nelle moschee si deve predicare in italiano

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renato-c
00lunedì 19 gennaio 2009 11:46
Salve
propongo questa discussione che io trovo giusta,
ma però può presentare alcune difficoltà,
perchè ogni religione ha la propia lingua sacra ,
anche la Chiesa è ritornata al latino e gli ebrei pure pregano in ebraico.
che dire?

tratto da Repubblica

CRONACA
La proposta del presidente della Camera in vivita ad Abu Dhabi
"Il Corano sia letto nella lingua del paese in cui si trova il musulmano"

Fini: "Nelle moschee si preghi in italiano
per evitare istigazioni all'odio"

"E' giusto che un momento, che dev'essere solo religioso, rimanga tale"

ROMA - La predicazione nelle moschee deve essere fatta in lingua italiana. Più in generale, il Corano deve essere predicato nella lingua del paese in cui il musulmano vive. E' con questa proposta che il presidente della camera, Gianfranco Fini, riaprire il dibattito, già fonte di polemiche, sui luoghi di culto islamici nel nostro Paese.

Fini parla da Abu Dhabi, dove si trova nell'ambito di una visita negli Emirati Arabi. E si dice d'accordo con il principe bin Zayed il quale, spiega il presidente della Camera, "è fermamente convinto della necessità, in Italia come negli altri Paesi, di una predicazione del Corano nella lingua del paese che ospita il musulmano. E ciò perché, come avviene negli Emirati, non ci sia alcun tipo di predicazione e istigazione all'odio durante un momento che deve essere soltanto religioso".

Questa notazione, sottolinea il presidente della Camera, "va tenuta presente soprattutto in Italia, vista la superficialità con cui qualche volta da noi si affrontano questioni così complesse". Negli Emirati Arabi Uniti esiste un'autorità dello Stato che verifica che le orazioni pronunciate nelle moschee non contengano istigazioni all'odio.

(18 gennaio 2009)

www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/moschee-italia/moschee-italia/moschee-ita...
Polymetis
00lunedì 19 gennaio 2009 12:28
"anche la Chiesa è ritornata al latino"

Cosa? che intendi? Come sempre quando si parla usando il soggetto "Chiesa" occorre sperificare di che cosa si sta trattando, perché la Chiesa non è la gerarchia cattolica, non è il clero, e non è lo Stato del Vaticano, bensì tutto il popolo di Dio, defunti compresi, e dunque non ha alcuna lingua. Quanto alla lingua ufficiale della Città del Vaticano essa non è tornata ad essere il latino, ma è sempre stata il latino. Se invece vuoi parlare della lingua usata per la liturgia, il messale ordinario è nella lingua del luogo, vale a dire il l'italiano nel nostro caso. Coloro che celebrano col messale latino di S. Pio V non lo fanno per via ordinaria, bensì grazie ad una dispensa particolare data dal Santo Padre, e dunque tutto si può dire tranne che la liturgia sia tornata in latino. E comunque, anche in questo caso, è la liturgia ad essere in latino, non la predica.
renato-c
00lunedì 19 gennaio 2009 15:10



Carissimo Polimetis
a parte il discorso Chiesa,io semplicemente l'avevo citata,perchè sò che recentemente è stato nuovamente introdotto la messa in latino ed era solo un esempio.
comunque il problema potrebbe suscitare discussione,perchè per al momento non mi risulta leggi che proibiscono a certe persone di radunarsi e parlare la loro lingua diversa dall'italiano.
Poi visto che si parla in Italia molto di integrazione ,
bene!
questo è il momento che parlino italiano per integrarsi no?.
poi si potrebbe pregare in qualsiasi lingua,ma la predica è altra cosa .
Insomma non lo sò nemmeno io se è giusto o no?
io metterei telecamere audio e video e registrazione obbligatoria di tutto quello che vien fatto e questo anche per la loro incolumità.
Renato

