00 05/10/2006 09:49
segue dal post 3741
“Il Principe acquisisce un’importante conoscenza nel giardino delle rose, in cui trova improvvisamente cinquemila fiori della stessa specie della sua rosa. E’ molto infelice, infatti, egli aveva ritenuto che la sua rosa fosse l’unica al mondo. Anche se adesso il Principe è triste e si rotola sull’erba piangendo, questa delusione è la fine di un’illusione. Adesso ha imparato che la rosa – in quanto rosa! – non è nulla di particolare.D’ora in poi non sarà più tentato di fissarsi su di lei. Anche se essa si ritiene unica, ora il Principe sa per esperienza che non lo è. Cioò gli permette un certo distacco, la necessaria distanza che finora gli era mancata nel rapporto con questo fiore.
Non è forse così, quando si è innamorati? Si vede solo la propria amata, e nient’altro. Lei è l’unica e il tutto.«L’amore rende ciechi», dicono allora quelli che ci stanno attorno, perché da innamorato, io taglio veramente fuori qualcosa e la mia vista è offuscata. Ma un giorno mi accorgo che i sono molte altre ragazze di cui mi potrei innamorare e allora mi si aprono nuovamente gli occhi. La mia amata appare un po’ più banale. Ma adesso l’amore può situarsi a un livello superiore, perché io ho scelto proprio questa ragazza fra tutte le altre.
Con la volpe si chiarisce ancor meglio l’immagine che il Principe ha del suo fiore.
«Comicio a capire», disse il Piccolo Principe, «C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…». Sebbene essa sia solo una delle tante rose, è diventata la sua, la sola per lui in tutto il mondo. Le altre rose sono veramente belle ma vuote. La sua rosa invece gli è familiare; lui l’ha innaffiata, l’ha messa sotto una campana di vetro, riparata con un paravento e l’ha sentita vantarsi. Questo è il tempo che ha perduto per lei e che rende preziosa la rosa ai suoi occhi.* Prima, quando era affascinato dalla bellezza esteriore della rosa, non l’aveva visto. «L’essenziale è invisibile agli occhi». Gli occhi vedono solo una «rosa», una delle cinquemila o più. Il cuore vede l’essenziale, il tempo che lui le ha dedicato, l’amore che le ha donato.” (pag. 49-50)
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* Letteralmente è ciò che mi è successo questa estate. Da un “bruscolino” è nata una pianta di zucca che per due settimane ha fatto solo fiori. Poi si è decisa è ha prodotto una zucchina. E’ stata l’unica di quella pianta per tutta la durata delle ferie. Ed io che le stavo appresso, la innaffiavo e la vedevo crescere, notavo che cambiava colore, la rigiravo per evitare che si fracicasse sotto… insomma ne è venuta fuori una zucca più grande della mia (e dire che sono uno "zuccone" me lo dicono in tanti!) E pesa 6 chili e mezzo. Ed è anche vero che, a suo modo, la sento vantarsi. Di sicuro deve avermi “addomesticato”, al punto che ora non ho coraggio a mangiarla.
(seguita)
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est modus in rebus