00 14/08/2007 20:20
Polymetisha scritto:

E dove hai letto che vuol dire solo palo semplice e mai nulla di intersecato? Il significato di “croce” è attestato una moltitudine di volte, e te lo sto dicendo da grecista. Basta aprire il Rocci o il Montanari per accertarsene (mai sentito parlare ad esempio della condanna alla lettera tau nel "Giudizio delle voceli" di Luciano di Samosata, dove la satira è per l’appunto giocata sul fatto che la tau viene crocifissa a se stessa, cioè allo stauros a forma di tau?). Ricorda che c’è chi conosce le parole greche perché traduce questa lingua da quando ha 14 anni, e non perché legge gli specchietti riassuntivi su “Ragioniamo” pieni di errori e citazioni manipolate. Prima di parlare di greco bisognerebbe conoscere la lingua in questione.

A proposito di Liciano di Samosata, ecco cosa si legge nel sito Infotdgeova:

Luciano di Samosata (nato nel 120 d.C.) era un noto oratore/avvocato e autore di scritti satirici. In uno di questi, intitolato il Giudizio delle Vocali, nel capitolo 12, mette in ridicolo l'eccesso di studio stilistico tipico dell'epoca: si tratta di un processo della lettera Sigma contro il Tau (lettere dell'alfabeto greco ovviamente), accusato di "appropriazione indebita" di parole nel dialetto attico. I giudici nel processo erano le sette vocali dell'alfabeto greco: l'accusa rivolta al Tau era quella di essere stato prepotente nei riguardi del povero sigma, del quale aveva tentato di usurpare il posto in varie parole (talatta per talassa, Prattein per Prassein e altre). Quale sarà, si domanda Luciano, la giusta punizione del colpevole Tau? Quella egli pensa, indicata dalla forma stessa della lettera, cioè il supplizio della croce, che specifica con la parola "stauròs". Da ciò si può dedurre che "stauròs" indicava (anche) un attrezzo molto simile al Tau ma soprattutto che nel nel 165 d.C. era di comune accezione indicare la croce con il termine "stauròs".

Nella sua tragedia Prometeo o Il Causaso, Luciano di Samosata mette in scena un dialogo tra Mercurio e Vulcano, i quali, parlando della punizione che spetta al Titano Prometeo, dicono che egli sarà crocifisso alle rocce del Caucaso:

«Mercurio. Ecco, o Vulcano, il Caucaso, dove dobbiamo inchiodare questo sventurato Titano. Andiamo guardando se v'è qualche rupe acconcia, qualche balza nuda di neve, per fermarvi salde le catene, e sospenderlo alla vista di tutti.
Vulcano. Andiam guardando, o Mercurio: non conviene crocifiggerlo in luogo basso e vicino alla terra, ché gli uomini da lui formati verrebbero ad aiutarlo: né troppo in cima, ché non sarìa veduto da quei di giù. Se ti pare, qui è una giusta altezza, su questo precipizio potrà esser crocifisso: stenderà una mano a questa rupe, ed un'altra a questa dirimpetto.
Mercurio. Ben dici: queste rocce son brulle, inaccessibili da ogni parte, ed alquanto pendenti; e nella rupe c'è appena questo poco di sporto, dove poggiare le punte de' piedi: per croce non troveremmo di meglio. Non indugiamo, o Prometeo: monta, ed accónciati ad essere affisso al monte».

Non ci possono essere dubbi che per crocifissione si intende in questo scritto che la vittima (Prometeo) sarebbe stata fissata alla rupe con le braccia distese in senso orizzontale.
NOTA: Nel testo originale, al posto di croce troviamo “stauros”, al posto di crocifiggere “anastauroo”.

www.infotdgeova.it/dottrine/croce.php

Achille