edinz
00martedì 20 gennaio 2009 01:05
Per me è un falso problema. La lingua adottata è quella della cultura degli uomini a cui la religione si rivolge. Se ci fosse interesse da parte di una buona parte di popolazione italiana verso l'islam, sono sicuro che i rappresentanti di Allah in Italia non avrebbero nulla in contrario a intrattenere preghiere e predicazioni nella nostra lingua. Finché, però, le moschee saranno popolate solo da gente di lingua araba, non vedo perché non dovrebbero continuare a parlare arabo. L'integrazione, quella vera, la si ottiene nella quotidianità della vita civile, non nel pretendere di omologare a nostro piacimento, anche se solo per la lingua, un rituale religioso di cui, come popolazione, poco c'importa.



edinz
00martedì 20 gennaio 2009 01:08
Re:
renato-c, 19/01/2009 15.10:




io metterei telecamere audio e video e registrazione obbligatoria di tutto quello che vien fatto e questo anche per la loro incolumità.
Renato





Perché allora non mettiamo telecamere e microspie nelle case di ogni famiglia italiana: si sa che le più grandi violenze compiute sui minori avvengono tra le mura domestiche... no, proprio non ci siamo! [SM=x570881]

renato-c
00martedì 20 gennaio 2009 07:20

Salve Edinz
in verità ho messo questa discussione,perchè trovo eccessiva la proposta di Fini e che potrebbe generare malcontento e risentimenti.
Le telecamere non credo che vadino contro la pryvaci perchè sono luoghi pubblici,la famiglia invece no.
Purtroppo il problema esiste e bisogna pur diffendersi.
Questo però richiede anche il rispetto della legge e secondo me proibire la loro lingua non credo sia legale,anche perchè altre religioni pregano in diverse lingue.
tu cosa proponi?
Buona giornata
Renato

socrates56
00martedì 20 gennaio 2009 07:39
Al di là del problema della sicurezza, esiste una questione di fondo di tipo religioso e non solo. I cristiani non ritengono che esista una lingua sacra: dunque, purché ci sia fedeltà al contenuto del messaggio, si può predicare in qualsiasi lingua (del resto fin quasi dalle origini la Chiesa ha avuto due lingue "pricipali", il latino e il greco. Inoltre non dimentichiamo che buona parte dell'antico testamento è stato scritto in lingua ebraica. Invece, se sono ben informata, i mussulmani considerano l'arabo una lingua sacra: si deve perciò conoscere l'arabo (o almeno l'arabo del Corano) per poter pregare correttamente. è un problema dunque che accomuna tutti i mussulmani (per esempio anche i turchi devono studiare l'arabo).
Per quanto riguarda gli ebrei, mi pare che non siano "obbligati" ad usare la lingua ebraica. Diverso rimane comunque il problema dello stato di Israele, dopo si è deciso (personalmente ritengo con saggezza) che per amalgamare fra di loro gli emigranti da tutto il mondo fosse indispensabile proporre una lingua che non fosse quella parlata solo da un particolare gruppo di cittadini del nuovo stato. Socrates
edinz
00martedì 20 gennaio 2009 09:18
Re:
renato-c, 20/01/2009 7.20:


...
Purtroppo il problema esiste e bisogna pur diffendersi.
...




Caro Renato, sarà un mio limite ma proprio non riesco a comprendere a quale problema tu alluda: potresti spiegarmelo?

renato-c
00martedì 20 gennaio 2009 17:26
Re: Re:
edinz, 20/01/2009 9.18:




Caro Renato, sarà un mio limite ma proprio non riesco a comprendere a quale problema tu alluda: potresti spiegarmelo?




