00 28/10/2005 22:55
“solo ha questa prerogativa essendo appunto l'unico ad essere stato generato direttamente dal padre, ma da qui ad identificarlo con la misteriosa tesi 3=1 cioè che Cristo sia uguale al padre in quanto "Ho Theos"”

Eppure è molto semplice. Gesù è definito spesso theos, ma c’è un solo theos (Is 44,6), ergo Gesù dev’essere lo stesso theos di cui parla l’Antico Testamento.

“Non solo non ha il mio ruolo, ma la sua individualità con tutte le sue sfumature di coscienza e carattere è diversa,”

Le analogie si estendono solo fino ad un certo punto. I tuoi figli hanno certo un comportamento diverso dal tuo, ciò avviene perché non sono tuoi cloni e solo metà del loro corredo genetico deriva da te, inoltre non hanno vissuto le tue stesse esperienze, le quali tu hanno formato. Nulla di tutto ciò nel caso del Figlio, generato ab aeterno da prima che il mondo fosse e dunque di natura identifica a YHWH. Nessuno dubita che Egli abbia un ruolo diverso dal Padre, nella Trinità c’è un ordine: il Padre genera, il Figlio è generato, lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio.

“comunque se Cristo ebbe un inizio nel tempo, anzi se fosse egli stesso il principio del tempo (essendo la prima persona ad esistere dopo il padre) allora si metterebbe in una condizione comunque inferiore a suo padre che è atemporale essendo appunto eterno.”

Fai confusione, queste teorie furono confutate da Agostino nel Libro XI delle Confessioni che ti invito a leggere. Il Figlio è generato ab aeterno da prima che il mondo fosse. Tutto fu fatto per mezzo di lui, ergo anche il tempo. Se ha creato il tempo significa che lo trascende. Non è mai esistito un tempo in cui il Padre fosse senza il Figlio, egli era al principio con Dio (Gv1,1), perché i secoli non esistevano prima che venissero creati.

“Per la storia del vocabolo italiano ecco cosa dice il dizionario etimologico sulla parola "adorare"”

Hai dimenticato di citare il nome del dizionario, il Pianigiani del 1907 nel tuo caso

“Per capirlo dobbiamo sapere cosa significasse proskineo nel primo secolo EV,”

Ti risparmio la fatica. Nessuno ha mai negato che prokyneo voglia dire anche “rendere omaggio”, quello che ci scandalizza della NWT è che puntualmente quando il verbo è rivolto al Padre viene reso con “adorare”, quando è rivolto al Figlio con “rendere omaggio”. Strano caso vero? Comunque una cosa dovete capire: i dizionari non traducono perché le traduzioni non esistono…
Sui vocabolari trovate solo una lista delle più vicine approssimazioni. Per sapere cosa intendere con proskyneo bisogna averlo trovato tante volte, deve esservi entrata l’essenza della parola nel sangue, perché una traduzione di questo vocabolo non esiste. Non è mai un semplice rendere omaggio ad un conoscente. Cosa capiva un greco sentendosi dire proskyneo? Con la parola proskynesis si intendeva la prostrazione faccia a terra che i monarchi orientali esigevano in quanto si consideravano dèi. I greci detestavano questa parola, da uomini liberi quali erano non si inchinavano a nessuno, figurarsi la prostrazione. Motivo per cui, quando Alessandro Magno volle instaurare la proskynesis, quasi scatenò una sommossa e arrivò ad uccidere un suo caro amico che si era ribellato dicendogli: “tu non sei un dio perché devi la tua potenza alle truppe macedoni”. Se dunque Paolo scrive a dei greci dicendo loro che devono proskynein Gesù allora state pur certi che non si riferiva ad un semplice omaggio. Prosyneo ha un significato diverso solo in ambito famigliare, dove rispunta fuori l’etimo arcaico, ossia kyneo(bacio) e significa “abbracciare”. In contesto cultuale è usato per l’adorazione agli dèi pagani d’ogni sorta o ai monarchi orientali. Del resto giacché la grammatica non è concludente possiamo rivolgersi alla Bibbia per sapere se Gesù vada adorato. Essa ci dice: “Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre" (Gv 5,23). Inoltre Paolo nella lettera agli Ebrei applica a Gesù un versetto di adorazione che nell’AT era riferito a Dio Padre, segno palese che al Figlio spetta il medesimo culto.
“E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo adorino tutti gli angeli di Dio.” (Eb 1,6)
Citazione da Sal 96,7 LXX

“I "magi" erano sacerdoti e astrologi Zoroastriani e di certo non volevano adorare Gesu come Dio”

E’ solo un’ipotesi, una stella che guida ad una mangiatoia può ben fare cambiare opinione e spingere all’adorazione.

