L'"Adige" ha pubblicato oggi la mia lettera.
La mia lettera originale era stata scritta così:
Egregio Direttore,
A proposito del rifiuto delle trasfusioni da parte dei testimoni di Geova (TdG) di cui si è parlato oggi nel Suo Quotidiano, mi preme sottolineare come tale loro posizione, che coinvolge non solo gli adulti ma anche i loro figli minorenni, derivi da un’interpretazione letterale e fondamentalista di alcuni passi biblici con i quali in origine si cercava di inculcare il principio della sacralità della vita. Il sangue, infatti, era ritenuto la sede della vita, dell’”anima”. Nutrirsi di sangue equivaleva quindi ad appropriarsi indebitamente di qualcosa (la vita) che appartiene solo a Dio. Nel loro estremistico letteralismo i TdG stravolgono del tutto il senso insito nella proibizione biblica, giungendo al punto di mostrare più rispetto per un simbolo (il sangue) che per la realtà da esso rappresentata (la vita).
Basandosi sugli stessi “criteri esegetici” i TdG per diversi anni proibirono le vaccinazioni ed i trapianti, fino a che il loro Corpo Direttivo (CD) non cambiò idea, concedendo agli adepti di avvalersi di tali terapie. Anche in merito al veto assoluto delle trasfusioni di sangue – al quale tutti i TdG devono sottostare,
pena l’esclusione dal gruppo, con conseguente ostracismo da parte di tutta la comunità, parenti e familiari compresi – sono stati apportati nel corso degli anni vari cambiamenti: attualmente i TdG possono avvalersi di alcuni emoderivati, concessione alquanto contraddittoria, in quanto, secondo il CD “il sangue, una volta uscito dal corpo deve essere versato a terra come l’acqua”, e che a nessun TdG è consentito donare il sangue. Tuttavia è loro consentito utilizzare delle frazioni di sangue ricavate da sangue che è stato
donato,
conservato e
lavorato (da altri).
Non mi meraviglierei affatto se, come è avvenuto in numerose altre occasioni, anche in merito a questa proibizione il CD apportasse delle modifiche, concedendo agli adepti l’utilizzo del sangue in casi di emergenza. Nell’attesa di questi augurabili cambiamenti nell’interpretazione biblica, vi saranno persone che continueranno a rischiare la vita e anche a morire, come avveniva un tempo, quando vaccinazioni e trapianti erano ritenuti dal CD pratiche “contrarie alla legge di Dio”.
Per quanto riguarda infine il ricorso alle metodiche alternative, è bene sottolineare come in molti casi tali alternative non esistano: «
In caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta» (Ruggero Rocchi, direttore sanitario pro-tempore dell’Azienda ospedaliera di Melegnano).
Per chi volesse saperne di più, suggerisco la consultazione di questa pagina web:
www.infotdgeova.it/trasfusioni1.htm
Augurandomi che questa mia lettera possa trovare spazio nel Suo Quotidiano, come modesto contributo all'informazione, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti
Achille Lorenzi
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Hanno tagliato qualcosa - come il riferimento al fatto che chi accetta una trasfusione veine a trovarsi estromesso dal gruppo - ma comunque è apprrezzabile che abbiano concesso spazio a tale mio intervento e che abbiano anche riportato la segnalazione della pagina del sito su TdG e sangue.
Saluti
Achille