non ci sono più le mezze stagioni?...E il tempo della fine

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Francesca Galvani
00mercoledì 18 aprile 2007 13:51
Siamo nel gennaio 1828.
Già a quel tempo ferveva a il dibattito sul raffreddamento globale: insigni scienziati si chiedevano se non fosse in qualche modo colpa dell'uomo. Leopardi non era scienziato, ma aveva questa mania fastidiosissima di dir la sua (non interpellato) su qualsiasi argomento. Riguardo alle mezze stagioni, egli riporta un articolo scritto 144 anni prima (e siamo già nel 1683…) in cui un tal Magalotti si lamenta "che l’ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi...

“Qui in Italia è voce e querela comune che i mezzi tempi non vi son più, e in questo smarrimento di confini, non vi è più dubbio che il freddo acquista terreno. Io ho udito dire a mio padre che in sua gioventù a Roma, la mattina di pasqua di resurrezione ognuno si rivestiva da state.
Adesso chi non ha bisogno d’impegnar la camiciola, vi so dire che si guarda molto bene di non alleggerirsi della minima cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’inverno".
Magalotti, Lettere familiari, parte I. lett. 28. Belmonte 9 Febbraio 1683

Già nel XVII secolo, dunque le mezze stagioni si davano per spacciate. Ma Leopardi minimizza, secondo lui è tutto un problema di ricordanze, come al solito, di nostalgia.

Il vecchio, laudator temporis acti se puero [=che loda il tempo della sua infanzia], non contento delle cose umane, vuol che anche le naturali fossero migliori nella sua fanciullezza e gioventù, che dipoi. La ragione è chiara, cioè che tali gli parevano allora; che il freddo lo noiava e gli faceva sentire infinitamente meno, ec. ec. Del resto non ha molt’anni che le nostre gazzette, sulla fede dei nostri vecchi, proposero, proposero come nuova nuova ai fisici la questione del perché le stagioni a’ nostri tempi sieno mutate d’ordine ec. e cresciuto il freddo; e ciò da alcuni fu attribuito al taglio de’ boschi del Sempione ec. ec. Quello che tutti noi sappiamo, e che io mi ricordo bene è, che nella mia fanciullezza il mezzogiorno d’Italia non aveva anno senza grosse nevi, e che ora non ha quasi anno con nevi che durino più di poche ore. Così dei ghiacci, e insomma del rigore dell’invernata. E non però che io non senta il freddo adesso assai più che da piccolo. (Zibaldone di pensieri, 8 gennaio 1827).
berescitte
00mercoledì 18 aprile 2007 16:21
E' sicuro che ci manca il monitoraggio preciso ma...
- Carducci ha scritto "Te redimito di fior purpurei april te vide sul colle emergere".
Quei cosi purpurei dovevano essere i papaveri, che ancora non si vedono;

- e io ho recitato questa poesia proprio il 25 aprile ai miei piccoli nel Foro Romano. E non stavano col cappottino;

- io da ragazzino ad aprile avevo i pantaloncini corti. Ma forse el sangrey più caliente;

- anch il detto "aprile dolce dormire" dovrebbe fare riferimento ai nuovi tepori.

Ma tanto ce sapemo adattà a tutto.

Unaltra cosa sicura è che cent'anni fa (faccio riferimento ai miei 130) d'estate il sole lo sentivi dove picchiava, in testa , sulle spalle, sulle braccia ecc...
Invece nelle estati odierne ci sono giorni in cui ci si sente oppressi da tutti i lati, come se stessimo dentro una pentola a pressione che ci sta cuocendo a vapore.
Non vi fa quest'effetto a voi?
Agabo
00mercoledì 18 aprile 2007 19:32
La "fine", forse sì, chissà?
Non tutti abbiamo la fortuna d'essere dei 'centenari', ma anche se lo fossimo ... i parametri affidati alla memoria personale o a quella 'malata di nostalgia' altrui hanno poco di scientifico e rispecchiano la situazione climatica pregna di materne preoccupazioni per il piccolo orticello domestico...

Oggi le cose vanno diversamente. Forse non siamo in grado di parametrare le variazioni climatiche sulla base di "ere", ma su quella di qualche centinaio d'anni sì. Sicuramente sulla base di quelli riscontrati nell'ultimo secolo, o giù di lì. E i rapporti a questo proposito sono allarmanti.

