00 28/02/2005 17:58
Condivido in tutto ma...
Ma faccio una precisazione per evitare un possibile equivoco.
E' invalso da un certo tempo a questa parte l'uso di distinguere RELIGIONE da FEDE. Ed è giusto distinguerle, poiché la religione può sia precedere una fede (la religione prerivelata) che seguirla (la religione sorta a seguito di rivelazione).
E per religione allora si intenderà non già la rivelazione/dono e l'adesione ad essa/risposta, ma tutta quella congerie di attività, organizzazione, riti, iniziative sociali, luoghi di culto, forme artistico-letterarie ecc... che gli uomini si sono inventati per socializzare l'esperienza del divino.

Ciò quindi non significa automaticamente - ed è quello che mi preme sottolineare - che siano separate o da separarsi per forza. Possono benissimo andare a braccetto amichevolmente laddove non si pongano in conflitto, e anzi possono anche essere interscambiabili praticamente. A me non mi cambia molto se mi si chiede "hai una fede?" oppure "sei religioso?" perché ho una fede (cattolica) che si concretizza a livello sociale con una religione (la cattolica).

Altro sarebbe il caso - ed è questo che ha dato luogo alla distinzione rimarcata - in cui abbiamo una fede vissuta a livello interiore con trasporto e generosità, e una organizzazione esterna, che costituisce la religione organizzata di quella stessa fede, che potrebbe essersi appesantita da farragini di ogni tipo: regole oppressive, modi di fare assolutizzati, rigidezza di interpretazioni univoche laddove potrebbe esistere una varietà di teologie, apparato di controllo e repressione superattivo, formalismo esteriorista e quant'altro.
E' in tal caso che ha senso il titolo del secondo libro di R. Franz "Fedeltà alla religione o alla propria coscienza?" intendendo la propria coscienza come sede della fede.

Ma qualora questa conflittualità non esista quel titolo sarebbe ambiguo e ingiustificato poiché la fedeltà alla propria coscienza, ben formata nella libertà dei figli di Dio, coinciderebbe esattamente con la fedeltà alla propria religione che l'ha resa tale grazie alla sua opera istituzionale di aver trasmesso il corretto pensiero di Dio.
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est modus in rebus