Salve
il problema è sorto con l'ultima preghiera in piazza Duomo .
per portare in piazza un gruppo così ,con striscioni,bandiere ecc..
sinceramente non credo cosa spontanea,ma organizzata.
Poi di tanto in tanto vengono messe sotto inchiesta vari predicatori islamici che durante le loro attività religiose in moschea ,hanno predicato o incitato a varie sovversioni internazionali.
C'è perciò modo di pensare che vengono usate le moschee per vari recclutamenti per complotti .

Accuse? Politica?Vero?,Falso?
Bohhh?
a seguito dell'ultimo fatto in piazza Duomo ,alcuni si son chiesti cosa viene predicato in quei luoghi.
Qui nasce il problema che nelle moschee si debba parlare italiano affinchè tutti possano comprendere.
saluti

edinz
00martedì 20 gennaio 2009 20:46
Re: Re: Re:
renato-c, 20/01/2009 17.26:



Salve
il problema è sorto con l'ultima preghiera in piazza Duomo .
per portare in piazza un gruppo così ,con striscioni,bandiere ecc..
sinceramente non credo cosa spontanea,ma organizzata.
Poi di tanto in tanto vengono messe sotto inchiesta vari predicatori islamici che durante le loro attività religiose in moschea ,hanno predicato o incitato a varie sovversioni internazionali.
C'è perciò modo di pensare che vengono usate le moschee per vari recclutamenti per complotti .

Accuse? Politica?Vero?,Falso?
Bohhh?
a seguito dell'ultimo fatto in piazza Duomo ,alcuni si son chiesti cosa viene predicato in quei luoghi.
Qui nasce il problema che nelle moschee si debba parlare italiano affinchè tutti possano comprendere.
saluti




La mia cultura profondamente libertaria, mi porta pensare che sia molto più importante la libera espressione rispetto a una presunta maggior sicurezza sociale. Dico presunta sicurezza, perché non è così certo che mettere le mordacchie al movimento islamico in Italia (in occidente più in generale) significhi poi avere un'effettiva minor probabilità di terrorismo, perché credo che sia questo a cui alludi quale problema. Anche la preghiera in piazza Duomo, non mi pare sia così improponibile, a patto che i partecipanti al rito non limitino la libertà altrui. Del resto, anche le processioni cattoliche sono manifestazioni pubbliche e organizzate: perché nessuno fiata al riguardo? Eppure, a volte, sono una scocciatura per chi abita sul percorso della pia "carovana d'anime" in cerca di salvezza.

In sintesi, penso che la libertà sia una condizione umana irrinunciabile e limitarla, anche solo per frammenti qua e là, sia una prepotenza dell'uomo sull'uomo, oltre che un pericolo per la deriva illibertaria che potrebbe innescarsi.


renato-c
00mercoledì 21 gennaio 2009 14:10
Re: Re: Re: Re:
edinz, 20/01/2009 20.46:



La mia cultura profondamente libertaria, mi porta pensare che sia molto più importante la libera espressione rispetto a una presunta maggior sicurezza sociale. Dico presunta sicurezza, perché non è così certo che mettere le mordacchie al movimento islamico in Italia (in occidente più in generale) significhi poi avere un'effettiva minor probabilità di terrorismo, perché credo che sia questo a cui alludi quale problema. Anche la preghiera in piazza Duomo, non mi pare sia così improponibile, a patto che i partecipanti al rito non limitino la libertà altrui. Del resto, anche le processioni cattoliche sono manifestazioni pubbliche e organizzate: perché nessuno fiata al riguardo? Eppure, a volte, sono una scocciatura per chi abita sul percorso della pia "carovana d'anime" in cerca di salvezza.

In sintesi, penso che la libertà sia una condizione umana irrinunciabile e limitarla, anche solo per frammenti qua e là, sia una prepotenza dell'uomo sull'uomo, oltre che un pericolo per la deriva illibertaria che potrebbe innescarsi.





Salve
Sinceramente non condivido propio un bel,ma bel nulla di cui scrivi.

