00 11/05/2005 18:26
E' triste ma è così
Scritto da: catechista 11/05/2005 10.47:


Dice Achille
"Dopo un po' di tempo però lo stesso argomento viene riproposto, come se niente fosse..."

Sono esterrefatta! Questo procedimento fa pensare allo "sbagliere è umano ma perseverare diabolico".

"Vulgus vult decipi" - il popolo vuole essere ingannato - diceva qualcuno nell'antichità. E questo accade molto spesso anche con i TdG "convinti": preferiscono credere a tutto quello che insegna WTS, nonostante la mole di prove che possono essere presentate a dimostrazione che molti insegnamenti dell'organizzazione sono erronei. Messi alle strette, piuttosto che ammettere che le cose stanno in questo modo, questi TdG cambieranno discorso, eviteranno di rispondere, minimizzeranno, accuseranno i critici di essere dei bugiardi...
E' infatti troppo difficile, doloroso e destabilizzante ammettere di essersi sbagliati, di aver creduto o di continuare a credere in idee illusorie, prive di validità storica, biblica e scientifica. Fare simili ammissioni significherebbe mettere in discussione le proprie scelte e, molto spesso, un'intera esistenza, vissuta seguendo l'organizzazione. La "difesa" che scatta in simili casi è spesso la "negazione", un modo di fare che viene definito anche "dissonanza cognitiva":
«Si tratta di un fenomeno psicologico per cui l'individuo che riceve il messaggio, in presenza di una contraddizione fra due elementi, provando un disagio psichico, reagirà tentando di ridurla, evitando situazioni o conoscenze che potrebbero aumentarla, al fine di ottenere la consonanza».
In altre parole, le persone che sono state erroneamente persuase a credere in qualcosa di sbagliato faranno un'enorme fatica ad ammettere il loro errore, se mai lo ammetteranno.
In alcuni casi, per non diminuire la propria autostima, tenderanno ad avere fiducia ancora più intensamente in ciò che li ha ingannati, ricorrendo quindi a tutti gli espedienti "logici" e dialettici possibili per riuscire a "negare", anche a se stessi, l'evidenza.

E' lo stesso che "calunniate, calunniate, qualcosa resterà!"
Questa mi è stata riferita come espressione di Stalin. Qualcuno può confermarmi se è vero?

Mi pare che sia una frase di Voltaire.

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 11/05/2005 19.16]