00 26/01/2005 21:29
COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO [1]
Accetto il suggerimento di Berescitte e sposto in questa sede, più pertinente al soggetto, il mio intervento - a puntate - sulla “traumaticità” dell’abbandono dell’Organizzazione, che trae spunto da un interessante scritto di Jerry Bergman, esperto di igiene mentale ed ex tdg. Le osservazioni di Bergman prendono avvio dall’osservazione che l'intervallo di tempo che intercorre tra quando si esce dal movimento e il ritorno a una vita normale dipende, in genere:
• dal grado del proprio coinvolgimento nel geovismo,
• dal tempo tra¬scorso in esso,
• da quanto tempo si è impiegato per uscirne,
• se qualcuno della famiglia o qualche amico è anch'esso coinvolto,
• dal sistema di sostegno disponibile quando si esce.

Il grado di coinvolgimento personale nel movimento della Torre di Guardia, la struttura di sostegno e la forza personale sono, molto probabilmente, i fattori che maggiormente influiscono sul processo di guarigione. Dopo che uno ha rotto con l'Organizzazione, è spesso necessario ristrutturare ex novo la propria vita. In parte ciò dipende dal fatto che, come ha scritto Gaila Noble, «L'insegnamento e le attività del movimento, una volta così perfetti, ora iniziano ad incrinarsi e ad entrare in conflitto (Non erano mai stati considerati in modo obiettivo prima). Il potere degli "anziani" comincia presto a mostrare paralleli con quello di altri gruppi religiosi a conduzione umana».

La ristrutturazione è tale che si diventa una "nuova persona" e la vecchia personalità appare "estranea". Dopo esserne usciti da diversi anni, molti Testimoni affermano che, guardando indietro alla propria passata esperienza e a "che cosa erano prima", trovano difficile credere che potessero aver "abboccato" a qualcuna delle "verità" insegnate dai Testimoni. La vita passata sembra loro estranea, non la ricordano più. Lasciare l’Organizzazione è difficile soprattutto se si ha qualche familiare o qualche caro amico che ne fa ancora parte. Dopo che una persona ne è uscita, l'intera fami¬glia o smette di avere rapporti con quella persona (incoraggiata in questo dalla disassociazione) oppure gran parte della famiglia lascerà anch'essa l'Organizzazione. Ho esperienze personali, dirette e indirette, che dimostrano come quest’ultima possibilità sia abbastanza ricorrente (Bergman la quota al 60% dei casi!)

geovologo

Continua in [2]….

[Modificato da berescitte 27/01/2005 7.48]

Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.