00 03/08/2007 21:58
Cara mia,. Noto un particolare. Quando ti torvi in difficoltà con le argomentazioni cominci anche tu a fare le stesse cose che fanno gli altri. Ossia citare pedestremente senza un minimo di ragionamento personale gli scritti degli altri.
Ti dico subito che queste sono obiezioni vecchie e ormai superate da tempo. Ti consiglio di trovare qualcosa di nuovo perché sinceramente mi sono un po’ stancato delle solite ‘scoperte’ ritrite.

Cominciamo.


3. Mentre era a casa di un ufficiale dell’esercito romano e della sua famiglia, l’apostolo Pietro disse che Gesù era stato unto da Dio “con spirito santo e potenza”. (Atti 10:38) Poco dopo “lo spirito santo cadde” sui componenti della famiglia dell’ufficiale. Il racconto spiega che molti si meravigliarono “perché il gratuito dono dello spirito santo era versato anche su persone delle nazioni”. (Atti 10:44, 45) Pure in questo caso i termini usati non sono compatibili con l’idea che lo spirito santo sia una persona.



Non ho infatti detto che la Bibbia presenta lo Spirito Santo in più forme? Esistono sia dei versetti in cui lo Spirito Santo è presentato come forza, sia altri in cui è chiaramente manifestato come Persona. Quelli da te citati sono i versetti in cui viene presentato come forza.


Nella Bibbia non è strano personificare delle cose o dei concetti astratti, come ad esempio la sapienza, il discernimento, il peccato, la morte e l’immeritata benignità. (Proverbi 8:1–9:6; Romani 5:14, 17, 21; 6:12) Gesù stesso disse: “Che la sapienza sia giusta è provato da tutti i suoi figli”, o dai buoni risultati che produce. (Luca 7:35) Ovviamente la sapienza non è una persona con dei figli letterali. Allo stesso modo lo spirito santo non è una persona solo perché in alcuni passi viene personificato.



Già. Peccato che di solito questo succeda quando si stanno fgià acendo dei discorsi propriamente metaforici. I Proverbi ad esempio usano delle metafore. Dire che la sapienza chiama e che il discernimento alza la voce sono riferimenti metaforici perché appunto il libro di Proverbi è in libro che mediante delle metafore da degli insegnamenti (infatti si chiama ‘proverbi’ perché è una raccolta di proverbi; non è quindi strano che le cose vengano metaforizzate!).
In Romano 5:14 il vocabolo ‘regnò’ è usato in senso metaforico riguardo alla morte onde indicare che nulla sarebbe sfuggito dal suo controllo. C’è un motivo quindi nell’uso di questa metafora.

Quando in Atti, che tratta una narrazione cronologica di avvenimenti (e quindi non è un libro di metafore come Proverbi), viene detto ‘lo Spirito disse’, quel ‘disse’ quale insegnamento impartiva a chi legge? Nulla! Non c'è quindi nesun motivo nell'uso di una tale metafora.
Infatti si sta parlando degli apostoli che discutono fra loro e a un certo punto lo Spirito interviene parlando! Perché usare una metafora in un contesto dove si stanno descrivendo delle precise azioni cronologiche?

Inoltre non mi spiego come sia possibile che lo Spirito abbia un nome. Potrebbe anche andarmi il bene il discorso delle metaforizzazione delle cose, (sebbene faccio molta fatica a farcelo entrare nel libro degli Atti dove lo Spirito interviene attivamente come Persona), ma l’amore, la sapienza, il discernimento, ecc, non hanno un nome. Lo Spirito invece sì. E guarda caso, è lo stesso nome del Padre e del Figlio (Matteo 28:19-20).

Ma pensa un po’ che coincidenza. Che la dottrina trinitaria forse non sia così extrabiblica come la si vuole far passare?
[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 03/08/2007 22:00]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico