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Le note in calce alla "Bibbia di Gerusalemme" riportano per il versetto 6:7 :"Infatti chi è morto è ormai libero dal peccato",questa spiegazione:"Poichè ha perso lo strumento del peccato ,il suo "corpo di peccato"(v.6),e non è più "nella carne"(v.8,9),il cristiano è di per se affrancato definitivamente dal peccato (Cf. 1 pt 4;1).Oppure egli è sciolto dal peccato,secondo l'assioma giuridico:La morte di un colpevole estingue l'azione giudiaziaria".

Al versetto 6;10 si dice che Egli(Cristo)"mori' al peccato":"Senza essere peccatore il Cristo con il corpo di carne simile al nostro apparteneva alla sfera del peccato:divenuto "spirituale(1 cor 15;45-46)ora appartiene alla sfera divina.Cosi' il cristiano,benchè dimori provvisoriamente nella carne,vive gia dello spirito".

Ancora,nel versetto 6;12 si dice "nel vostro corpo mortale":"Il battesimo ha distrutto il peccato nell'uomo,ma finchè il suo corpo non abbia "rivestito l'immortalità" (1 Cor 15;54),il peccato può trovare in questo corpo "mortale" ,sede della concupiscenza,il mezzo per regnare ancora".

Per quanto riguarda l'ambito giudiziario,a cui fa riferimento la nota, del versetto 6:7 mi sembra chiaro,e lo si capisce anche confrontando la nota al versetto 7:1 che alla morte di un individuo gli atti giudiziari nei suoi confronti non hanno più potere su di lui.O come riferimento a Paolo,l'uomo è affrancato,mediante la morte,dalla propria vita antica,dalle proprie schiavitù e dai propri problemi terreni.Nota al versetto 7:1:"Unito mediante la fede ed il battesimo al Cristo morto e risorto,il cistiano è morto al peccato,morto alla legge,agli elementi del mondo,per vivere soto il sistema nuovo della grazia e dello spirito"

Questo passo potrebbe far riflettere anche sul famoso "i morti non sono consci di nulla".

[Modificato da metalsan 03/05/2005 12.37]