L'uomo c'entra in tutto questo? L'uomo, le sue idee i onnipotenza, la sua tecnologia, il suo senso di progresso ...sì, c'entrano molto nei cambiamenti climatici in corso.

E' un segno della fine anche questo? Non lo so, ma vorrei poter riflettere 'comunitariamente' questo testo:

Apocalisse 11:18: "Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra"

"Distruggere la terra"! A me sembra un concetto che difficilmente poteva nascere nella testa dei nostri bis-bisnonni: non si conosceva ancora la forza di certe idee e di certi mezzi distruttivi. "Qualcuno", però, siccome vive in un'altra dimensione temporale, poteva ben predire una cosa del genere.
Come la leggete voi questa predizione?
Achille Lorenzi
00mercoledì 18 aprile 2007 19:58
Agabo ha scritto:

..."Distruggere la terra"! A me sembra un concetto che difficilmente poteva nascere nella testa dei nostri bis-bisnonni: non si conosceva ancora la forza di certe idee e di certi mezzi distruttivi. "Qualcuno", però, siccome vive in un'altra dimensione temporale, poteva ben predire una cosa del genere.
Come la leggete voi questa predizione?

Ne abbiamo parlato anche qui: freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6176

Ciao
Achille
Achille Lorenzi
00mercoledì 18 aprile 2007 20:03
Francesca Galvani ha scritto:

Siamo nel gennaio 1828. ...
Già nel XVII secolo, dunque le mezze stagioni si davano per spacciate. Ma Leopardi minimizza, secondo lui è tutto un problema di ricordanze, come al solito, di nostalgia...

Andando indierto di parecchi secoli troviamo lo stesso luogo comune:
«Tutto ciò che avviene era predetto; tutto ciò che si vede preannunciato: che le terre divorano le città; i mari portan via le isole; le guerre all'interno ed all'esterno dilaniano i popoli; i regni cozzano contro i regni; la carestia, la peste, o i disastri locali e i numerosi casi di morte devastano un gran numero di paesi; gli umili sono trasformati in grandi ed i grandi in umili; la giustizia si fa rara l'ingiustizia cresce; l'amore delle cose buone si intorpidisce; persino il modo di comportarsi delle stagioni e le leggi dei corpi celesti escon di carreggiata; l'ordine della natura è turbato da presagi funesti e da prodigi: tutte queste cose sono state narrate anticipatamente. Mentre noi le sopportiamo, possiamo leggerle; mentre veniamo a conoscerle, esse si verificano. Il verificarsi di una profezia è, mi sembra, una prova della sua divinità».
Di quale periodo di tempo si sta parlando? Si noti l'accenno al cambiamento delle stagioni... molti non avrebbero esitazioni nel dire che si tratta di una descrizione dei nostri tempi. Invece... è un brano tratto dell'Apologetico di Tertulliano (XX, 2,3 ). Tertulliano visse nel secondo secolo dopo Cristo! Anche nel suo tempo quindi esistevano problemi e calamità che facevano credere ai contemporanei di essere vicini alla fine. La stessa cosa è avvenuta in tante altre epoche della storia umana, compresa la nostra.
Cfr. www.infotdgeova.it/profezie/venuta.php

Ciao
Achille
Trianello
00mercoledì 18 aprile 2007 23:22
Comunque: si stava meglio quando si stava peggio.
Agabo
00giovedì 19 aprile 2007 08:59
Re: Chi si lamenta di questi cambiamenti ha sempre ragione.

Scritto da: Achille Lorenzi 18/04/2007 20.03
Francesca Galvani ha scritto:

Siamo nel gennaio 1828. ...
Già nel XVII secolo, dunque le mezze stagioni si davano per spacciate. Ma Leopardi minimizza, secondo lui è tutto un problema di ricordanze, come al solito, di nostalgia...

