00 01/07/2005 11:52
DOV'E' IL PARADISO

L'opinione piu' antica e comune a tutti i popoli fu sempre di ammettere anche un luogo reale e distinto per l'eterna felicita' delle anime.

I cristiani collocano il Paradiso nel cielo, anche perche' piu' volte Gesu' adopera la parola "cielo" per indicare la particolare abitazione di Dio.
Infatti insegnando ai suoi discepoli la preghiera da rivolgere a Dio Padre, disse: "Quando pregate dite così: Padre nostro che sei nei cieli..." (Mt 6,9).

S. Paolo afferma questa convinzione scrivendo: "Conosco un credente che quattordici anni or sono fu portato fino al terzo cielo...so che quell'uomo fu portato fino in Paradiso...Lassu' udi' cose sublimi che per un uomo e' impossibile ripetere (2 Cor 12,2).
E' certo che le anime dei giusti avranno come loro dimora l'abitazione di Dio e saranno nell'immensita' dove Dio risiede.

Noi non sappiamo dove sia questa sede beata del Paradiso, ma S. Agostino, a chi desidera sapere dove si trova questa sede beata, in cui si potra' vedere, adorare, amare, contemplare Dio, risponde che Dio stesso, dopo questa vita terrena, sara' il luogo dove convergeranno le anime degne del suo premio eterno. (5)

Il cielo non e' un punto di riferimento, un luogo come intendiamo parlando comunemente, ma solo un modo figurato di parlare per invitarci a sollevare lo sguardo al di sopra del fango e delle miserie di questa terra.

Del resto lo stesso S. Paolo apostolo scriveva: "Se voi siete risuscitati insieme con Gesu' Cristo, cercate le cose del cielo, dove Cristo regna accanto a Dio. Pensate alle cose del cielo e non a quelle di questo mondo" (Col 3,1).

Il libro degli Atti degli apostoli ci racconta che Gesu' dopo avere completato la sua missione terrena "...incomincio' a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro piu'" (At 1,9). L'ascensione di Gesu' al cielo fu il coronamento e la conclusione della sua vita terrena; dopo le sofferenze il trionfo e la ricompensa eterna in Paradiso.
Se vogliamo essere glorificati con Gesu' dobbiamo affrontare generosamente le difficolta' della vita presente.

Anche Maria santissima, madre di Gesu' e nostra, e' stata assunta in Paradiso con il suo corpo vergine e la sua anima immacolata. Questa verita' e' sempre stata viva nella coscienza dei cristiani, che ne celebravano solennemente ogni anno la festa, ma fu definita verita' di fede il 1.11.1950 dal Papa Pio XII.

L'ascensione di Gesu' e l'assunzione di Maria vergine, ci confermano che non solo la nostra "anima" godra' della ricompensa eterna in Paradiso, ma anche il nostro "corpo" partecipera' con l'anima alla felicita' eterna.

Nel linguaggio cristiano, per indicare la vita eterna che godranno con Dio coloro che moriranno nella sua amicizia, piu' comunemente si usano queste tre espressioni: cielo, riposo eterno e paradiso.

Con la parola "Cielo" si vuole indicare un nuovo modo di essere, cioe' un essere alla presenza di Dio, vedendolo faccia a faccia e amandolo con tutti gli eletti. Il "Cielo" sara' un nuovo universo, nel quale gli eletti "vedranno Dio faccia a faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte" (Ap 22,4). "La morte non ci sara' piu'. Non ci sara' piu' ne' lutto, ne' pianto, ne' dolore. Il mondo di prima e' scomparso per sempre" (Ap 21,4).

Con le parole "eterno riposo" si vuole indicare che nella vita eterna non ci saranno le fatiche e gli affanni che caratterizzano la vita terrena; ma non si indica nemmeno che sia una vita di semplice far niente, di inattivita'.
Nella vita eterna e' incluso un permanente dinamismo. Come Dio opera incessantemente, cosi' le anime dei giusti avranno un'attivita' celeste che sara' un agire riposante e un riposo operante.

S. Agostino, parlando della felicita' eterna, dice: "Faremo festa e vedremo, vedremo e ameremo, ameremo e loderemo Dio per tutta l'eternita'".
Anche l'Apocalisse parla di riposo, la' dove dice: Udii una voce che diceva dal cielo "Scrivi: beati i morti che d'ora innanzi muoiono uniti al Signore. Si', beati, dice lo Spirito, perche' troveranno riposo dalle loro fatiche, e il bene che hanno fatto li accompagnera'" (Ap 14,13).

Con la parola "paradiso" si vuole indicare la condizione dei giusti, che vivono eternamente con Dio. Il termine Paradiso l'ha adoperato Gesu' stesso quando al ladro crocifisso alla sua destra, che gli aveva detto: Gesu' ricordati di me quando sarai nel tuo regno. Gesu' gli rispose: "Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43).
La stessa liturgia esequiale, a conclusione del rito di commiato, saluta il defunto augurandogli il paradiso e prega cosi': "In Paradiso ti accolgano gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro, povero qui in terra (Lc 16,19), tu possa godere il riposo eterno".



(5) Nuova Biblioteca Agostiniana 25, p. 496

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