00 04/01/2006 20:25
Bicchiere mezzo pieno ha scritto:

...Desidererei che qualcuno ben informato opponesse delle critiche fondate ai ragionamenti della WTS e mi facesse capire per bene come si svolsero effettivamente i fatti. In particolare ciò che mi ha lasciato un po’ sgomento è stato che, se si accetta, il 587 come caduta di Gerusalemme, conseguentemente il Regno di Artaserse comincia nel 464, e lì cade la profezia delle 70 settimane.
Inoltre mi hanno lasciato di sasso le dichiarazioni di Giuseppe Flavio relative ai 70 anni di deserto per Gerusalemme (mentre per gli storici dovrebbero essere 50).
E per finire mi ha lasciato perplesso anche l’accettazione del periodo di desolazione dei 70 anni, nel 605, cioè quando Nabucodonosor, secondo gli storici è divenuto re. Come conciliarli col 537, visto che ci sono 2/3 anni di sfasamento?

Aiutatemi ad avere luce, ragazzi! Chi se la sente di farmi da ENEL?

Ho l'impressione che tu non abbia letto con molta attenzione i numerosissimi messaggi che sono stati scritti su questo argomento, e nemmeno le varie pagine del sito in cui si parla dell'erronea cronologia della WTS...

- Come è stato detto più volte, che Nabucodonosor abbia iniziato a regnare nel 605 è stato stabilito (dagli Storici) al di là di ogni dubbio.

- E' altrettanto certo che Artaserse Longimano abbia iniziato a regnare nel 445 a.C (e non nel 455, come insegna la WTS).
E accettare questa data, storicamente stabilita, non influisce sull'interpretazione che viene data da alcuni al cap. 9 di Daniele.
La questione viene spiegata molto chiaramente da C. O. Jonsson in questa pagina: www.infotdgeova.it/455.htm

- E' già stato osservato che Giuseppe Flavio, nel Contra Apionem (I, 21) corregge evidentemente le sue precedenti dichiarazioni sulla durata dell'esilio, e scrive che il tempio cessò di esistere per cinquant'anni» (Vedi www.infotdgeova.it/flavio.htm ).

Pe quanto riguarda la citazione del prof. Edward F. Campbell, è stata effettivamente estrapolata dal contesto, facendo dire a questo studioso quello che non egli ha mai detto. Se ne parla qui: www.infotdgeova.it/travisa.htm

Anche per quanto riguarda l'attendibilità di Tolomeo, la Società ha citato in maniera fuorviante un noto studioso, il prof. E.R. Thiele, nella rivista Svegliatevi! dell'8/11/1972, p.28:
«Nel suo libro The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, il prof. E.R. Thiele scrive: "Il canone di Tolomeo fu preparato primariamente per scopi astronomici, non storici. Non pretese di fornire un elenco completo di tutti i governanti di Babilonia o di Persia, né l'esatto mese o giorno del principio dei loro regni, ma fu un accorgimento che rese possibile correggere la collocazione in un ampio schema cronologico di certi dati astronomici che erano allora disponibili. I re i cui regni erano di meno di un anno e che non abbracciavano il giorno dell'Anno Nuovo non erano menzionati" (il corsivo è nostro)» - cfr. anche La Torre di Guardia del 15/8/1969, p.506.

Si potrebbe pensare, leggendo queste parole, che il prof Thiele non ritenga affidabile il Canone di Tolomeo. Ma questo non è assolutamente vero, poiché lo stesso studioso ha scritto riguardo al Canone tolemaico quanto segue:
Il Canone Tolemaico può essere usato come guida storica con la massima sicurezza. Poiché il Canone tolemaico dà una data precisa ed assolutamente sicura riguardo alla cronologia che inizia col 747 a.C. ... Ciò che agli occhi degli storici moderni conferisce al Canone una così grande importanza, è la notevole quantità di materiale astronomico che Tolomeo raccolse nel suo Almagesto la cui attendibilità è possibile verificare quasi ad ogni passo, dal principio alla fine. Nell’Almagesto sono riportate più di ottanta posizioni del sole, della luna e dei pianeti con le date relative, posizioni che gli astronomi moderni hanno verificato. Per quanto riguarda le eclissi, i particolari sono descritti in modo talmente minuzioso da non lasciare adito a nessun problema circa l’esatta identificazione dei singoli fenomeni descritti e da rendere possibile una verifica sicura» - E.R. Thiele, The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, Chicago, Unyversity of Chicago press, 1951, pag. 44-46, il grassetto è mio.
La Società ha riferito ancora una volta il pensiero altrui isolandolo dal contesto generale dell'opinione dello studioso. Cosa pensa il prof. Thiele del modo in cui la WTS ha usato le sue parole? Ecco cosa il professore ha scritto ad un Pastore Avventista:
Per oltre quarant'anni ho esposto le mie opinioni riguardo all'antica cronologia ed ai cronologi, e la mia fiducia in Claudio Tolomeo è divenuta ampiamente nota. Tuttavia per molti anni le pubblicazioni dei testimoni di Geova mi hanno presentato come un sostenitore di un'opinione relativa a Tolomeo che è esattamente contraria a ciò che io sostengo. Alcuni che conoscono le mie opinioni mi scrivono da diverse parti del mondo, desiderosi di conoscere perché i testimoni non dicono la verità riguardo alla mia piena fiducia in Tolomeo. Tolomeo fu uno dei più grandi studiosi dell'antichità. (...) I dati cronologici relativi ai governanti dell'antica Babilonia e di Persia forniti da Tolomeo sono astronomicamente fondati. La data del 605 a.C. indicata per l'inizio del regno di Nabucodonosor è verificata da due eclissi e non esiste la minima obiezione riguardo alla sua accuratezza. Ma la data dei testimoni relativa a Nabucodonosor è di venti anni in errore ed i loro calcoli profetici basati sulla loro data sono errati. Per procedere sulla base dell'onestà e dell'integrità coloro tra i testimoni di Geova che hanno esposto nelle loro pubblicazioni delle falsità circa ciò che io ed altri abbiamo scritto dovrebbero ritrattare i loro errori, poiché solo la verità ha il diritto di essere sostenuta. (...) Ci sono molti tra i testimoni di Geova che sono cristiani molto sinceri ed essi dovrebbero stare attenti ad evitare di essere ingannati. (...)» (tratto da Witness, vol. 5, n.1, 1979, p.4).
La lettera originale: www.infotdgeova.it/thiele.jpg