Io personalmente ritengo di essere laico e mi sembra di essere aperto ad ogni cultura e religione.
Non centra niente la processione cattolica con quello che hanno fatto gli islamici in piazza duomo,che hanno bruciato bandiere e con striscioni hanno inneggiato contro Israele.
Queste cose sono molto gravi e non mi risulta che sono cose che fanno i cattolici in processione.
Qui non si tratta di limitare libertà a nessuno,ma vi sono prove molto fondate che in questi luoghi si faccia politica e non religione.
basta che segui un po i giornali per vedere i coinvolgimenti vari di lider musulmani in problemi di terrorismo o guerre sante.
Quando si prega,questo atto deve essere un momento di pace e non credo che si possa pregare per la morte dei nemici,ma per la loro conversione ,per la salvezza di tutti ,per molte altre cose positive atte all'amore e alla pace.
Sinceramente non hai una cultura libetaria come dici,perchè libertà è anche rispetto verso altri e non si deve promuovere l'odio,ma la pace.





edinz
00mercoledì 21 gennaio 2009 19:29
Re: Re: Re: Re: Re:
renato-c, 21/01/2009 14.10:



Salve
Sinceramente non condivido propio un bel,ma bel nulla di cui scrivi.

Io personalmente ritengo di essere laico e mi sembra di essere aperto ad ogni cultura e religione.
Non centra niente la processione cattolica con quello che hanno fatto gli islamici in piazza duomo,che hanno bruciato bandiere e con striscioni hanno inneggiato contro Israele.
Queste cose sono molto gravi e non mi risulta che sono cose che fanno i cattolici in processione.
Qui non si tratta di limitare libertà a nessuno,ma vi sono prove molto fondate che in questi luoghi si faccia politica e non religione.
basta che segui un po i giornali per vedere i coinvolgimenti vari di lider musulmani in problemi di terrorismo o guerre sante.
Quando si prega,questo atto deve essere un momento di pace e non credo che si possa pregare per la morte dei nemici,ma per la loro conversione ,per la salvezza di tutti ,per molte altre cose positive atte all'amore e alla pace.
Sinceramente non hai una cultura libetaria come dici,perchè libertà è anche rispetto verso altri e non si deve promuovere l'odio,ma la pace.









Non avevo seguito il fatto di cronaca; da come ne avevi parlato, pensavo si trattasse solo di un assembramento per pregare in pubblico. Comunque, parlavo di manifestazioni nel rispetto altrui. Mi pare evidente, che se vi sono state degenerazioni come quelle che dici, non siamo in presenza dei presupposti per una manifestazione civile e tollerabile.

Tuttavia, il binomio mussulmano-terrorista non mi trova d'accordo, è una generalizzazione pericolosa.

Ovvio, poi, che rispedisco al mittente le accuse di essere un poco di buono. Scusa, io non promuovo l'odio.

Sara-61
00mercoledì 21 gennaio 2009 20:18
Re: Re: Re: Re: Re:
renato-c, 21/01/2009 14.10:



Salve
Sinceramente non condivido propio un bel,ma bel nulla di cui scrivi.

Io personalmente ritengo di essere laico e mi sembra di essere aperto ad ogni cultura e religione.
Non centra niente la processione cattolica con quello che hanno fatto gli islamici in piazza duomo,che hanno bruciato bandiere e con striscioni hanno inneggiato contro Israele.
Queste cose sono molto gravi e non mi risulta che sono cose che fanno i cattolici in processione.
Qui non si tratta di limitare libertà a nessuno,ma vi sono prove molto fondate che in questi luoghi si faccia politica e non religione.
basta che segui un po i giornali per vedere i coinvolgimenti vari di lider musulmani in problemi di terrorismo o guerre sante.
Quando si prega,questo atto deve essere un momento di pace e non credo che si possa pregare per la morte dei nemici,ma per la loro conversione ,per la salvezza di tutti ,per molte altre cose positive atte all'amore e alla pace.
Sinceramente non hai una cultura libetaria come dici,perchè libertà è anche rispetto verso altri e non si deve promuovere l'odio,ma la pace.








