00 09/10/2006 08:59
Segue dal post 3755

“ «Tu sei responsabile per tutta la vita di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…», gli rivela la volpe. E lui se n’è andato dal proprio pianeta! Ecco allora che le parole della volpe sono come un richiamo per indurlo a ritornarvi di nuovo.
Sebbene il Piccolo Principe l’abbia abbandonata, nel suo viaggio nessuna cosa è più presente della rosa. A ogni incontro non può fare a meno di parlarne e si strugge per lei. Chi abbandona il proprio mondo per incontrare altri mondi, non deve temere di aver perduto il proprio. Esso gli diviene sempre più presente. In fondo non si può abbandonare il proprio mondo. Ma è un mistero che io lo riscopra veramente solo incontrando altri mondi.
La rosa è divenuta una parte così essenziale della vita del Piccolo Principe da risplendere ed essere visibile ad altri, proprio in lui. (pag. 50)

(. . .) Dopo che sono entrato in contatto con un mondo, esso è una parte di me e così la terra rimane una parte del Piccolo Principe. [egli è approdato anche ad essa provenendo da un altro pianeta – ndr] E allora non è più possibile dire quale pianeta sia la propria patria. Ogni mondo diverso e straniero diviene la propria patria, così come la propria era divenuta straniera.
Che cosa sia effettivamente il proprio mondo, che cosa sia veramente la rosa per lui, il Piccolo Principe quindi l’ha scoperto nel suo viaggio. Gli si è svelato passo dopo passo. Chi vuole trovare se stesso deve cominciare a cercare gli altri. Chi si occupa solo di sé, trova ridicolo il Piccolo Principe. E’ ridicolo, perché il Piccolo Principe si lascia morire per arricchire in sommo grado la propria vita, e cioè, per trovare se stesso.
Viaggiare in altri mondi non è un arricchimento generico ma un azionare, un mettere in moto il proprio essere, la propria natura. Perché per natura ogni mondo è un viaggio tra i mondi.* Ogni mondo è sorto nel viaggiare di mondo in mondo, così come al Principe il suo fiore è apparso nel suo vero significato solo durante questo viaggio. Viaggiare, andare, pellegrinare, questa è la nostra natura. Non ruotare intorno a se stessi, rimanere fermi, ristagnare. (pag. 51-52)

(. . .) Il viaggio di mondo in mondo aiuta il Piccolo principe a imparare a conoscersi e corregge il suo modo di vedere le cose del proprio mondo. Questa correzione è deludente, ma salutare. Ora, infatti, lui può veramente cominciare ad amare il proprio mondo. Quando aveva abbandonato il proprio pianeta, era «troppo giovane per poter amare il suo fiore». La via che porta ad accettare e amare se stessi è una via molto lunga e talora disagevole. Ogni cosa in me desidererebbe essere amata, ma quanto è facile dirlo e difficile farlo. Ogni cosa desidererebbe essermi amica. (pag. 52)
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* Le persone sono definite proprio dal loro essere costituzionalmente relazionali. La teologia della “cristianità” ci vedrebbe l’immagine di Dio che è appunto in continua relazione perché tripersonale.
(seguita)
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est modus in rebus