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Nel XV° secolo quando un autore parlava di “frottola” si riferiva principalmente a due cose: un componimento poetico di origine popolare, con metro vario e senza uno schema fisso di rime, costituito da un insieme di pensieri e fatti bizzarri, senza nesso tra loro; un componimento musicale a quattro voci di origine popolaresca. Oggi, a cinque secoli di distanza, una “frottola” è una bugia.
Quindi, stando ai meravigliosi canoni esegetici utilizzati dalla Società Torre di Guardia per ciò che concerne il termine stauros, se oggi qualcuno dicesse che la medesima società stampa sulle proprie pubblicazioni un sacco di frottole, se ne dovrebbe dedurre che gli opuscoletti editi da questa sono pieni di versi e partiture. Ora, è noto che in effetti non poche sono le “frottole” che appaiono sulle pubblicazioni della summenzionata società, allora mi chiedo: dove sono le rime e le partiture?

[Modificato da Trianello 08/05/2006 18.06]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)