“Erode di certo non voleva adorare Gesu come Dio, essendo egli giudeo”

Il problema non era se volesse adorarlo o no, ma cosa voleva far credere ai magi.

“Per loro era un profeta potente davanti a Dio.”

Ho paura che tu debba imparare a distinguere tra kerygma pre e post-pasquale. Il NT non riporta le ipsissima verba di Gesù bensì quello che i discepoli gli mettono in bocca a seconda del livello della comprensione teologica cui sono arrivati. Secondo la metà degli esegeti di questo pianeta i discepoli si resero conto della Sua divinità solo dopo la resurrezione. Vangeli come quello di Giovanni rielaborano la figura e i detti di Cristo alla luce della comprensione post-pasquale della divinità del messia. Lo Spirito Santo guida per mano molto lentamente.

“infatti in greco non c'è la parola "alcuni" o "alcuni però" (anche la TDNM inserisce "alcuni") che sono aggiunte dai traduttori”

Ma cosa dici? C’è scritto chiaro e tondo “oi dè”.

“L'assurdità di tradurre in questo caso proskineo con adorare sta nel fatto che i discepoli non potevano nello stesso tempo adorarlo come Dio e dubitare nello stesso momento di lui”

Ci sono due possibili vie d’uscita. La prima, quella che prediligo, è tradurre il dè con “invece”, dunque “al vederlo l’adorarono, alcuni invece dubitavano”. In questo caso non stavano insieme adorando e dubitando bensì un gruppo adorava mentre alcuni invece dubitavano. Altra ipotesi è che qui il verbo sia usato nell’accezione etimologica, cioè “si prostrarono davanti a lui, alcuni però dubitavano”. Ergo non stavo adorando e insieme dubitando, ma prostrandosi dubitando nel cuore.

“O solo un figlio della stessa natura del padre può rivelare suo padre...”

Se è della stessa natura come puoi non adorarlo e non tributargli gli stessi diritti? Paolo ci dice che ogni ginocchio in cielo e in terra deve piegarsi a lui (Fil 2,10), tu lo fai?

“Per quanto riguarda colossesi 2:9 molte traduzioni rendono teòtetos con "natura divina" e non con divinità o peggio deità:”

Non ci siamo con la traslitterazione. T=tau, th=theta.
1)Tradurre con natura divina può solo portare acqua al nostro mulino in quanto chi ha natura divina è Dio esattamente come chi ha natura umana è uomo.
2)L’unica traduzione letterale di theotes è “deità”, le altre sono meno vicine all’originale. Come già scrissi più che una traduzione sia theotes sia il latino deitas( da cui deriva il nostro “deità”) sono la medesima parola, stessa radice e stesso suffisso. Ricostruiamo: (Lat.)dei=(gr.)theo(<*thei). Il tema originale di theos è thei- come si vede ancora in thei-os e nel latino arcaico dei-uos>*dei(u)os>deus. La forma deiuos è attesta epigraficamente. Il medesimo tema c’è in altri derivati indoeuropei come nel pruss. dei-wsa. Poiché dunque theo=dei e tes=tas (con apofonia della vocale) allora theotes=deitas.

“Una costruzione simile si trova in 2Pt 1:1, 2, dove si fa una chiara distinzione fra Dio e Gesù”

Scusa ma non la vedo.

“Questo indica che quando due persone distinte sono unite da kai, se la prima è preceduta dall’articolo determinativo non è necessario ripetere l’articolo determinativo davanti alla seconda.”

