00 23/02/2007 20:56
Stessa notizia viene riportata anche qui:

Fonte:
www.la7.it/news/textnews/dettaglio.asp?id=36045&cat=1


Roma 23/02/2007 16:36
CASSAZIONE: MEDICO PUO' IMPORRE TRASFUSIONE SE SALVA VITA
Roma, 23 feb. (Apcom) - Il medico può disporre una trasfusione di sangue che sia indispensabile per impedire la morte del pazienze, anche se la stessa trasfusione era stata rifiutata dal paziente quando ancora non in pericolo di vita. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4211 del 21 febbraio 2007, che ha respinto il ricorso di un testimone di Geova che aveva rifiutato, dopo il ricovero, la trasfusione, praticatagli solo più tardi, durante l'intervento, per una sopraggiunta complicazione che rischiava di fargli perdere la vita. I giudici della terza sezione sono intervenuti con grande prudenza su una materia delicatissima. Non hanno preso una posizione ben precisa circa la soluzione del problema "rifiuto alle cure", ma si sono limitati a valutare il comportamento dell'equipe dell'ospedale di Trento che hanno giudicato legittimo e incensurabile. Tanto più che la trasfusione era stata fatta quando il paziente era già sotto anestesia e il chirurgo aveva sentito il Procuratore della Repubblica prima di procedere. L'uomo aveva subito denunciato i medici e chiesto il risarcimento del danno morale, biologico e patrimoniale. La domanda era stata respinta dal Tribunale di Trento. La Corte d'Appello aveva confermato la decisione di primo grado. Ecco allora che la causa è approdata in Cassazione. Secondo il paziente i medici avrebbero potuto essere più tempestivi nell'intervenire con altre terapie senza dover necessariamente ricorrere alla trasfusione. Ma, secondo i giudici di legittimità che hanno sposato le pronunce di merito, le attività dell'equipe medica era stata assolutamente irreprensibile. "La motivazione della Corte d'Appello", ha messo nero su bianco il Collegio, "si fonda su argomenti congrui e logici, non conformi alle credenze della comunità religiosa d'appartenenza del paziente, ma certo aderenti ad un diffuso sentire in questo tempo di così vivo ed ampio dibattito sui problemi esistenziali della vita e della morte, delle terapie e del dolore (si consideri ad esempio che nei vari disegni di legge sul testamento biologico, contenente cioè la anticipate direttive di un soggetto sano con riguardo alle terapie consentite in caso si trovi in stato di incoscienza, spesso è previsto che tali prescrizioni non siano vincolanti per il medico, che può decidere di non rispettarle motivando le sue ragioni nella cartella clinica). Insomma - spiegano i giudici del Palazzaccio - delle varie situazioni configurabili nell'attuale vivace dibattito sul tema drammatico della morte, situazioni da tenere ben distinte per evitare sovrapposizioni fuorvianti (accanimento terapeutico, rifiuto di cure, testamento biologico, suicidio assistito), il tema in esame riguarda il rifiuto alle cure; ma non nel senso di statuire sulla legittimità del diritto di rifiutare - nel caso dei testimoni di Geova - le trasfusioni di sangue anche se ciò determina la morte, ma, più limitatamente, di accertare la legittimità del comportamento dei sanitari che hanno praticato la trasfusione nel ragionevole convincimento che il primitivo rifiuto del paziente non fosse più valido e operante".



Ciao [SM=x570892]

Bruno
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