Per quanto rigurada poi l'effettiva durata dei "settant'anni di desolazione", Jonsson, alle pp. 160-162 del suo libro "I Tempi dei Gentili", scrive che è opinione di diversi studiosi che l'aggettivo numerico "70" nella Bibbia venga spesso impiegato come una "cifra tonda". Trascrivo il contenuto di queste pagine:
[Uno studioso (F.C. Fensham)] dopo avere analizzato l'uso biblico ed extrabiblico del numero « 70 », conclude: « Esso molto probabilmente viene usato come cifra simbolica alla stessa maniera del sette. Ricorrendo al sette e al settanta gli antichi semiti indicavano una distinzione fra una piccola e una grande cifra simbolica » (Nota 32). Quando il numero 70 fu usato in relazione a periodi di tempo, può essere stato usato come termine generico per indicare, per esempio, « un giusto periodo di castigo ». In un testo del re assiro Assaraddon (680-667 a.E.V.) si dice che la desolazione di Babilonia, dopo la sua distruzione per mano di Sennacherib, « doveva durare settant'anni secondo una sentenza del dio Marduk » (nota 33). Pochi decenni prima Isaia aveva predetto: « Tiro dovrà essere dimenticata per settant'anni, quanti sono i giorni di un re » (Is. 23:15). Spesso si è pensato che l'indicazione che settant'anni sono « quanti sono i giorni di un re » volesse significare la durata normale della vita di un re o « l'intera durata della vita umana », secondo il Salmo 90:10, dove chiaramente il numero settanta non riveste il significato di una cifra esatta.
Concludendo, è del tutto probabile che i settant'anni di servitù predetti da Geremia rappresentino una cifra tonda. Tale interpretazione può trovare un avallo nel fatto che non tutte le nazioni intorno a Giuda (alcune delle quali sono esplicitamente citate per nome in Geremia 25:19-26) sembrano essere state vassalle di Babilonia dallo stesso tempo, e cioè dal 605 a. E. V. Alcune pare che siano state assoggettate a Babilonia qualche tempo dopo. Quindi il periodo di schiavitù non ebbe esattamente la stessa durata per tutte queste nazioni. Eppure il profeta annunciò che tutte quante avrebbero servito il re di Babilonia « per settant'anni ».
D'altra parte, la profezia non richiede in modo assoluto che i settant'anni decorrano dal 605 a.E.V. È vero che Giuda e un certo numero di nazioni circostanti furono ridotti in stato di vassallaggio pochissimo tempo dopo la battaglia di Carchemish nel 605 a.E.V., tuttavia non si deve dimenticare che secondo la predizione tutte le nazioni sarebbero dovute divenire schiave di Babilonia: « E tutte le nazioni devono servire pure lui e suo figlio e suo nipote » (nota 34) (Ger. 27:7). Alcune nazioni erano state soggiogate da Babilonia prima ancora della battaglia di Carchemish nel 605 a.E.V. Se i settant'anni « riguardo a Babilonia » si fanno decorrere dal tempo in cui Babilonia schiacciò l'impero assiro, inaugurando così essa stessa il suo corso di potenza politica egemonica, è possibile un'applicazione dei settant'anni ancor più precisa. Questa applicazione diventerà chiara attraverso un rapido esame degli ultimi anni della potenza assira così come ce li descrive la cronaca di Babilonia.
Fino al 627 a.E.V. l'Assiria aveva esercitato l'egemonia su molti territori, Babilonia e la regione di Hatti (Siria-Palestina) comprese. Ma con la morte di Assurbanipal, avvenuta appunto in quell'anno, la potenza dell'Assiria cominciò a declinare. Nel 626 il caldeo Nabopolassar, cacciati gli Assiri da Babilonia, si insediò sul trono, riuscendo, negli anni seguenti, a rendere indipendente Babilonia. Nel 616 mosse contro gli Assiri e li sconfisse, ma, essendo venuto in aiuto del re assiro (Sin-shar-ishkun) un esercito egiziano condotto da Psammetico I, Nabopolassar preferì ritirarsi in Babilonia. In quel tempo anche i Medi cominciarono ad attaccare l'Assiria e nel 614 presero Assur, l'antica capitale. Dopo la caduta della città, Nabopolassar, giunto troppo tardi per dare man forte ai Medi, stipulò un trattato di alleanza con il loro re Ciassàre. Nel 612 i due alleati mossero contro la capitale assira, Ninive, la espugnarono e la distrussero. Il re assiro Sin-shar-ishkun perì tra le fiamme, e il suo successore, Assur-uballit II, fuggì ad Harran, capitale di una provincia dell'impero, nella quale stabilì il suo dominio rivendicando ancora diritti di sovranità sopra l'Assiria. Negli anni seguenti Nabopolassar condusse vittoriosamente le sue truppe in Assiria e sul finire del 610 marciò su Harran con l'appoggio delle forze degli Umman-manda (probabilmente i Medi e gli Sciti collegati). Assur-uballit fuggì e la città fu espugnata e saccheggiata nel tardo 610 o agli inizi del 609 a.E.V. Nella tarda estate del 609 Assur-uballit, con l'appoggio delle truppe egiziane condotte da faraone Neco, fece un ultimo tentativo per riprendere Harran ma non ebbe successo, e così tramontò per sempre il potere universale dell'Assiria. Nel 609 a.E.V., quindi, dice DJ. Wiseman, « l'Assiria cessò di esistere e il suo territorio fu occupato dai Babilonesi » (The New Bible Dictionary, II edizione, 1982, p. 101).
I settant'anni « riguardo a Babilonia » si possono dunque contare dal 609 a.E.V. A cominciare da quell'anno il sovrano babilonese si considerò il legittimo successore dei re d'Assiria e negli anni seguenti estese gradualmente il suo dominio sui territori che già erano stati sotto la loro egemonia, cominciando con una serie di campagne sulle montagne dell'Armenia, a nord dell'Assiria. Il faraone egiziano Neco, dopo il fallito tentativo di riprendere Harran nel 609, impose la sua sovranità alla regione dell'ovest, cioè alla Siria e alla Palestina, e rese vassalle per circa quattro anni le nazioni situate in quella regione, Giuda compreso (vedi II Re 23:29-34; II Cr. 35:20-36; Ger. 46:2). Mala battaglia di Carchemish nel 605 a.E.V. pose fine a questo breve dominio egiziano nell'ovest. A seguito di una serie di campagne fortunate nel « paese di Hatti » (la Siria-Palestina), Nabucodonosor fece capire chiaramente a Neco che era lui il vero erede dell'impero assiro: « E il re d'Egitto non uscì più dal suo paese, poiché il re di Babilonia aveva preso tutto ciò che apparteneva al re d'Egitto, dalla valle del torrente d'Egitto fino al fiume Eufrate » (II Re 24:7).

