Citocromo c ha scritto:
Grazie Achille. Ma forse non hai capito la mia domanda. Lo so che Atti 2:46 è tradotto bene ("nelle case private"). Non capisco il perchè della nota in calce.
Evidentemente volevano semplicemente richiamare l'attenzione su un'altra accezione del termine.
Se si traducesse però "di casa in casa" il passo risulterebbe strano, avendo in mente il "porta a porta". Difatti come si possono prendere i pasti andando di porta in porta?
E' chiaro quindi, dall'uso che ne viene fatto in Atti 2:46, che tale termine non deve essere necessariamente inteso in senso
consecutivo, come viene spiegato nella pagina del sito che ti ho citato:
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Il CD attribuisce all'espressione
kat' òikon un significato "distributivo". A questo proposito si può osservare che
distributivo non vuol dire affatto
consecutivo. Una persona, infatti, può andare "di casa in casa", recandosi da una casa che si trova in un certo luogo ad un'altra che si trova in tutt'altro luogo, proprio come un medico fa "visite a domicilio" andando da una casa all'altra. Ma questo non significa necessariamente che egli faccia delle visite
una porta dopo l'altra. Asserire inoltre che il solo modo di tradurre correttamente e accuratamente la preposizione distributiva "kata" sia quello "di casa in casa" è in contraddizione con la stessa TNM. Pochi TdG si rendono conto che la stessa identica frase, (
kat´òikon) tradotta "di casa in casa" nella TNM in Atti 5:42, si trova anche nel capitolo 2, vers. 46. Tuttavia in Atti 2:46 non viene tradotta "di casa in casa" bensì "in case private".
Perché? Perché non è logico pensare che i discepoli prendessero i loro pasti trasferendosi da una casa all'altra della via, e poiché il CD vuol conferire all'espressione "di casa in casa" quel determinato significato (a sostegno della sua attività di porta in porta), vuole quindi evitare quei problemi che sorgerebbero se qui traducesse "di casa in casa".
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Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 13/08/2008 16:47]