[SM=x570923]

Secondo i veri razzisti sono loro che non hanno tolleranza e rispetto nei confronti delle altre culture.....vedi la questione del crocefisso di qualche anno fa.....


[SM=g1543902] sara

francocoladarci
00mercoledì 21 gennaio 2009 21:44
Cogliere la sostanza della discussione.
Quando qualcuno scrive un post, a mio giudizio ciò che si deve valutare è il “ nocciolo” del discorso, precisiamo che, non tutti hanno un livello culturale tale da farli esprimere in un linguaggio forbito, ed esatto, faccio un esempio: quando uno scrive che” La Chiesa ha detto/fatto qualcosa ”, il lettore comprende che si riferisce alla gerarchia ecclesiale, e non allo stato del Vaticano, ne tantomeno a tutto il popolo di Dio, andare a cavillare sulle esatte terminologie vuol dire innescare potenziali discussioni che nulla hanno di costruttivo.

Lo spirito di chi scrive sta nel aprire un argomento d’interesse generale, può darsi che non conosca, o sorvoli certe precisazioni, che ripeto sarebbero esatti ma non indispensabili per comprendere lo spirito del post.
Il mio, è solo un contributo affinché nei post ci si arricchisca sempre più.
Franco
renato-c
00giovedì 22 gennaio 2009 10:44
edinz, 21/01/2009 19.29:



Ovvio, poi, che rispedisco al mittente le accuse di essere un poco di buono. Scusa, io non promuovo l'odio.




Salve

per Edinz

ci deve essere un malinteso,io non ti accusavo di fomentare odio,ma il tuo atteggiamento di tolleranza e di difesa verso la manifestazione del duomo ,in verità è chiara veduta di un atteggiamento poco rispettoso della pace,ma poi dici che non eri informato bene e allora riotengo tutto è chiarito.

Ringrazio Francocolardaci per la precizazione

Buona Giornata
giainuso
00giovedì 22 gennaio 2009 12:19

Invece, se sono ben informata, i mussulmani considerano l'arabo una lingua sacra: si deve perciò conoscere l'arabo (o almeno l'arabo del Corano) per poter pregare correttamente. è un problema dunque che accomuna tutti i mussulmani (per esempio anche i turchi devono studiare l'arabo).



Per i musulmani il corano è il libro rivelato in cui Dio parla con l'uomo e lo fa in arabo. E' un concetto diverso rispetto all'approccio dei cristiani alla Bibbia, l'islam è legato indissolubilmente all'arabo.
Quindi per comprendere appieno il pensiero di Dio è necessario conoscere le molteplici sfumature di questa lingua.

Quello che non ho capito di questa discussione è l'accusa secondo la quale nelle moschee si faccia anche politica.
Anche noi in questo momento stiamo facendo politica.

Ma la stupidaggine più clamorosa è aspettarsi che questi ipotetici terroristi, obbligati a parlare in italiano, ripetano nella nostra lingua gli stessi concetti che avrebbero espresso quando erano sicuri di non essere compresi.

[SM=x570872] [SM=x570867] [SM=x570867]

Ma chi vengone 'ste idee geniali ?
renato-c
00giovedì 22 gennaio 2009 13:56
Re:
giainuso, 22/01/2009 12.19:


Invece, se sono ben informata, i mussulmani considerano l'arabo una lingua sacra: si deve perciò conoscere l'arabo (o almeno l'arabo del Corano) per poter pregare correttamente. è un problema dunque che accomuna tutti i mussulmani (per esempio anche i turchi devono studiare l'arabo).



Per i musulmani il corano è il libro rivelato in cui Dio parla con l'uomo e lo fa in arabo. E' un concetto diverso rispetto all'approccio dei cristiani alla Bibbia, l'islam è legato indissolubilmente all'arabo.
Quindi per comprendere appieno il pensiero di Dio è necessario conoscere le molteplici sfumature di questa lingua.

