Infotdgeova -LiberaMente- Lo scopo di questo forum è principalmente quello di analizzare gli insegnamenti dei Testimoni di Geova in chiave critica, onde evidenziare gli errori e le contraddizioni presenti nelle dottrine e nella prassi del gruppo

Extra non più extra?

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    Vitale
    Post: 865
    Registrato il: 11/07/2004
    Utente Senior
    00 25/11/2005 14:13

    Sono circa mezzo milione gli immigrati nati e cresciuti nel nostro Paese.
    Persone che frequentano o hanno frequentato le nostre scuole, conoscono l'ambiente in cui sono cresciute, parlano un italiano con inflessioni lombarde, venete, siciliane, mentre in famiglia continuano a parlare il filippino, o il cinese, o l'arabo o lo spagnolo. Alternano la loro cucina con la nostra, si vestono e si comportano come noi.
    A questa apparente normalità si contrappone però in una buona parte dei casi, un malessere di fondo, causato da una realtà meno tranquillizzante, frammista di impulsi psicologici ed esistenziali, dovuto all'ambiente che è il più delle volte ostile. I cosiddetti "immigrati di seconda generazione" vivono tra due mondi: quello d'origine della propria famiglia e quello di accoglienza, con realtà culturali differenti, affrontano ogni giorno le problematiche dell'esclusione, della "diversità", nei vari ambienti scolastici, lavorativi, sociali. Tutte difficoltà queste, che rallentano il processo di integrazione nella nostra società.Il rischio maggiore è quello che vengano spinti a raggrupparsi tra loro in base alla propria etnia, nazionalità, cultura, religione, creando veri e propri "ghetti".
    Fino a che punto si possono definire "stranieri" e quale sarà la generazione che metterà fine a questa situazione?
    A questa apparente normalità si contrappone però in una buona parte dei casi, un malessere di fondo, causato da una realtà meno tranquillizzante, frammista di impulsi psicologici ed esistenziali, dovuto all'ambiente che è il più delle volte ostile. I cosiddetti "immigrati di seconda generazione" vivono tra due mondi: quello d'origine della propria famiglia e quello di accoglienza, con realtà culturali differenti, affrontano ogni giorno le problematiche dell'esclusione, della "diversità", nei vari ambienti scolastici, lavorativi, sociali. Tutte difficoltà queste, che rallentano il processo di integrazione nella nostra società.Il rischio maggiore è quello che vengano spinti a raggrupparsi tra loro in base alla propria etnia, nazionalità, cultura, religione, creando veri e propri "ghetti".
    Fino a che punto si possono definire "stranieri" e quale sarà la generazione che metterà fine a questa situazione?
    RelatoriPaolo Branca, docente di lingua araba all’Università Cattolica di Milano.
    Alberto Martinelli, docente di scienze politiche, Università di Milano.
    Almira Myzyri, consigliere della Cooperativa sociale “Progetto Integrazione”.
    Giovanni Giulio Valtolina, docente di Psicologia dello Sviluppo, Università Cattolica di Milano; Fondazione ISMU, Milano.
    Testimonianze
    Abdallah Kabakebbji, membro del direttivo nazionale dell'associazione Giovani Musulmani.
    Shaooing (Luca) Hu, della comunità cinese.
    Francesca Zhang, mediatrice linguistico-culturale.
    Angelica Saez, della comunità equadoregna.
    Moderatore
    Mustapha Sanneh, presidente Baobab Ambrosiano, Milano.
    Si ringrazia:
    Geovanna Moreno, artista equadoregna, per gli intermezzi canori e il ristorante, Perla del Pacifico per avere offerto il rinfresco.

    Serata incontro venerdì 25 novembre 2005, ore 18,30
    Auditorium San Carlo (sala Verde) - corso Matteotti 14 Milano – autobus: 54, 61,94,95 – MM1 S. Babila
    Nel corso della serata verrà presentata la nuova rivista equadoregna
    Con il patrocinio del Comune di Milano
    CulturAperta
    Via Pietro Mascagni, 24 - 20122 Milano / tel. 02.76006189 – fax.02.76006189
    La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
    Martin Luther King
  • .gandhi.
    00 25/11/2005 18:36
    Re:
    Credo bisogna distinguere di che tipo di immigrati ci si riferisce.
    Se si parla di cinesi, le problematiche possono essere di un tipo, spagnoli un altro e arabi mussulmani un altro ancora.
    Per questi ultimi i problemi seri arriveranno presto in quanto oltre alla difficoltà nostra nel loro reale inserimento, esiste anche da parte del loro retaggio culurale una grossa difficoltà ad inserirsi. La religione anche in questo caso no aiuta in quanto inasprisce le diferenze e crea delle situazioni a noi intollerabili: vedi infibulazione, discriminazione delle donne, poligamia, violenza sulle donne specialmente in famiglia.
    Un tempo si pensava che la econda generazione abbandonasse lo zelo religioso ma oramai si è visto nel caso dei mussulmani come questo zelo si stia accendendo creando sicuramente ostilità dall'esterno e incapacità da parte dell'immigrato di inserirsi.
    Non credo sia un problema di facile soluzione.