Se si fa decorrere la supremazia di Babilonia dal 609 a.E.V. - l'anno che segnò la fine completa dell'impero assiro - trascorsero esattamente settant'anni fino alla caduta di Babilonia nel 539 a.E.V. Questo periodo può essere identificato con i « settant'anni riguardo a Babilonia » (Ger. 29:10). In questo modo si possono considerare i settant'anni come una cifra esatta e ciò in piena armonia con la Bibbia e i fatti della storia secolare, senza bisogno di ricorrere ad interpretazioni forzate.

Note:

32 F.C. FENSHAM, « The Numeral Seventy in the Old Testament and the Family of jerubbaal, Ahab, Panammuwa and Athirat » (Il numero Settanta nell'Antico Testamento e la famiglia di Jerubbaal ecc.), in Palestine Exploration Quarterly, luglio-dicembre 1977, pp. 113-115.
33 R. BORGER, « An Additional Remark on P.R. Ackroyd, JNES, XVII, 23-27 ».
34 Il figlio e successore di Nabucodonosor fu Evil-Merodac. Suo nipote fu evidentemente Baltassar,figlio di Nabonedo, il quale, secondo R.P. Dougherty, era sposato a Nitocris, figlia di Nabucodonosor. - R.P. DOUGHERTY, Nabonidus and Belshazzar, New Haven, Yale University Press, 1929, p. 79.
Vedi anche www.infotdgeova.it/ninive.htm

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 04/01/2006 20.52]