Andando indierto di parecchi secoli troviamo lo stesso luogo comune:
«Tutto ciò che avviene era predetto; tutto ciò che si vede preannunciato: che le terre divorano le città; i mari portan via le isole; le guerre all'interno ed all'esterno dilaniano i popoli; i regni cozzano contro i regni; la carestia, la peste, o i disastri locali e i numerosi casi di morte devastano un gran numero di paesi; gli umili sono trasformati in grandi ed i grandi in umili; la giustizia si fa rara l'ingiustizia cresce; l'amore delle cose buone si intorpidisce; persino il modo di comportarsi delle stagioni e le leggi dei corpi celesti escon di carreggiata; l'ordine della natura è turbato da presagi funesti e da prodigi: tutte queste cose sono state narrate anticipatamente. Mentre noi le sopportiamo, possiamo leggerle; mentre veniamo a conoscerle, esse si verificano. Il verificarsi di una profezia è, mi sembra, una prova della sua divinità».
Di quale periodo di tempo si sta parlando? Si noti l'accenno al cambiamento delle stagioni... molti non avrebbero esitazioni nel dire che si tratta di una descrizione dei nostri tempi. Invece... è un brano tratto dell'Apologetico di Tertulliano (XX, 2,3 ). Tertulliano visse nel secondo secolo dopo Cristo! Anche nel suo tempo quindi esistevano problemi e calamità che facevano credere ai contemporanei di essere vicini alla fine. La stessa cosa è avvenuta in tante altre epoche della storia umana, compresa la nostra.
Cfr. www.infotdgeova.it/profezie/venuta.php

Ciao
Achille



Chi si lamenta di questi cambiamenti ha sempre ragione, non foss'altro perché c'è sempre una componente emotiva che deforma la visione delle cose. Anche chi non se ne lamenta ha ragione per gli stessi motivi! Ma...
questo ci deve far chiudere tranquillamente gli occhi sull'allarme ecologico lanciato (si badi bene!) non da qualche settario impaziente di vedere Armaghedon, ma da scienziati di tutto il mondo su basi oggettive, non confessionali, i quali proiettando i dati che hanno in mano, avvertono l'umanità che fra qualche decennio e se non si prenderanno misure adeguate, quello che potrà accadere farà impallidire le più tetre previsioni escatologiche dei testimoni di Geova?
berescitte
00giovedì 19 aprile 2007 12:31
Suggerisco di leggere "Ripensiamo la storia" di Vittorio Messori.
Nell'ultimo numero di "Il Timone" ha segnalato una esilarante manciata di previsioni - tutte di esperti! - smentite alla grande dai fatti.
Achille Lorenzi
00giovedì 19 aprile 2007 12:55
Agabo ha scritto:

...questo ci deve far chiudere tranquillamente gli occhi sull'allarme ecologico lanciato (si badi bene!) non da qualche settario impaziente di vedere Armaghedon, ma da scienziati di tutto il mondo su basi oggettive, non confessionali...

Veramente ci sono anche scienziati che - basandosi sugli stessi dati - credono che i cambiamenti climatici che si avvertono abbiano cause del tutto naturali.
Ne abbiamo discusso qui: freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6492

Ciao
Achille
animhatua
00giovedì 19 aprile 2007 13:04
Re: Re: Chi si lamenta di questi cambiamenti ha sempre ragione.

Scritto da: Agabo 19/04/2007 8.59


Chi si lamenta di questi cambiamenti ha sempre ragione, non foss'altro perché c'è sempre una componente emotiva che deforma la visione delle cose. Anche chi non se ne lamenta ha ragione per gli stessi motivi! Ma...
questo ci deve far chiudere tranquillamente gli occhi sull'allarme ecologico lanciato (si badi bene!) non da qualche settario impaziente di vedere Armaghedon, ma da scienziati di tutto il mondo su basi oggettive, non confessionali, i quali proiettando i dati che hanno in mano, avvertono l'umanità che fra qualche decennio e se non si prenderanno misure adeguate, quello che potrà accadere farà impallidire le più tetre previsioni escatologiche dei testimoni di Geova?


Condivido in toto, pur dissociandomi dalle idee geoviste
credo che non facciamo abbastanza sia singolarmente che come comunità per proteggere il pianeta dal disastro ecologico,
le risorse della terra non sono un pozzo senza fondo, e stiamo facendo di tutto per toccarlo...senza contare quello che facciamo deliberatamente per distruggerlo.. [SM=x570912]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:18.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com