Faccio anch’io alcune precisazioni al testo di Mario col quale concordo in gran parte:
“Già lo scrittore di 2 pietro 3:15,16 considerava ispirate le lettere di Paolo:”
Non è esatto, egli dice che nelle lettere di Paolo ci sono cose difficili da comprendere. Ma la categoria dell’ispirazione non è presente nel testo che citi, sicuramente egli le considerava didattiche, importanti, ortodosse, ma da qui a ispirate ce ne passa. Inoltre sebbene consideri istruttive le lettere di Paolo non ci dice quali siano, è questo che tenne il canone aperto fino al IV secolo, cercare di stabilire sia gli autori sia l’ispirazione tra le lettere che circolavano. Ad esempio la lettera di Giacomo è entrata nel canone verso il 350, quella agli Ebrei avrà un riconoscimento universale anche più tardi, verso il 380.
“Verso il 170 fu compilato il più antico catalogo conosciuto dei libri del "Nuovo Testamento", il cosiddetto Frammento Muratoriano, che elenca quasi tutti i libri che fanno parte oggi delle Scritture Greche Cristiane.”
E pure degli altri che oggi sono considerati apocrifi.
“Giustino Martire (morto nel 165 E.V. ca.), nel suo Dialogo con Trifone (XLIX), usa l'espressione "è scritto" nel citare Matteo, così come fanno i Vangeli stessi quando citano le Scritture Ebraiche.”
Quest’argomento è stato di recente criticato perché s’è visto che nei Padri venivano introdotti con gegraptai anche gli apocrifi.
“Origene, verso il 230 E.V., accettava fra le Scritture ispirate i libri di Ebrei e Giacomo, entrambi mancanti nel Frammento Muratoriano.”
In primis la questione come s’è già ricordato non è cosa facessero i singoli ma cosa facesse l’ecumene cristiana, perché appunto di questo si parla: la transizione dai libri accettati solo a livello provinciale dalle singole ecclesiae sino all’accettazione in tutto l’impero, con comunque sfasature tra Oriente e Occidente. E’ Origine stesso che ci fa una lista dei libri accettati ovunque e invece una lista di quelli discussi e accettati solo da qualcuno. Quelli ritenuti ispirati ubique et ab omnibus sarebbero (i 4 vangeli, le 13 lettere paoline, At, 1 Pt, 1 Gv e Ap), gli scritti discussi (2 Pt, 2 e 3 Gv, Ebr e Gc)
“Greche era riconosciuta, e solo qualcuno dubitava delle epistole meno note e fin qui nessun concilio si tenne per fissare quale fosse il canone autentico.”
Ciò è ovvio, per la banale ragione che non era sentito come un problema che le singole comunità non avessero gli stessi libri, la fonte dell’ortodossia non era in primis la Scrittura ma la Traditio. I Concili stessi poi non arrivano per inventare ma per confermare dogmaticamente un accordo cui è già giusta la Chiesa.
“In questo periodo non era molto avvertito il bisogno di definire quali scritti fossero ispirati e quali no, questa necessità fu invece avvertita verso la metà del II secolo quando cominciarono a circolare strane idee
sulla figura del Cristo da parte degli gnostici con a capo Marcione, Montano e Valentino.”
Lo gnosticismo veramente inizia anche prima. Inoltre l’apporto dell’eresia nella formazione del canone come “spinta” è stato ridimensionato dagli ultimi studi su Marcione.
“qui Atanasio, Girolamo e Agostino accettarono le conclusioni degli elenchi precedenti, includendo nel canone gli stessi 27 libri che abbiamo ora.”
Il problema è che non c’è nessun elenco precedente ad Atanasio che riporti tutti e soli i 27 libri del NT, manca sempre qualcosa.
“potremmo dire che la storia del canone non è altro che una presa di coscienza delle chiese cristiane nei riguardi della loro fede.”
Una presa di coscienza svoltasi in seno alla Chiesa nell’arco di tre secoli ove uno dei criteri per stabilire l’ortodossia di uno scritto era appunto il confronto con la Traditio universale.
“gli autori degli scritti neotestamentari avevano un autorità indiscussa in quanto gia nel primo secolo compilarono quei libri, e cominciarono a circolare nella comunità cristiana primitiva la quale gia li considerava ispirati.”
No. Di solito le testimonianze che attribuiscono gli scritti a questo o quell’apostolo sono di fine II secolo, cioè quando si comincia a ritenere che ci siano solo 4 Vangeli, mentre il resto del canone dovrà attendere. Inoltre non c’è una comunità cristiana che li considerava ispirati bensì le singole Chiese che consideravano ispirato questo o quel Vangelo, magari composto per loro o per gente della stessa area, e queste comunità non si davano reciprocamente delle eretiche per la semplice ragione che il Vangelo di x piuttosto che di y era solo un complemento all’insegnamento, ciò che raggruppava nella famiglia cristiana e rendeva possibile definirsi cristiani era l’essere legati ad un vescovo che trasmettesse l’insegnamento degli apostoli.
“cioè i fedeli organicamente considerati e illuminati dallo Spirito, e non la gerarchia cattolica romana, considerava già di fatto come libri sacri. “
Che banalità In primis la Chiesa non è la gerarchia cattolica romana ma la gerarchia dell’ecumene, e sono proprio questi vescovi che nel corso dei secoli hanno deciso quali fossero i libri canonici. Inoltre il “considerava già di fatto libri sacri” vorrei proprio sapere dove stia prima del III/IV secolo, epoche in cui nessuno si sognerebbe di dubitare che la Chiesa fosse già gerarchizzata, visto che lo era già nel I secolo (vedasi Ignazio). Come già detto è irrilevante se da una lista di inizio III secolo manchino 3 o 7 libri per raggiungere il fatidico ventisette, resta il fatto che se volete il NT così come lo avete adesso con tutti e soli i libri dovete attendere il IV secolo. Se volete dirmi a quale comunità di quale secolo precedente vorreste appellarvi potrò subito dirvi quali libri buttar fuori dal canone. Ciò ci fa inoltre capire che il criterio per cosa sia cristiana e cosa no non è l’astratto e astorico sola Scriptura, perché il Nuovo Testamento è un prodotto tardo della Chiesa, e nei secoli precedenti la voce dell’ortodossia era la Traditio, non era possibile un confronto con quest’idolo chiamato “Nuovo Testamento”, con questo e solo questo, perché non c’era.
“Loro consideravano *solo* il canone come ispirato da Dio e si attennero solo a questo, al contrario della gerarchia papale che ebbe necessità della tradizione extra canonica chiamata "magistero ecclesiastico" per avvalorare le deviazioni nei vari periodi storici seguenti. “
Sciocchezze, tutti i Padri della Chiesa citati erano ben consapevoli dell’imprescindibilità della traditio apostolica, che poi è stata la fonte per sapere a chi attribuire gli scritti neotestamentari. Agostino stesso dice che non crederebbe a quei libri se non ci fosse la Chiesa a garantirgli che sono davvero ispirati, proprio perché la Chiesa universale uniformò i particolarismi locali. Cerchiamo di discutere da filologi (o almeno chi può farlo lo faccia), senza sparare cliché del più becero fondamentalismo protestante defunto da 50 anni tra gli studiosi di qualunque professione. Lasciamo gli adoratori della lettera e dell’idolo dei 27, convinti che la Bibbia sia caduta rilegata dal cielo e non prodotta da dinamiche ecclesiali, ai loro sogni. Chi è capace di trovarmi un sostenitore del Sola Scriptura prima del IV secolo venga da me affinché lo possa proporre per una laurea honoris causa, giacché tale persona non esiste.
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)