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Leggenda sui Troll
LA STORIA DEI TROLL

Lassù, nel Grande Nord, dove le tempeste invernali si scatenano con violenza contro le coste battute dai venti e dall'Oceano Artico, c'e un paese stretto e lungo. Oggi questo paese è coperto di neve e di ghiacci soltanto d'inverno, ma tanto, tanto tempo fa una pesante coltre di ghiacci lo copri per qualche millennio. Quando il clima cominciò a cambiare e i ghiacci a poco a poco si ritirarono verso nord, uomini che vivevano a sud dei ghiacci li seguirono nella loro ritirata, presero possesso del paese, lo chiamarono Norvegia e assunsero il nome di Norvegesi. Scoprirono un paese molto bello e credettero di esserne i primi abitanti, ma non passò molto, prima di scoprire che il paese era gia abitato da un gran numero di creature strane che avevano dimora nei luoghi più strani.

Nelle montagne, e di queste ce n'erano proprio tante, abitavano i troll. II loro capo era Dovregubben. Alcuni troll erano giganteschi, mentre altri potevano essere abbastanza piccoli, ma tutti erano molto vecchi. Li si poteva vedere soltanto la notte o al crepuscolo perché queste creature non sopportavano la luce del sole. Se non riuscivano a rientrare nella montagna prima del sorgere del sole, o scoppiavano o venivano pietrificati. I troll somigliavano agli uomini, ma avevano soltanto quattro dita per mano e quattro dita per piede. Inoltre avevano un naso lungo lungo, tanto che le troll spesso lo usavano per girare la minestra nella pentola; erano pelosi e ispidi, e avevano tutti una coda che ricordava quella delle mucche.

Anche se avevano un aspetto che faceva spavento, spesso erano benigni e creduloni e poteva succedere che alcuni contadinotti li potevano imbrogliare bene bene. Tra le tante doti soprannaturali che avevano, c'era anche quella che permetteva loro di assumere forme completamente diverse da quelle loro abituali. Succedeva che le troll si trasformassero in giovani donne incredibilmente belle. Queste venivano chiamate "huldre", quasi che fossero delle ninfe, e riuscivano perfino a attirare più di un cacciatore e qualche contadinotto un po' ingenuo e a portarselo dentro la montagna. Quello che contava, allora, era cercare di vedere le "huldre" da dietro, perché il di dietro, che era simile a quello di una mucca, quello non lo potevano proprio nascondere. Capitava anche che i troll riuscissero a "incantare" delle belle pastorelle, portandole e tenendole prigioniere nella montagna, e capitava che non molte di loro riuscissero a uscire più dalla montagna.

I piccoli dei troll mettevano in alto, ovviamente, gli scherzi più incredibili, che facevano andare i vecchi troll terribilmente in collera. Si trattava allora di "tenersi in buoni termini" con i troll e con gli abitanti del regno sotterraneo. Si cercò di non irritarli, perché, se no, si potevano vendicare facendo ammalare il bestiame o facendolo morire. Se invece si riusciva ad avere dei buoni rapporti con loro, le mucche allora potevano fare molto latte, mettersi bene in carne e stare bene. Era per questo che ogni anno alla vigilia di Natale si metteva spesso nel fienile una ciotola piena di porridge, che veniva regolarmente mangiata fino in fondo.

Ancora oggi come oggi alcuni sostengono di potere intravedere i troll che vagano per le foreste e per i campi. Vale quindi sempre la pena essere molto prudenti quando ci si muove nella natura, specialmente quando comincia a fare buio. Non si sa mai che cosa si può nascondere la fuori o in che cosa ci si possa imbattere.



In Italia, i Troll sono i folletti, ossia piccoli Silvani che abitano nelle vallate di montagna. [SM=g27823]


)Mefisto(