00 12/07/2005 09:15
Possibile? Sì, caro Maurizio, se...

Scontati i rallegramenti per il lieto fine, colgo la domanda

>Possibile che ci si possa dimenticare l’umanità per una religione???

E dico che è possibile e anche giusto se fosse Dio a chiedere di passare sopra agli affetti ragionevolmente.

Dico "ragionevolmente" perché ci sono situazioni in cui è ragionevole farsi forza e comandare al cuore. Ad esempio quando la persona cara, non avendo la mia fede, vorrebbe che io facessi ciò che secondo la mia fede è peccato. Oppure, anche fuori del caso peccaminoso, quando una persona cara pretende di avere dei diritti sul mio cuore superiori a quelli che ha il Creatore (penso alla ostilità e ai ricatti affettivi di un genitore che vorrebbe il figlio nella ditta, mentre quello sente la vocazione a consacrarsi a Dio nella vita religiosa).
In ogni denominazione religiosa esiste un livello oltre il quale è il parente ad essere irragionevole se pretende che si preferisca lui a Dio.

E dico "se fosse Dio" perché il discrimine del discorso è qui, e non contro la religione in quanto tale che (come detto ha i suoi sacrosanti diritti che sono espressione d'amore sia per Dio che per le persone che vorrebbero irragionevolmente distaccarci da lui). Il discrimine sta nello accertare, e a livello biblico in cui si situa la morale geovista è possibile, che NON E' VERO CHE DIO CHIEDA DI CALPESTRARE GLI AFFETTI RAGIONEVOLI.
Dio è sempre ragionevole. Egli è il creatore sia dell'affetto umano che di quello divino; della ragione e della fede. Non può assolutamente chiederci di rinunciare alla ragione. la fede deve essere ragionevole (è il criterio in base al quale possiamo e dobbiamo vagliare "le ragioni della speranza che è in noi" e trovare le "non ragioni proposte da altre illusorie speranze".

Il difetto sta insomma in chi interpreta la Bibbia a Brooklyn
e anche nei TG che si sono lasciati persuadere a dare alla loro Dirigenza fiducia cieca. Il che è tanto più irragionevole quanto più essa protesta di non cogliere la verità infallibilmente.

PS
Nel cattolicesimo non è così. Nonostante sia di fede che il papa è infallibile, è anche di fede che lo è solo a certe condizioni. Di qui la libertà di passare al vaglio ogni suo discorso. Per i teologi è opera normale. Ed esso viene catalogato, a seconda di come si pone: può essere autorevole, semplice parere, infallibile perché in linea con la verità di sempre (o perché pronunciamento ex cathedra), esortazione, promemoria, illusione perché disinformato o anacronistico eccetera...
Ad esempio tanti seguaci di S.E. Lefebvre hanno sbagliato perché si sono fidati senza passare la sua posizione al vaglio della ragionevolezza che deve avere dei criteri che permettono di giudicare se il proprio Vescovo sta facendo bene il suo mestiere di pastore o se è uscito di testa.
Lo stesso dicasi per chi ancora non ha capito che S.E. Milingo non è stato perseguitato dal diavolo nella sua vicenda con il Magistero, ma dalla sua irragionevolezza; si era posto da solo in una situazione teologicamente e giuridicamente ingiustificabile.


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est modus in rebus
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