00 29/10/2005 00:09
“l'appartenenza di tutte le cose del padre al figlio lo rende onnipotente come il padre? (in un'altra scrittura è detto che tutto il potere gli è stato dato dal padre, se egli fosse stato onnipotente il potere lo avrebbe avuto di suo...)”

Non vedo come questo scalfisca l’argomentazione. Smontiamo punto per punto: se anche il potere fosse stato fato dal Padre al Figlio perché mai questo lo renderebbe meno onnipotente? Resta scritto che tutto quello che il padre possedeva era suo, ergo anche il potere, la gloria, la deità.
La tua è una falsa obiezione, infatti il Figlio ha il potere di suo e contemporaneamente gli è stato dato dal Padre. Impossibili dici? Eppure è così logico. Il Figlio è generato dal Padre, il potere gli è dato nell’istante stesso della generazione in quanto è intrinseco alla natura. Potremmo dire che allo stesso modo tu hai dato l’umanità a tuo figlio generandolo ma non per questo si può negare che egli ora la possieda da sé. Tuo figlio non è forse pienamente umano solo perché l’umanità gli è stata data da qualcun altro, cioè te? Difficile da sostenere. Il credo dice che il Figlio è “Dio da Dio”, in quanto piacque al Padre “di far abitare in lui ogni pienezza” (Cl 1,19) quando lo generò. Il Figlio riceve il suo essere dal Padre, lo afferma anche il catechismo.

“Secondo i dizionari si può tradurre sia "similmente" che "allo stesso modo"”

Non capisci. Mai mi sono sognato di dire che non si può tradurre con “similmente”, ho solo affermato che “similmente” non è nel senso di “in modo quasi uguale” bensì nel senso di “ugualmente”/”allo stesso modo”. Se tu prendessi un dizionario serio e cartaceo invece di darti ai lessici in rete potresti scoprire cose interessanti: quelli meglio strutturati infatti non riportano i significati uno dietro all’altro alla rinfusa ma li dividono con varie lettere e accanto a ciascun significato mettono dei sinonimi. Mi spiego con un esempio. Phérô vuol dire sia “portare” sia “sopportare”, in questo caso un vocabolario ben fatto scriverebbe:
a)Portare, trasportare
b)Sopportare, tollerare, sostenere.
I significati accatto a “portare” riguardano phérô in quell’accezione, quelli accanto a “sopportare” invece riguardano phérô nel secondo senso. Nel nostro caso il Montanari (da molti considerato il miglior dizionario di greco sulla piazza) mette accanto ad omoiôs: “similmente, parimenti, ugualmente, allo stesso modo”, dicendoci chiaramente che giusto tradurre con “similmente”, ma che quel “similmente” è nel senso di “allo stesso modo”. Gli esempi riportati sono illuminanti: “non incidono su chi condanna allo stesso modo che su un privato” (Senofonte, Ciropedia, 1.6.25) “Allo stesso modo delle costituzioni” (Aristotele, Politica, 1282b 8)

“consigli dati ai mariti non sono uguali a quelli delle mogli”

Invece qui “similmente” è proprio nel senso di “allo stesso modo”, e il riferimento non è ai mariti ma ai domestici che devono obbedire ai padroni nominati nei versetti subito prima. Il pensiero è chiaro: “come i domestici ubbidiscono ai padroni anche se difficili di carattere ugualmente voi mogli obbedite ai mariti” (la CEI infatti rende senza problemi con “ugualmente”. L’ “ugualmente” dei mariti invece è riferito a quanto si è detto prima delle autorità, ossia “come rispettate le autorità rispettate le vostre donne”. Quest’ipotesi è l’unica possibile, altrimenti non avrebbe senso l’ “ugualmente” all’inizio dell’elenco delle regole date alle donne, visto che dei mariti non aveva ancora parlato le regole femminili non erano “simili” a quelle dei loro uomini, trattati sotto, ma uguali a ciò che aveva trattato prima, cioè la sottomissione dei servi ai padroni.

“cosi come il comportamento dei contemporanei di Noè non era precisamente ed ugualmente”

A me invece sembra di sì. Dove starebbe la differenza scusa? C’è una enunciazione epesegetica che serve appunto a spiegare in cosa sono uguali le due epoche: “si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva”. Non sono cose che avvengono al medesimo modo?

