Per noi cattolici fare la volontà di Dio significa agire con rettitudine di coscienza, che significa tesa al bene (come ci appare) e alla verità; il che già costituisce una religiosità naturale.
In aggiunta, questo comportamento umano dovrà essere elevato secondo le verità soprannaturali comunicateci nella fede, la quale non rinnega nulla di ciò che è naturalmente buono ed esige di perfezionarlo ulteriormente con la motivazione che si deve essere "immagine di Dio ricalcata sul modello Cristo".
In concreto però, esistendo il peccato originale (o anche rimosso col battesimo, le sue conseguenze di "ferita alla natura") che ci fuorvia, questo quadro teoricamente impeccabile viene realizzato solo approssimativamente. E per questo la tensione alla santià dev'essere continua. C'è sempre un ritocco ulteriore da fare, una seconda conversione da intraprendere e una coscienza (la nostra dico!) da informare sempre più esattamente e profondamente.
E' ciò che il CD dei TG, come qualsiasi dirigenza di qualsiasi denominazione, si preoccupano di fare con i propri fedeli.
E poiché Dio premia lo sforzo e le intenzioni, il problema non è tanto quello di salvarsi (che quasi certamente, o per merito o per misericordia, sarà realizzato io penso da tutti) ma quello di imbroccare la verità e il bene qui su questa terra, per non far soffrire inutilmente i fratelli e per promuovere per tutti una vita da "adoratori in spirito e verità", cioè alle massime potenzialità come prìncipi, figli adottivi del Padre che è nei cieli, nutriti con fior di frumento anziché pane e segatura.
In questo dinamismo, l'opera della Dirigenza ecclesiale per noi non ha una funzione direttiva assolutistica, né l'opera dei fratelli di fede una funzione di controllo/spia. Godiamo di una enorme libertà e responsabilità autodecisionale. Se uno dice qualcosa di eretico non viene deferito a nessuno, se lo fa come scrittore viene semplicemente richiamato, se è teologo eccetera... e solo quando il discorso diventa tignoso e pertinace, fatti tutti i chiarimenti, si passa alla cosiddetta scomunica: cosa ormai più unica che rara.
Mentre la vita del TG è continuamente costellata da regole e regolette, noi seguiamo lo "ama e fa ciò che vuoi" di Agostino.
Mentre il timore di sbagliare spinge i TG a dipendere continuamente dagli Anziani, io, nella catechesi per adulti dico "ma perché andate a chiederlo al prete? perché non giudicate voi, sulla base della vostra formazione cristiana, ciò che è giusto e ciò che va evitato?"
I TG sono afflitti anche da un legalismo esasperato. Nel senso che ritengono di "peccare", con responsabilità davanti a Dio, anche se lo fanno involontariamente e/o inconsciamente, cosa per noi assurda (ricordo di una donna trasfusa suo malgrado che era preoccupata perché secondo lei aveva disobbedito alla legge di Geova, quando perfino il diritto romano pagano capiva che "lex dubia non obligat" e che dove non c'è volontà non esiste colpa).
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est modus in rebus