Quello che non ho capito di questa discussione è l'accusa secondo la quale nelle moschee si faccia anche politica.
Anche noi in questo momento stiamo facendo politica.

Ma la stupidaggine più clamorosa è aspettarsi che questi ipotetici terroristi, obbligati a parlare in italiano, ripetano nella nostra lingua gli stessi concetti che avrebbero espresso quando erano sicuri di non essere compresi.

[SM=x570872] [SM=x570867] [SM=x570867]

Ma chi vengone 'ste idee geniali ?



Salve

Forse non hai capito il problema

Ogni religione ha la sua lingua sacra e in questa lingua vengono fatte preghiere o cerimonie .Faccio esempio la Chiesa Cattolica oltre alla messa ,quando viene annunciato il Papa lo si fà in latino no?
Nulla contro il pregare o cerimoniare in lingue sacre.
Il problema nasce nelle prediche fatte in paesi che hanno una lingua diversa e questo è dovuto al fatto che il gruppo religioso fà manifestazioni durante la preghiera e non fuori da questo contesto.
Spero che mi sarò spiegato
la domanda è
Predicare o non predicare in Italiano?



renato-c
00giovedì 22 gennaio 2009 17:21

Salve
vi posto vcosa dicono i giornali
Il Giornale .it
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=322814

INTERNI
giovedì 22 gennaio 2009, 08:35

Islam, Maroni vieta le preghiere in piazza
di Alberto Carattere

Roma - Stop alle provocazioni. I luoghi-simbolo della cristianità non potranno più essere invasi. Lo ha deciso il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Nelle nostre città non si vedranno più manifestazioni-preghiera come quelle del 3 gennaio scorso, quando migliaia di persone, alla fine di un corteo «per la Palestina» occuparono simbolicamente (e senza autorizzazione) piazza Duomo a Milano, e piazza San Petronio a Bologna. Un trauma, per molti, l’invocazione ad Allah pronunciata da migliaia di fedeli musulmani prostrati verso La Mecca proprio davanti alle cattedrali cristiane. Per molti un’offesa, o ancora una mossa consapevole inserita in una precisa strategia di islamizzazione dello spazio pubblico delle città. Anche perché a condurre quella preghiera fu Abu Imad, imam del centro di viale Jenner, su cui grava una condanna appello per associazione a delinquere aggravata dalle finalità di terrorismo. L’arciprete del Duomo di Milano, monsignore Luigi Manganini, parlò di «mancanza di sensibilità». Nessun commento dall’arcivescovo ambrosiano Dionigi Tettamanzi, ma sei giorni dopo gli organizzatori del corteo dovettero bussare alla porta della Curia. Un incontro riparatore sancito da una dichiarazione in cui i promotori del corteo esprimevano «rammarico» «qualora il gesto avesse ferito la sensibilità cristiana», ripetendo che «non c’era intenzione di compiere una provocazione o mancare di rispetto». Un rammarico a cui alcune autorità del mondo islamico o arabo hanno aderito in modo poco convinto, se non controvoglia. Il giorno successivo, a Milano, un nuovo corteo. Tenuto a distanza dal Duomo grazie a un robusto servizio d’ordine controllato da centri islamici e organizzazioni filopalestinesi. Ma non esente dagli slogan violenti, dai roghi delle stelle di David, da una drammatica confusione fra politica e religione.
Ora il ministro Maroni dice «basta»: «Ho preparato una direttiva che verrà inviata a tutti i prefetti affinché fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano a ripetersi», ha annunciato al «question time» alla Camera, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato di An-Pdl, e vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato. L’obiettivo - ha detto il ministro leghista - è «meglio regolare le manifestazioni, garantendo il diritto di manifestare e allo stesso tempo il diritto dei cittadini a fruire pacificamente degli spazi della propria città».

