocalisse 22,1 e 22,3).




[Modificato da domingo7 04/04/2009 19:57]