00 13/12/2006 05:49
«La forma attiva di fusione simbiotica è il dominio o, per usare il termine psicologico corrispondente al masochismo, il sadismo. Il sadico vuole sfuggire alla propria solitudine e al proprio senso d’isolamento impossessandosi di un’altra persona. Sublima se stesso incorporando un altro essere, che lo idolatra.
Il sadico è legato al succubo così come quest’ultimo è subordinato al primo; non può nemmeno vivere senza l’altro. La differenza sta solo nel fatto che il sadico domina, intraprende, offende, umilia, e il masochista è comandato, offeso, umiliato. Questa è una differenza considerevole, in senso realistico; ma in un senso più profondo ed emozionale, la differenza è irrilevante, rispetto a ciò che ambedue hanno in comune: fusione senza integrità. Se si capisce questo, non ci si meraviglierà di scoprire che una persona reagisce sia nel modo sadico che masochistico, verso oggetti diversi. Hiltler agì in un primo tempo in modo sadico, verso il popolo; ma in modo masochistico verso il destino, la storia, l’ “alto potere” della natura. Il suo suicidio tra la distruzione generale è altrettanto caratteristico quanto il suo sogno di successo, di dominio totale.

In contrasto con l’unione simbiotica, l’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due.»

(ERICH FROMM, L’arte di amare, Mondadori, Milano 1991 8a ed., 30-31)
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est modus in rebus