00 03/11/2005 11:51
Aggiunta ai miei due post (invisibili?) del 29 scorso

Mario 70 nel post del 26/10/2005 21.38…
… ha riportato quanto segue:
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>Andrea rispose:
E allora cosa sei?? Se non credi nella Trinità, non sei nè cattolico, nè protestante, nè del gruppo di coloro che considerano solo Gesù come Dio, nè un modalista... Da che mi risulta solo i tdg non credono nella deità di Cristo.
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Al che ha replicato
>Vedi che danno causano le etichette?
Non posso essere semplicemente un cristiano non trinitario? o devo appartenere per forza ad una religione che tu conosca?

Io ci ragiono sopra e dico
Questa tua impostazione, Caro Mario, è sbagliata, non solo perché, come ti ha scritto Polymetis, nella ricerca di una base minima per potersi definire “cristiani” il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha stabilito che si deve almeno credere nella unitrinità di Dio e nella Divinità-incarnazione ecc. della seconda Persona della Trinità, autodenominatasi il Figlio.
Ma anche perché tu pretendi di capire la Bibbia senza l’assistenza necessaria, slegato cioè dalla Comunità che:
1) l’ha accolta come tale;
2) lo ha fatto in base a un suo modo di interpretarla/capirne il messaggio;
3) e che perciò è tuttora la sola ad avere il potere di interpretarla rettamente, atteso che Gesù le ha promesso l’assistenza del suo Spirito e la sua stessa presenza fino alla fine dei tempi affinché sia fedele al suo mandato di insegnare.

Riflettici bene. La Bibbia non è stata pubblicata in cielo e calata con la gru.
Quella ebraica sono un’insieme di scritti di quel tal popolo che annotava le sue leggi, la sua storia, i pensieri dei suoi saggi, dei poeti, i testi del suo culto ecc…
Ed è stata l’intuizione, il parere di quella comunità, codificato dai suoi capi spirituali, a persuadere quelle persone che quegli scritti dovevano essere stati ispirati da Dio stesso e perciò dovessero essere ritenuti sacri. Questo lo fecero escludendo dal novero di quella che poi sarà “La Bibbia” vari altri “libri” che aspiravano ad essere del numero e invece sono stati giudicati, sempre da loro, “apocrifi”. Giudizio – attento! – dato con infallibilità!

Quanto alla Bibbia Cristiana fu lo stesso. Sono stati i seguaci di Gesù, i cristiani, i quali hanno raccolto fatti e detti del Maestro, esortazioni di apostoli alle varie comunità e un libro profetico. Anche per loro è accaduto che il parere che quegli scritti, a differenza di altri di nuovo ritenuti “apocrifi” fossero stati ispirati da Dio e dovessero perciò essere ritenuti sacri, normativi quanto a dottrina e prassi morale è stato emesso da un verdetto comunitario speciale. Questo è avvenuto in maniera informale da subito, e ufficialmente verso la fine del 400 (Concilio regionale di Cartagine, che ha compreso nel novero dei libri canonici anche i 7 deuterocanonici presenti nella versione greca dei LXX). Anche stavolta infallibilmente. E la cosa buffa è che a questo ci credono anche i protestanti e i Testimoni di Geova.

Come vedi senza il verdetto circa l’ispirazione, dato dalla comunità viva e codificato dalla Dirigenza, la Bibbia non sarebbe mai venuta alla luce ma sarebbe stata eternamente mescolata alla paccottiglia dei libri apocrifi (o “pseudoepigrafici” come li chiamano i protestanti).
Ed è evidente che il criterio basilare per cui sono stati scelti alcuni di tali libri con esclusione di altri è stata la verifica della corrispondenza con la fede già vissuta e predicata a voce dalla Comunità secondo il comando di Gesù e la custodia gelosa della sua ortodossia così come la curava la classe dirigente.
Ed ora tu vuoi arrabattarti ad enucleare un significato tutto da solo prescindendo da come la Chiesa ha interpretato e interpreta da millenni quel tal versetto? E’ illogico!

