Ma la mia famiglia è un insieme di persone distinte. Questo paragone è un colabrodo, perché può essere usato egregiamente per difendere una dottrina triteista, ma non è questa la dottrina di Nicea.
Non vedo cosa c'entri il fatto che i miei genitori sono persone distinte col fulcro della mia argomentazione. Infatti, che i miei genitori siano unop o due, questo non toglie il fatto che la mia umanità me l'abbiano data loro, ergo che io l'abbia ricevuta da qualcun altro. Quello che è chiesto è perché mai il ricevere qualcosa da qualcun altro implicherebbe che io possiedo quella cosa meno di colui che me l'ha donata. Infatti, che i miei genitori siano uno o due, non cambia in nulla in fatto che io sia debitore del mio essere e della mia umanità a loro. Ma il fatto che io debba la mia umanità a loro, implica forse che sono meno umano di loro? E perché mai? Allo stesso modo non vedo proprio perché il dire che il verbo ha ricevuto tutto il suo essere dal Padre implicherebbe che sia meno Dio del Padre. Il Verbo riceve la sua deità dal Padre, ma perché dovrebbe essere meno Dio di lui?
"Verbo e Spirito vanno visti come degli incaricati, come delle persone incaricate da lui per fare le cose, o se preferisci come degli strumenti"
Dovresti dirmi che cosa intendi con strumenti. Perché mai Dio infatti avrebbe bisogno di "strumenti", e di mediatori?
Inoltre, se anche fossero degli incaricati, in che senso lo sono? Dio li ha incaricati di creare a tuo avviso, ma poi loro che parte hanno avuto nella creazione? La Bibbia dire che fu Dio a creare, e se il Verbo è colui che ha creato, che l'abbia fatto per incarico di qualcuno o meno, è comunque lui il creatore. Fare venire all'esistenza le cose, chiamdole dal nulla, è precisamente la definizione di onnipotenza, perché puoi far sì che dal nulla venga qualsiasi cosa. Se il verbo ha fatto questo, allora è onnipotente, e non può esserci altro onnipotente se non Dio, ergo il Verbo è Dio come il Padre.
Inoltre c’è veramente da trasecolare leggendo che tu credi di aver mostrato l’erroneità della dottrina ortodossa perché hai ravvisato che gli stessi attribuiti di Cristo spesso vengono dati ai credenti, e ti chiedi gli ortodossi non vogliano arrivare a sostenere che anche la Chiesa diverrà Dio. In realtà è esattamente così: la dottrina ortodossa insegna la deificazione dei credenti in Cristo. Tutti i passi che citi a questo proposito sono già compresi in quello che insegna la Chiesa, e non sminuiscono di una virgola la Trinità. Infatti la dottrina trinitaria insegna che il destino dell’uomo è essere deificato, ma insegna che questo è possibile perché la deificazione avviene in Cristo. C’è una differenza tra il Verbo e i credenti nel senso che la loro deificazione, mentre nel caso di Cristo è inerente alla sua essenza, nel caso dei credenti è possibile solo perché la Chiesa è il corpo di Cristo, e dunque mediante l’adesione a Cristo, che è colui che ricapitola in sé tutta la creazione.
La Chiesa infatti parla di deificazione dell’uomo, ma se si legge Giovanni si capisce che Gesù è su un’altro piano, è infatti il perno, il ponte tra Dio e l’uomo, che nella Sua unione ipostatica tra umano e divino rende possibile questo riconciliazione dell’uomo a Dio e questa glorificazione finale dell’uomo. Infatti sta scritto che Cristo e il Padre “sono una cosa sola”, mentre riguardo ai discepoli Gesù prega il Padre dicendo “siano essi IN NOI una cosa sola”(Gv 17,20), vale a dire che la divinizzazione dell’uomo passa per una superiore unità trascendente tra Cristo e il Padre. Anzi, il fatto che gli uomini potranno partecipare alla natura divina è possibile grazie all'adesione al
Corpo Mistico di Cristo solo in quanto il Cristo è vero Dio e vero uomo, e per questo può unire i due poli. L'uomo non potrà mai divenire Dio aderendo a Cristo se Cristo non è Dio, perché non potrebbe operare alcuna riconciliazione cosmica tra i due poli della relazione teandrica (Dio e l'uomo). Come dice Atanasio: Dio s'è fatto uomo perché l'uomo potesse diventare DIo.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 07/04/2009 20:31]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)