00 28/12/2004 14:00
Per una semplice ragione, i meccanismi che permettono i terremoti sogni gli stessi che hanno creato la deriva dei continenti e cha hanno permesso la nascita della vita. L’unico modo per evitare catastrofi è un mondo immobile, perché il divenire muta e ciò che era prima scompare. Secondo la visioni spinoziana del miracolo, che io amo molto, Dio non interrompe le leggi della natura quando interviene, ma fa coincidere le sue azioni con eventi naturali. Ad esempio ha fatto sì che gli ebrei passassero per il cosiddetto “Mar Rosso” nel momento esatto in cui sapeva c’era la bassa marea, o, come dicono altri, nel momento stesso in cui nell’isola di Santorini la più tremenda esplosione del mondo antico aveva luogo, in modo da cambiare il livello dei mari anche a centinaia di chilometri di distanza. Dio sin dall’inizio sapeva che quell’esplosione sarebbe avvenuta, e dunque ha fatto coincidere il passaggio degli ebrei attraverso il “Mar Rosso” in quell’istante. Il grande Leibniz sosteneva che questo è il migliore dei mondi possibili, ossia che Dio permette il male solo in vista di un bene più grande. In questo caso il meccanismo dei terremoti ha permesso che si formassero gli ecosistemi sulla terra, infatti senza la diversificazione tra montagne e valli causata da movimenti tettonici sarebbe stata impossibile la biodiversità, il ciclo idrico, per non parlare del fatto che i sismi fanno emergere nutrienti che altrimenti nel corso dei millenni sarebbero erosi dalla superficie e trasportati nel fondo degli oceani, rendendo impossibile la vita. Non voglio dire che Dio ha causato questo terremoto, semplicemente ha progettato un universo dinamico, dove noi per esistere abbiamo bisogno d’aver intorno cose che si muovono e mutano. I teologici medievali concordavano quasi tutti su una cosa, persino Ockham il quale teorizzava la potentia Dei absoluta, ossia che Dio non può scappare dal principio di non-contraddizione. Non può essere e non-essere allo stesso tempo, non può creare una cosa che sia contemporaneamente immobile e in divenire. Dal nostro punto di vista quei morti sono una tragedia, ma chi crede veramente sa che sono nelle mani del Signore, e che le sofferenze su questa terra sono un nulla paragonate alla gioia della vita con Dio.

A presto
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)