Dai come assioma quello che resta da provare, infatti inizi dicendo: “Quando due persone distinte”, ma la distinzione è quello che si deve dimostrare e non la premessa. Inoltre c’è un grave errore metodologico, perché qui non si parla di “persone” ma di due apposizioni (kyrios e theos). La regola di Granville Sharp dice che “quando la congiunzione kai unisce due apposizioni dello stesso caso, singolari, personali e non proprie, se l’articolo (o la preposizione articolata) precede la prima apposizione e non è ripetuto davanti alla seconda, la seconda apposizione si riferisce sempre alla stessa persona che è espressa o descritta dalla prima apposizione.” Tutti i traduttori che rendono diversamente stanno violando la regola senza portare alcuna prova che gli permetta di agire così. Tale regola si applica alla struttura:
articolo + apposizione + kai + apposizione + persona referente

“Esempi di questa costruzione nel testo greco si trovano in At 13:50; 15:22; Ef 5:5; 2Ts 1:12; 1Tm 5:21; 6:13; 2Tm 4:1.”

Giuro che non vedo cosa cavolo c’entrino gli esempi che citi. L’unico ad avere la stessa struttura di Tito 2:13 è 2Ts 1:12, che infatti non c’è problema a rendere in modo trinitario.Ti riporto io strutture identiche a Tito 2,13 e che dunque rientrano nella casistica prevista dalla regola di Granville Sharp, infatti sono tradotte da tutti seguendo la norma:
- Ebrei 12,2 (della fede autore e perfezionatore Gesù);
-Ebrei 3,1 (apostolo e sommo sacerdote …. Gesù);
-2 Pietro 1,1 " (del Dio di noi e Salvatore Gesù Cristo);
- 2 Pietro 1,11 (l'eterno regno del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo);
-2 Pietro 2,20 (del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo);
-2 Pietro 3,18 (del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo);
-Giuda 4 (l'unico Padrone e Signore di noi Gesù Cristo).

Del resto la paranoia ermeneutica dei moderni non ha mai avuto limite, giacché non è la loro lingua quella che maneggiano. I Padri della Chiesa greci invece, che la loro lingua la conoscevano, hanno sempre usato questo passo contro gli ariani: Cipriano, Al fratello Cornelio, lettera 51;Giovanni Crisostono, Omelie su Tito, V; Atanasio, lettera ad Adelfio,6. (Ma se tu e i traduttori che citi conoscete il greco antico meglio di chi in questa lingua è nato allora tanto di cappello)
Persino prima dell’eresia ariana Ireneo (130d.C.) vescovo di Lione chiamava Cristo “ho theos” proprio riferendogli questo passo:
“La Chiesa accolse la fede nell'unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per ricapitolare tutte le cose (Efesini 1,10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo nostro Signore e Dio e Salvatore e Re (Tito 2,13), secondo il beneplacito del Padre invisibile "ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua lo proclami" (Filippesi 2,10) ed egli pronunci su tutti il suo giudizio insindacabile.” (Ireneo, Contro le eresie, I, 10,1)

“per quanto riguarda GV5:18 erano i farisei a dire quelle parole e non dirmi”

Non erano i farisei, è la narrazione di Giovanni: “Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.” (Gv 5,18) Il soggetto della frase è un “egli” sottointeso: “egli chiamava Dio suo Padre facendosi uguale a Dio”, e non “i farisei dicevano che si faceva uguale a Dio”.

“Is 9:5 se Isaia avesse voluto intendere che quel figlio fosse stato il vero Dio degli ebrei o YHWH non avrebbe usato semplicemente El ma appunto YHWH in modo da non lasciare
dubbi,”

I dubbi esistono solo per i politeisti di oggi come quelli che si annidano a Brooklyn, giacché noi cristiani abbiamo un solo El(Dio), e non c’è Dio fuori di lui (Es 20,2).

“la LXX greca (che usava Gesù e i suoi discepoli) non ha inserito il termine "Dio" in questa scrittura ma semplicemente "messaggero[o angelo] del gran consiglio"”

Veramente cosa riportasse la LXX usata ai tempi di Gesù lo sa solo il buon Dio, giacché non abbiamo papiri della LXX relativi all’epoca in questione che contengano questo pezzo. E’ risaputo che molti passi del AT greco furono modificati da alcuni esponenti del giudaismo proprio perché i cristiani li usavano per sostenere le loro profezie su Cristo.

“per loro è una bestemmia!”

Già, il cristianesimo è una bestemmia per qualunque giudeo, infatti tentarono di lapidare il Signore più volte e alla fine lo crocifissero. Il cristianesimo è “scandalo per i giudei”, Paolo docet, ergo, a meno che tu non voglia ridurre la teologia del NT a quella dell’AT, cosa un ebreo possa trovare scandaloso non è rilevante.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 30/10/2005 15.31]

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)