“Io credo che esista un solo Dio il padre onnipotente ed ingenerato e fonte primaria di ogni cosa, esiste un essere divino generato dal padre, con la sua stessa natura ma a lui distinto e sottomesso in quanto figlio”

Fin qui l’enunciazione è perfettamente ortodossa, ma non hai risposto alla mia argomentazione. Come può esserci qualcuno con una natura identica al Padre se non c’è altro elohim fuori di YHWH?

“Se questo lo interpreti politeismo (al limite direi monolatria)”

La monolatria prevede piccoli dèi intorno ad un grande Dio, tu invece mi parli di due dèi con la stessa natura.

“per noi c' è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui.”

Veramente questo è uno dei versetti più trinitari del NT, e mi stupisce che tu non abbia colto il gioco di Paolo. Chiama Dio Padre il solo Dio, sebbene Gesù sia definito dio altrove, e chiama Gesù “il solo Signore”, sebbene Dio Padre sia definito Signore in una marea di punti del NT. Se dunque dire che c’è un solo Dio, il Padre, esclude Gesù dall’essere Dio, ugualmente dovremmo concludere che poiché c’è un solo Signore, il Figlio, allora YHWH non è più Signore. Giuda 4 fa lo stesso gioco: “Rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.” Ma come? Se Gesù è l’unico Signore e Padrone allora YHWH non è più padrone? Dove punta il versetto è evidente, ossia a dire che il Padre e il Figlio sono lo stesso Dio e Signore. Una medesima dialettica, ossia lo stesso parlare volutamente paradossale, l’aveva già sperimentato Gesù dichiarandosi prima “il buon pastore”(Gv 10,11) e poi dicendo nel modo più candido: “Perché mi chiami buono? Nessun è buono se non Dio solo” (Lc 18,19). E, poiché Gesù è proprio il buono per eccellenza, la frase significa: “Se mi chiami buono, considerami Dio; nessuno infatti è buono, se non Dio solo"

“Per quanto riguarda GV5:23 onorare per te è uguale ad adorare?”

Se l’onore da dare al Figlio è uguale a quello da prestare al Padre allora sì. Infatti quale onere si può dare al Padre se non l’adorazione?

“Mattheo 4:9-10 9 e gli disse: "Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra, mi adori". 10 Allora Gesù gli disse: "Vattene Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo"".

Ma ti rendi conto che hai citato lo stesso versetto che ti ho fatto leggere? Te lo richiedo: dove in questo versetto leggi che si deve adorare solo Dio Padre? Io leggo che si deve adorare solo il Signore Dio.

“Dai ancora co sta storia si sa che il "MI" manca in importanti manoscritti quindi è inutile che me la citi... e poi sarei io a non fare un approccio scientifico?”

Adesso fai il filologo? Sei tu ad essere poco scientifico, il “mi” c’è in tutti i manoscritti più importanti ed infatti è riportato in tutte le edizioni critiche classificato come “B”, ossia “quasi sicuro”. Analizziamo tutti i manoscritti greci di prima del V secolo: che cosa riscontriamo? Manca solo in due, nel Codice Alessandrino ( del V secolo), nel Codice Beza ( del V secolo), è presente invece nel Papiro II Bodmer (II secolo), nel Codice Sinaitico ( del IV secolo), nel Codice Vaticano (del IV secolo). Inoltre tra i due che non lo riportano il codice Beza è l’inaffidabilità incarnata, tristemente noto per l’ aggiunta ed omissione di parole, periodi ed interi episodi. L’unico testimone serio senza il “mi” è l’Alessandrino del V secolo, comunque assolutamente inferiore al Codice Vaticano e ad altri testimoni di tre secoli più vecchi come il Papiro II Bodmer (o P 66).

“Dio padre lo ha innalzato e dato un nome...”

Il passo cui ti appelli si riferisce alla glorificazione dopo la kenosi descritta in Fil 2,6, infatti il Figlio si era volontariamente spogliato della sua gloria. Poiché si era volontariamente abbassato doveva essere innalzato di nuovo, ma questo è accaduto dopo l’incarnazione, Gesù infatti ci dice che prima della craezione, quando era il Verbo presso Dio, era già nella gloria: “E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.”(Gv 17,5) Infatti finia la sua missione rimesso il mandato nella mani del Padre ritornerà nella gloria, ossia sullo stesso trono del Padre e non più alla destra (Ap 22,1)

“avere lo stesso atteggiamento diciamo "rude" ed un po orgoglioso...”

Forse perché entrambi pretendiamo che a parlare di greco sia solo chi conosce questa lingua e non i mille TdG dizionario-dipendenti e ginnasti del mouse che affollano la rete?

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)