Scritto da: =Marcuccio= 17/04/2007 13.12
Forse ti stupirà: ci sono certi "numeri" che mi piacciono!.. che sta al posto numero 4 e si esprime con la quarta parola della prima frase... be-midbar...
Ogni bene
Marcu
Bemidbar = Numeri
"Il Signore parlò a Moshe
nel deserto di Sinai..."
---------------------------------------------
Ieri sera un utente del forum mi ha rivolto una domanda in ordine a cosa avevo scritto sulla creazione e gli angeli. Difatti avevo riportato come dal racconto della Genesi, Dio è colto in diverse attività umanissime: lavora e si riposa, passeggia nell'Eden, si rattrista, chiede alla corte celeste consiglio nel creare l'uomo...
Mi è stato chiesto dunque:
"Quali passi delle Sacre Scritture affermano ciò?" Ovvero, che Dio si consultò con la Sua corte celeste?
Premessa. L'ebraismo non è ovviamente un Libro Sacro. La Torah(Scritta e Orale) è ammaestramento; quella scritta è l'autorevole appunto che rimanda necessariamente alla tradizione orale. Senza tradizione orale, il testo scritto è
illegibile perchè privo di vocali e punteggiatura. Lo scritto è il corpo, ma la tradizione orale è l'anima. Nel testo, sovente compaiono in forma stringata, allusiva e per accenni, idee, opinioni e credenze che gli ebrei hanno condiviso e si sono tramandandati di generazione in generazione oralmente.
Illustro un breve esempio tratto dal Nuovo Testamento, per rendere più chiaro il concetto.
"Accostiamoci dunque con piena fiducia al
trono della grazia, per ricevere
misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno"(
Ebrei 4:16)
Per tentare di comprendere il riferimento al trono a cui l'autore fa riferimento, potrebbe venirci in aiuto la tradizione orale. In questo passo ad esempio, si può riconoscere il motivo dei diversi
troni di Dio che troviamo attestato fin dalle prime opere rabbiniche, ben radicato nella cultura giudaica. Una delle più conosciute rappresentazioni di Dio nella tradizione popolare ebraica è quella secondo la quale Dio siede su
due troni, che corrispondono a due attributi diversi, quella della Giustizia (e del giudizio) e quello molto forte della
Misericordia(rachamìm). Il
trono del Giudizio richiede la punizione dell'uomo per le sue colpe, sapendo che questo è per il suo bene e per quello degli altri, ma quello della
Compassione invita Dio alla
Misericordia, alla grazia,e al perdono per le fragili creature umane che egli ama come figli.
Diceva Rabbì Yehudà in nome di Rav: "Dodici ore ci sono nel giorno;nelle prime tre il Santo,benedetto sia,si dedica alla Torah;nella seconde tre giudica tutto il mondo e quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e siede su quello della Misericordia...." (b'Avodà zarà 3b).
Così accade ovviamente anche per tutta la Bibbia Ebraica. I rimandi alla tradizione popolare giudaica sono costanti. Tuttavia, alcune di queste tradizioni sono andate perdute per sempre, e questo spiega perchè accostandoci al testo alcuni passi ci risultano espressi in una forma che noi oggi diremo "oscura" e di "difficile interpretazione".
Esempio concluso.
Torno all'oggetto della richiesta :-)
La
Bibbia Ebraica a cura di Rav Dario Disegni (Pentateuco e Haftaroth) Giuntina, così riporta in una
nota a fine pagina, riguardo al versetto
Genesi 1,26: Dio disse poi: "Facciamo un uomo a immagine nostra, a nostra somiglianza;"
Nota: L'uso del plurale per il singolare è frequente. Anche in italiano non è raro che un solo individuo accingendosi a dire e a scrivere qualche cosa si esprima al plurale anche non maiestatis.
C'è anche chi pensa che la parola di Dio sia rivolta alle gerarchie angeliche create precedentemente.
Questo ultima interpretazione è stata accolta da tempo dalla tradizione ebraica. Dio aveva messo un particolare impegno di provvidenza e sapienza nel creare l'uomo e che si fosse rivolto agli angeli con quella famosa frase lo aveva già detto il Targum Yerushalmi 1. Dio non fu considerato solo soletto nei cieli, l'orientale si compiaceva di rendere piena ed affollata la corte celeste, poichè quanto più sfarzosa era la corte del Monarca e più numeroso il suo seguito tanto maggiore era l'ammirazione che Egli destava. Una corte con Dio Re e un esercito di ministri attorno lui si trova già descritta nella Bibbia Ebraica ( 1Re 22,19 - Isaia 6, 1 e sgg - Giobbe 1,6 ) e gli angeli si trovano frequentemente ricordati nelle narrazioni come servi dell'Altissimo (Vedi Salmo 102, 20-21)
Così, prima di creare l'uomo, Dio si sarebbe rivolto alla corte celeste, interpellandola: "Dio disse poi: Facciamo un uomo a immagine nostra, a nostra somiglianza".
Assecondando interpretazioni simili, sene deduce che l'uomo dunque fu fatto a immagine e somiglianza di Dio e degli angeli. Un commento rabbinico (Chag. 16a) ammette che gli
essere umani hanno una triplice
parentela con gli
angeli:"Hanno la conoscenza, come gli angeli del divino ministero; hanno stazione eretta come gli angeli del divino ministero; parlano la lingua sacra (cioè l'ebraico) come gli angeli del divino ministero".
Ma in Cielo dunque le
schiere angeliche si diedero
battaglia riguardo all'uomo. Quando Dio domandò "Voi volete che facciamo l'uomo secondo la nostra forma?" quelli risposero: "Padrone del Mondo, che cos'è l'uomo perché tu gli ponga attenzione – domandarono con il
Salmo 144 – che cos'è l'essere umano perché tu ne tenga conto?"
In
Bereshit Rabbà VIII, 5 ( una raccolta di insegnamenti omiletici) è scritto che
Rabbì Shimon diceva: Quando il Santo, benedetto egli sia, si accinse a creare l'uomo, gli angeli del servizio divino si divisero in schiere. Alcuni dicevano "Si crei" altri dicevano "Non si crei", e
Rav Hunàh aggiunse così mentre gli angeli erano occupati a discutere l'Onnipotente… si rivolge a loro ed esclama: "Di che cosa discutete? L'uomo è già stato creato!".
Nei
Pirké De Rabbì Eliezer, è riportato un diverso midrash, in esso, Dio si consultava con la
Torah, che costituisce, secondo la tradizione, lo
strumento della creazione divina del mondo.
Forse non tutti sono a conoscenza che lo stesso inizio del Vangelo di Giovanni "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio" è la trasformazione in senso "cristologico" di un midrash antichissismo che vedeva la
Torah/
Sapienza preesistente alla creazione del mondo accanto a Dio, sua
compagna e sua
consigliera nell'opera della creazione. Essa è il
progetto divino che L'Altissimo consulta allo stesso modo di un architetto che, si appresta a creare. La Toràh è dunque identificata con la Sapienza divina che esisteva in una dimensione cosmica ben oltre quella del Sinai e della rivelazione umana: “Dio guardò nella Toràh per creare il mondo” poichè della Torah è detto "Dio mi ha creato all'inizio della sua via".(
Prov. 8, 22)
Questi alcuni dei commenti e intepretazioni ebraiche riguardo l'opera della creazione, e la consultazione divina richiesta alle opere del Cielo (Torah e angeli).
Shalom!
Topsy