Scritto da: ballodasola 28/12/2006 17.36
Per Achille:
se prima avevo qualche dubbio,ora,vista la risposta di mneme,sono certa che la domanda è anche più seria del previsto.
ciao
bds
E da quando tu hai dei dubbi?
Non mi pare che la risposta di mnemeiois abbia rivelato qualcosa che già non fosse noto alla comunità scientifica. Nonostante le sue incertezze il metodo di datazione del C14 è accettato come sostanzialmente valido e attendibile dagli scienziati di tutto il mondo.
Che vi sia la possibilità di errori in tale metodo è ammesso dagli studiosi; che tali errori inficino la validità di tutte le datazioni del reperti preistorici, moltissimi dei quali risalgono a ben oltre il 4026 a.C,. è del tutto fuori discussione.
Siccome sono quasi certo che tu non abbia letto la pagina del sito in cui parlo di questo metodo di datazione, te ne trascrivo qui la parte relativa, così che tu possa avere un'idea più approfondita dell'argomento:
...
Per sostenere che il Diluvio è avvenuto nel 2370 a.C., oltre che gli storici — secondo i quali le più antiche civiltà precedono di secoli tale data — i Testimoni devono sfidare anche le datazioni archeologiche e geologiche che si basano su metodi scientifici, come il metodo del radiocarbonio: «Questo metodo si basa sul fatto che il carbonio 14 (C14), un isotopo radioattivo del carbonio, rappresenta una piccola proporzione del carbonio dell’atmosfera, dei fiumi, dei laghi e degli oceani e quindi di tutti gli esseri viventi. Fintanto che un organismo rimane in vita, la proporzione di carbonio radioattivo rimane costante. Ma quando un organismo muore non riceve più nuovo radiocarbonio 14, così che il rapporto tra il carbonio 14 e quello non radioattivo (C12 e C13) diminuisce gradualmente, col degradare del carbonio radioattivo in azoto. Occorrono 5.700 anni perché il carbonio 14, presente in ogni essere vivente, si dimezzi diventando azoto, poi altri 5.700 per la metà del rimanente e così via. Stabilendo la percentuale di carbonio radioattivo che rimane nei resti animali o vegetali e confrontandola con quella che si trova negli organismi viventi, gli scienziati possono stabilire da quanto tempo il carbonio 14 è andato decadendo e, quindi, da quanto tempo l’organismo in questione è morto».[nota 14]
Teoricamente questo metodo dovrebbe permettere di stabilire con notevole precisione l’età di un reperto. Esistono tuttavia alcuni fattori che complicano il procedimento e rendono il metodo meno affidabile di quanto si possa pensare. La prima difficoltà consiste nel fatto che la quantità di radiocarbonio presente in qualsiasi oggetto è talmente piccola che gli attuali strumenti non riescono a calcolarla in maniera assolutamente esatta. Gli scienziati devono procedere a un certo numero di misurazioni per ciascun oggetto e poi fare una media dei risultati; la datazione che si ottiene è quindi soltanto probabile, non certa. Per questo motivo le datazioni del carbonio 14 vengono in genere scritte con l’aggiunta di un fattore "più o meno", che rappresenta la deviazione standard dalla media ottenuta. Per esempio, se un campione viene datato 1425 a.C. ± 75, questo significa che vi sono due probabilità su tre che l’oggetto in questione abbia un’età compresa tra il 1350 e il 1500. Se si raddoppia la deviazione standard fornita assieme alla datazione, le probabilità che l’oggetto rientri in quell’arco di tempo salgono a più di nove su dieci.
Un altro problema legato a questo metodo di datazione riguarda il fatto che l’ammontare della concentrazione di C14 nell’atmosfera non è rimasto costante nel corso delle varie epoche. Possono anche avvenire delle contaminazioni con carbonio più recente, sia sul posto (per esempio da infiltrazioni d’acqua o intrusioni di radici di piante più recenti) sia durante gli scavi, per lo spostamento subìto, o durante la lavorazione del campione.[nota 15]
Comunque, grazie a delle verifiche incrociate — cronologia basata sugli anelli degli alberi, datazioni della termoluminescenza e oggetti datati con documentazione certa — è stato dimostrato che per gli ultimi 1200 anni il margine di errore per le datazioni al C14
è inferiore al due per cento.[16]
L’errore aumenta per il materiale più antico, come fa notare anche la Watch Tower: «[Si è scoperto] che la velocità con cui il carbonio radioattivo si forma nell’atmosfera non è rimasta costante nel tempo, e che questo metodo non è attendibile se si datano oggetti anteriori al 2000 a.E.V. circa». (Libro "Creazione", p. 97).
