00 04/08/2005 23:04
Re:

Scritto da: libmarco 04/08/2005 22.05
E nel frattempo che aspettiamo Topsy per una chiarificatrice risposta.. colgo l'occasione per riscrivere in questa cartella..dopo il mio rientro nel forum..

Ancora grazie..

Marco







Ciao a tutti,premetto che non ho ancora affrontato il corso di ebraico biblico,prima devo affrontare (ahimè)quello(noiosissimo!)di filologia semitica,però posso provare a risponderti:


Forse saprai già che in ebraico biblico il verbo esprime l'aspetto di una azione(compiuta o incompiuta),mentre il tempo sarà deducibile dal contesto.
Sono presenti cioè il tempo "perfetto" che esprime una azione compiuta (e quindi al passato), e "l'imperfetto" per indicare una azione incompiuta,non ancora terminata.

L'imperfetto può essere reso,in italiano,con il futuro,(con il condizionale,o il congiutivo) ma, anche con il presente,anche se, per questo ultimo tempo l'ebraico predilige il "participio attivo" e non l'imperfetto.
In realtà sarà il contesto che lascierà intendere quale forma verbale usare,ma quando dal contesto non e' possibile ricavarlo in maniera univoca(come in questo caso)la traduzione del passo non sarà quasi mai fondata esclusivamente da competenze linguistiche e grammaticali,ma anche teologiche.

Ehyeh Asher Ehyeh (Esodo 3,14)
Imperfetto 1° persona + congiunzione + imperfetto1° persona

Dunque l'originale puo' essere tradotto senza errore, con "Io sarò" oppure con "Io vorro' essere",ma è accettabile renderlo anche con il presente "Io sono" ; la Bibbia ebraica a cura di Rav Disegni della Giuntina ,ad esempio, riporta senza problemi:
"E il Signore rispose: "Io sono quello che sono"...(Shemot 3:14).

PS
Bentornato Marco!