00 27/10/2005 15:03
Polymetis scrive:

"...E’ la tua argomentazione a non reggere. Infatti “l’uomo” è quello che la scolastica chiama un universale, e come tale è un flatus vocis, resta il fatto che avere la stessa natura implica uguaglianza. Tu stesso hai scritto: “Il quale è della stessa natura del padre ma a lui distinto e sottomesso”. Stessa natura del Padre? E allora da dove sorge questa differenza tra “l’uomo” e “un uomo”, forse che l’universale uomo, cioè quell’idea che raccoglie gli uomini sotto la loro caratteristica generale, non ha natura umana?...


Nelle parole che ho sottolineato invece io la vedo questa analogia...

Mi sembra che ti attieni molto alla scolastica medioevale,sbaglio?

Ontologizzare quelle che sono delle "rassomiglianze" concettuali era tipico di tale scolastica e di certo realismo aristotelico...

Tra l'altro,il concetto di "uomo" non e' un semplice concetto razionale,l'uomo,e' un "tutto",un centro sinergico di caratteristiche di coscienza e di "personalita"' non facilmente riconducibili alla mera categorizzazione astratta di tipo unitario derivante dalla filosofia aristotelica e dalla scolastica medioevale....

Sono d'accordo con Mario70 quando dice che
nessuno di noi si riconduce in via "nominativa" a L'UOMO....
Perche' IO sono nello stesso momento in cui NON SONO TE O L'ALTRO (io SONO E NEGO L'ALTRO,NELLA COSCIENZA DI SE' STESSI)

[Modificato da paiboon 27/10/2005 15.07]