In relazione a questo detto...
>Prima di cominciare questa disamina vorrei precisare che i Trinitari non considerano gli scritti dei Padri preniceni inspirati da Dio, perciò non sono autorevoli riguardo alla dottrina. Noi sappiamo fin troppo bene che i Padri (non tutti e non tutti alla stessa maniera) hanno insegnato il subordinazionismo, allo stesso modo, alcuni di loro hanno aderito al millenarismo, in seguito rigettato dalla Chiesa.
Aggiungo
Il Concilio Vaticano II afferma che la Chiesa, nel suo peregrinare storico e sotto l'aiuto dello Spirito Santo di cui Gesù ha promesso l'indefettibile presenza, cresce nella comprensione della verità rivelata e - aggiungo io - la formula sempre più chiaramente secondo gli strumenti linguistici e concettuali di cui viene a disporre. Perciò altro è l'idea rivelata che essa custodisce da sempre e da subito, in maniera intuitiva, non ancora capace di formularla adeguatamente, altro è la sua formulazione, resa particolarmente difficile dalla sua diffusione in Oriente e Occidente, cioè tra due gruppi diciamo etnici che avevano in quel momento storico sviluppato mentalità non del tutto identiche come è invece nella mondialità odierna. Basterà ricordare il modo differente di intendere concetti come ousia, physys, prosopon ecc... E' questo che dette luogo alle "accese controversie" di cui parla il Mc Kenzie, non altro: la difficoltà cioè di convenire in una formulazione che avesse lo stesso senso per tutti e non apparisse invece equivoca o contraddittoria ad una delle due parti.
Va anche aggiunto che il Pensiero dei Padri FA PARTE della Tradizione della Chiesa ma NON E' LA TRADIZIONE, potendo ciascuno di essi, ove più ove meno, sbagliarsi sia nell'intendere che nell'esprimersi (appunto non erano ispirati come gli autori sacri). Perciò la Chiesa come avviene per il criterio della continuità e unanimità del credere* non ritiene che ogni singolo Padre sia espressione della Sacra Tradizione ma lo sia solo il loro insieme quando è concorde e non smentito dal Magistero che resta loro arbitro e Corte di Cassazione in quanto a Pietro è stato affidato il munus di confermare i fratelli nella fede e nell'unità.
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* cf. il famoso criterio di S. Vincenzo di Lerins che afferma essere pensiero vero e infallibile e tradizione della Chiesa "quod ubique, quod semper, quod ab omnibus", un dovunque, un sempre, e un da tutti che non possono asssolutamente essere intesi come plenari ma solo come percentualisticamente maggioritari, altrimenti basterebbe la presenza di un solo eretico nella storia per rompere quell'unico Credo seguito dovunque, sempre e da tutti.
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est modus in rebus