00 18/10/2004 13:36
entetuligmènon èis ena tòpon...
Senza che ci porti fuori del seminato ma, avendo toccato un argomento a me carissimo, butto là qualche utile precisazione, anche perché l'ipotesi di "prova fisica della risurrezione" è stata avanzata per primo dal mio professore di esegesi buon'anima Francesco Spadafora ora defunto.

La versione di Persili (con cui ho intenzione di incontrarmi per perfezionare insieme il discorso) ha qualche smagliatura. Non vanno bene né quel "per terra" né il tradurre lo stesso termine otònia ora bende ora fasce, né soprattutto quella dizione "in posizione unica" del sudario che non si capisce cosa voglia dire.

All'amico Polymetis, più esperto di me in greco, suggerisco di approfondire, se:
keìmena - possa significare, oltre che per terra, "appiattite"
otònia - tradurlo sempre "bende"
èis ena topon - possa significare oltre che in un posto anche "nell'unico/stesso posto")
chorìs - non abbia solo il senso di a parte ma anche di "diversamente"
entetuligmènon - non di ripiegato ma di "ancora avvolto"
Allora ne verrebbe fuori che Giovanni e Pietro videro le bende (che avevano avvolto la sindone) non per terra ma schiacciate, appiattite mentre il sudario (fazzoletto/mentoniera con sotto la sindone) che era stato sul capo di Gesù non anch'esso appiattito al pari delle bende ma allo stesso posto (della testa) però non schiacciato ma ancora avvolto/rigonfio come se ci fosse la testa dentro (perché essendo stato avvolto attorno al capo e stretto attorno al collo con tanto di sindone di lino rigido sotto non si era afflosciato come il resto del corpo allo sparire del corpo.

Quindi Giovanni vide (alcuni mss dicono "videro") e credette perchè capì che quel corpo non poteva essere uscito da quell'involucro che passandogli attraverso.
L'energia "atomica" di cui parlano alcuni va intesa come "energia radiante" di tipo sconosciuto che, pur essendo causata miracolosamente da Dio risuscitante potrebbe essere la fonte dell'impronta sindonica che non è fatta di pigmento.
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est modus in rebus