Per gli oggetti datati 3000 e 4000 a. C., in effetti, la differenza tra le datazioni col C14 e quelle con gli anelli degli alberi arriva a
ottocento, mille anni. Ma anche un simile margine di errore non consente di spostare tutti gli insediamenti più antichi a dopo il 2370, anno in cui, secondo i TdG, sarebbe avvenuto il Diluvio. Per esempio i più antichi strati di Gerico sono stati datati con il radiocarbonio al 6250 e 5850 circa a.C., mentre gli strati più bassi di Çatal Hüyük e Hacilar, in Anatolia, hanno avuto datazioni rispettivamente al 6385 ± 101 e 5614 ± 92.
Quello che poi la Watch Tower dimentica di precisare è che per l’era precristiana le datazioni al C14 — come è stato dimostrato con la prova degli anelli degli alberi — tendono a risultare troppo recenti e mai troppo antiche! Ciò significa che un oggetto datato al 3.500 a.C. (circa) con il metodo del radiocarbonio, in realtà risale al 4.300 A.C. (circa). Pertanto, l’errore nella datazione al C14
aumenta anziché risolvere i problemi legati alla cronologia dei TdG.
Note:
[14]
Antichi astronauti, p.54, 55. «Questa tecnica, sviluppata nel 1947 dal chimico statunitense Willard F. Libby e dai suoi colleghi dell’università di Chicago, è spesso utile per risolvere problemi cronologici in archeologia, antropologia, oceanografia, pedologia, climatologia, e geologia recente. Attraverso l’attività metabolica, il livello di carbonio-14 in un organismo vivente si mantiene pari a quello presente nell’atmosfera o nelle parti dinamiche della Terra, come l’oceano. Dopo la morte dell’organismo, il carbonio-14 comincia a decadere con tasso di decadimento noto, senza che sia possibile una reintegrazione di carbonio dall’atmosfera. Una misura del livello di carbonio consente quindi un calcolo dell’età dei resti; tuttavia il rapido decadimento del carbonio fa sì che l’applicazione di questo metodo sia limitata alla datazione di oggetti di circa 50.000 anni, benché
con tecniche moderne e sofisticate sia a volte possibile estendere l’intervallo di tempo a circa 70.000 anni; l’incertezza aumenta tuttavia con l’età del campione. Nel 1962 il tempo di dimezzamento del radiocarbonio è stato ridefinito da 5570 ± 30 anni a 5730 ± 40 anni, cosicché alcune date determinate in precedenza necessitano di correzione; inoltre, per tener conto della radioattività recentemente introdotta nell’atmosfera, le date al radiocarbonio vengono calcolate con riferimento all’anno 1950».
Enciclopedia Microsoft Encarta, 1993-1997 Microsoft Corporation.
[15] «Tra i fattori di incertezza che possono portare a errori nella definizione di una scala temporale, il problema più serio consiste nella contaminazione successiva di un campione, che può essere causata da percolazione di acque, da incorporazione di carbonio più giovane o più antico, e dalla contaminazione sul campo o in laboratorio causata dagli stessi ricercatori» (
Enciclopedia Microsoft Encarta).
[16] Bailey L.R.,
Where Is Noah’s Ark?, 1978, Abingdon, Nashville, pp.72,73.
Tratto da:
www.infotdgeova.it/diluvio.htm
Si ammettono delle incertezze nella datazione dei reperti, ma tali incertezze non permettono di rifiutare in blocco tutti quei reperti che laboratori di tutto il mondo hanno classificato come molto più antichi di quanto consente la "cronologia" dei TdG.
Questo rifiuto di tale metodo di datazione è il classico atteggiamento dei fondamentalisti quando si trovano di fronte a delle evidenze che contrastano con le loro opinioni:
devono negare.
Pensa che avendo lo stesso atteggiamento di rifiuto moltissimi "cristiani fondamentalisti" non credono che l'Universo abbia miliardi di anni: secondo loro anche i metodi di datazione dell'universo non sono attendibili, dato che "la Bibbia" insegnerebbe che
la Terra è stata creata fra i 6.000 e i 10.000 anni fa.
I TdG non sono così fondamentalisti come questi creazionisti, ma hanno comunque lo stesso atteggiamento di rifiuto/negazione di tutto ciò che contrasta con la loro
interpretazione della Bibbia.
Ma la
negazione da sola non basta a
dimostrare che una cosa è sbagliata: bisogna presentare delle
prove convincenti,
prove che vadano ben al di là di
qualche caso in cui è stato commesso un errore di datazione;
prove che sottoposte all'esame critico di scienziati ed esperti in materia risultino convincenti;
prove che non consistano ovviamente in qualcosa del tipo "Ma la Bibbia dice che...".
Il fatto che la comunità scientifica nel suo insieme ritenga valido ed attendibile il metodo di datazione al C14 dimostra che tali prove non sono state ancora presentate.
Saluti
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 28/12/2006 19.42]