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Anche i poeti cantano la bellezza del Paradiso

Dante Alighieri, che e' il sommo poeta, che si accosta maggiormente alla Sacra Scritturae ai grandi teologi, ed e' l'eco piu' fedele della Tradizione cristiana medioevale, ebbe il merito di mettere in versi la bellezza del Paradiso parlandoci di:
"Quell'uno e due e tre che sempre vive
E regna sempre in tre e due ed uno
Non circoscritto in tutto circoscrive".

S. Teresa d'Avila che ebbe la grazia di contemplare il Paradiso scrive:
"Quanto e' mai lunga all'esule questa affannosa vita!
Quanto mai duri i vincoli
che m'hanno ormai sfinita!
Mentre m'attendo l'esodo,
immenso e' il mio martoro:
moro perche' non moro...
Morte orsu', dunque, affrettati
scocca il tuo dardo d'oro:
moro perche' non moro".

S. Alfonso Maria de Liguori, grande moralista, adoratore dell'Eucarestia e devoto della Madonna, pensando al Paradiso scriveva:
"Io mi moro per desio
di vederti, o mio Gesu';
già m'annoia, o mio bel Dio,
il piu' vivere quaggiu'...
l'alma mia tra gioia e riso,
quando, quando va gridando,
paradiso, paradiso".

Silvio Pellico, in una bella lirica, che e' forse tutto quello che i nostri poeti hanno saputo dirci sul Paradiso, scrive:
"Paradiso, Paradiso,
degli eletti gran citta':
in te gioia, canto e riso
regna e sempre regnera'...
Che gioconda compagnia
fra i beati conversar;
goder sempre e amar Maria
e coi Santi festeggiar!...
Le delizie di quel regno
non si udiron mai quaggiu',
di scoprir nessun fu degno,
ne' d'intender tanto piu'.
Chi di Dio le sante leggi
sulla terra osservera',
godra' dei celesti seggi
questa gran felicita'."

Anche i pittori immaginano e ci presentano il Paradiso
Lembi di cielo, piu' o meno paradisiaci, si possono vedere nelle innumerevoli cupole delle nostre chiese.
Un lembo originale del Paradiso ce lo fa vedere Giotto nella sua incoronazione della Vergine nella cappella Baroncelli di S. Croce in Firenze.
Il gruppo principale e' naturalmente formato da Gesu' che incorona la sua santa Madre; intorno pero' e' tutto un Paradiso di santi e angeli.
Un altro Paradiso eccezionale ce lo ha donato frate Giovanni da Fiesole, detto il beato Angelico, che ci ha lasciato una tavola, nella quale Gesu' incorona la Madonna in mezzo ad un coro di Angeli e ad una moltitudine di Santi, tutti vivi e gioiosi.
Il quadro piu' rappresentativo del Paradiso e della gloria di tutti i Santi e' certamente l'Agnello immolato di Van Eyck, che dipinge attorno all'Agnello innumerevoli angeli genuflessi, divisi in due schiere e poi una sterminata moltitudine di santi di ogni forma e colore, che nessuno potrebbe numerare.
Tutti sembrano lodare e benedire l'Agnello e seguirlo dovunque egli vada.
L'immagine, riportata sulla copertina di questo libretto (purtroppo chi legge non puo' vederla...), riproduce il Paradiso di Giusto de' Menabuoi (1376-1378), visibile nel battistero della chiesa cattedrale di Padova, affresco di notevole valore.

Ci convincono della bellezza del Paradiso anche le seguenti riflessioni: Gesu' ci incoraggia ad essere generosi nella nostra vita cristiana, promettendoci un grande premio, come quando dice :"Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano...Siate lieti e contenti, perche' Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa" (Mt 5,11); molti cristiani hanno raggiunto le piu' alte vette della santita', anche in vista del premio eterno. S. Francesco esclama: "Tanto e' il bene che mi aspetto che ogni pena mi e' diletto"; S. Giovanni Bosco era solito dire: "Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto" e il Beato Rinaldi affermava:" Il Paradiso non costa mai troppo". Ci sono tante cose belle in questa valle di lacrime; se Dio ha creato un mondo cosi' bello per noi che lo godiamo per pochi anni, tanto piu' sara' bella la sua dimora, in Paradiso, che durera' in eterno.

Continua...