Esemplifico
Tu devi sapere che se nella Bibbia c’è scritto che Gesù si è sacrificato per “i molti” e altrove dice “per tutti”, il verdetto che interpreta bene il pensiero di Cristo non è dato dalla Bibbia stessa che appunto presenta due tesi contrarie, ma spetta alla Chiesa che, senza pericolo di equivocare, stabilisce che si debba intendere “per tutti”.E questo vale per ogni vertenza interpretativa.
E questo rende ragione anche che, in caso di discrepanza tra le varie comunità ecclesiali su una stessa verità biblica occorra che ce ne sia una che possa decidere super partes, come una Corte di cassazione. La storia ci ha trasmesso questa persuasione delle varie Chiese (illuminata anch'essa da quello Spirito Santo onnipresente?) ricordandoci che per tali vertenze "Roma locuta causa finita".

Un giorno ne farò un elenco-campionario di tali verità di fede in cui, sia per i cattolici che per i Testimoni, la verità è che il popolo credente, non attinge la certezza di ciò che crede dalla Bibbia ma dalla catechesi che viene condotta tradizionalmente dalla propria comunità di appartenenza. E’ così anche se alcuni si illudono e vogliono illudere di potersi estrapolare dalla comunità viva perché su ogni punto si fa riferimento alla Bibbia.*
Peggio ancora è il tuo caso che pretende di capire davvero la Bibbia senza l’appartenenza a una comunità che in qualche modo si ricolleghi (o per lo meno si illuda di ricollegarsi) a Gesù senza soluzione di continuità. Se sbagliano nella loro interpretazione perfino grosse comunità storiche, che sbagliano da quando hanno deciso di leggere la Bibbia senza l’assistenza del Magistero cattolico, a maggior ragione sarà fuori rotta chi pretende di capirla al di fuori di qualunque comunità.
Questi sì che, paradossalmente proprio nel combattere quella che crede un'arroganza indebita del Magistero, rischia di brutto l’accusa di pretendere di monopolizzare per sé lo Spirito santo.
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* In realtà i Testimoni stessi, mentre rifiutano il Magistero cattolico dichiarandolo illegittimo, di fatto se ne appropriano perché, dopo aver catturato l’adepto con l’illusione che è la Bibbia a dire, lo mettono davanti alla necessità obbligata di seguire il modo di comprensione che della Bibbia ha la dirigenza geovista. Anzi è talmente “superiore” alla Bibbia l’intendimento umano della Dirigenza che si può permettere di “leggere/vedere” nella Bibbia ciò che non c’è e di non vederci ciò che c’è; come ne fanno evidente prova i cambiamenti di dottrina, i ripensamenti, e le esegesi stiracchiate.
Per esempio. La Bibbia dice “questo è il mio corpo” e il magistero della WT capisce e insegna che si deve credere che essa dice “questo significa il mio corpo”. La Bibbia parla di “regno dei cieli” per tutti, e la WT, dal 1935 in poi dice che esso è riservato a 144.000 persone e che la Bibbia parlava anche di “altre pecore” e del paradiso terrestre per loro. Ma porta come prove testi che prima ha letto e scrutato per 50 anni eppure non dicevano questa cosa alla intelligenza dello Schiavo dirigente! Quindi non è importante ciò che “la Bibbia dice” ma ciò che “lo Schiavo capisce leggendola”.
Lo stesso vale per il Magistero cattolico. Lui, memore e fedele al modo sopradetto di come è nata la Bibbia cristiana (cioè precisamente da un suo verdetto) e per il fatto che prima ancora che nascesse essa predicava la vera fede e donava la salvezza senza pericolo di scadere nell’eresia, non ha mai rinunciato a questa sua funzione magisteriale e interpretativa. La differenza con il CD della WT sta solo nel fatto che il Magistero cattolico è legittimo perché deriva dal primo secolo, mentre il CD dei TG è nato l’altroieri e non si ricollega storicamente alla Chiesa di Cristo.

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est modus in rebus