00 30/01/2006 09:58
Ma la felicità non è il criterio giusto
Caro MPA
Credo alla tua sincerità nel dire che sei un TG felice. Come credo ai motivi di felicità che hai elencato nel tuo post.

Ma per me sbagli nel porre la felicità come criterio di verità e motivo di tranquillità .

Riflettiamo insieme.

Dio non ci chiama nella sua vigna per essere felici ma per collaborare al suo progetto, che può costarsi fatica e lacrime, e la cui felicità è rimandata all'aldilà. I profeti (e ogni cristiano è un "profeta"=colui che parla per Dio) se la sono passata male.

Il Manzoni, ottimo teologo, finisce appunto il suo romanzo dicendo che non si sta al mondo per star bene ma per far bene.

Un grande convertito ha scritto "se a Dio piacque nascondere la verità sotto una montagna di letame, là noi andremo a cercarla" (Leon Bloy)

E si sa (làsciatelo dire da un ex Amministratore di condominio) che fare bene cristianamente significa tirarsi le ire di tanta gente che non cerca il bene ma il proprio vantaggio.

Del resto (me lo permetti?) l'esca con cui il proclamatore attira il pesce non è la felicità ma la VERITA'. Come prima cosa dice "tu non possiedi il vero messaggio biblico".

E i TG stessi, quando si apostrofano tra di loro, mica dicono "da quanto tempo sei nella felicità?" ma "da quanto tempo sei nella verità?"

Perché (è lapalissiano ma occorre ripeterlo a quanto pare) "solo ciò che è vero può essere buono" (CEI)

Se le persone del mondo sono felici nella loro ebetudine che fa il proclamatore geovista? si rallegra con loro o cerca di far prendere coscienza che stanno rischiando la vita e che perciò non dovrebvbero essere felici ma preoccupate e cambiare registro di corsa, e fare i relativi aggiustamenti (che costano e vanno perciò contro la loro felicità) per dedicarsi a Geova e salvarsi?

E dopo di questo sobbarcarsi la rogna di adoperarsi il più possibile andando per le case, accettando il rischio delle porte in faccia, e il dovere di presentare un resoconto mensile, per salvare altri.

E se ti capitasse un mormone che ti obiettasse che lui è felice? Lo lasceresti morire nella sua ignoranza di qual è la vera verità? O gli diresti (con tutto il tatto ma glielo diresti) che lui è fuori strada e che, se ne prende coscienza, capirà che non deve essere felice perché vive nell'illusione?

E' ovvio che potrei continuare fino a farne una Bibbia...
Ma tu sei intelligente e puoi farlo da solo...
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est modus in rebus