De Corato si è detto soddisfatto della risposta, e della direttiva: «Con questo provvedimento non dovrebbero più verificarsi fatti come quelli del 3 gennaio. L’importante però è rilevare che questa direttiva va applicata drasticamente», ha precisato, osservando come l’autorizzazione a sfilare fino al Duomo non fosse stata concessa neanche quel giorno: «Ora si tratta di impedire questa strategia della provocazione».

Nessuna contestazione dai responsabili dei maggiori centri islamici di Milano. «È nelle prerogative del ministro decidere questa limitazione - ha detto Abdel Hamid Shaari, direttore dell’istituto di via Padova - noi ci siamo affrettati a chiedere scusa per quanto è accaduto, garantendo che non ci sarà più alcun gesto ritenuto offensivo». D’accordo anche il direttore della Casa della cultura islamica di via Padova, Asfa Mahmoud: «Non ci sono problemi. Non dobbiamo mischiare politica e religione, ma ricordo a tutti che i musulmani milanesi, 80mila persone, ancora aspettano un luogo degno dove riunirsi per pregare. Basta con capannoni, garage e scantinati».


renato-c
00venerdì 23 gennaio 2009 12:58




LA STAMPA.it

www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200901articoli/40153gi...

18/1/2009 (14:58)
- LA VISITA DELLA TERZA CARICA DELLO STATO AD ABU DHABI
Fini: gli imam predichino in italiano

Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini
+ Villari a Fini e Schifani: "Non lascio"
+ Battisti, Napolitano scrive a Lula



«Nessun tipo di istigazione all'odio»
Ma il portavoce dell'Ucoii non ci sta:
evidentemente non conosce la realtà
E il Pd: «E' una proposta inefficace»

ABU DHABI
La predicazione nelle moschee in Italia deve avvenire in italiano, per evitare il rischio di istigazione all’odio e alla violenza. Lo dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti: «È il principe ereditario Mohammed Bin Zayed ad essere fermamente convinto della necessità che in Italia, come negli altri Paesi, la predicazione del Corano sia fatta nella lingua del Paese che ospita i musulmani. Questo perchè, come avviene qui negli Emirati, non ci sia alcun tipo di predicazione e istigazione all’odio, durante un momento che deve essere soltanto di tipo religioso».

Per Fini si tratta di una «faccenda seria, che va tenuta presente soprattutto in Italia, vista la superficialità con cui qualche volta da noi si affrontano questioni così complesse».

Il portavoce dell’Ucoii, però, frena, La lingua non c’entra con l’istigazione all’odio o l’invito alla pace, dice Elzir Ezzedine, rappresentante della Unione delle Comunità Islamiche in Italia. «Mi spiace che il mio presidente della Camera, che evidentemente non conosce la realtà del Paese, dica queste cose» attacca Ezzedine, che invita Fini «a visitare le moschee, per capire che noi rivolgiamo i sermoni in arabo ma anche in lingua italiana. Ad esempio- spiega- a Firenze, dove sono imam, predichiamo in italiano e in arabo. E poi, lo ripeto, la lingua non c’entra con incitare o meno all’odio. Crediamo che invece la lingua sia un mezzo per far arrivare il messaggio di pace».

Infine, una critica al governo. «Fin dal primo giorno di insediamento abbiamo chiesto al nostro governo di incontrarlo per discutere sulla realtà della comunità islamica - prosegue Elzir - ma purtroppo abbiamo trovato le porte chiuse. Se mi sento dire da Fini queste cose, forse sarebbe bene sedersi intorno a un tavolo e affrontare le questioni insieme. Non so se non vogliono considerarci - conclude il portavoce dell’Ucoii - ma tra il governo e la comunità islamica non c’è dialogo».

Svolgere la predicazione islamica nella lingua del Paese ospitante, come proposto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, «non è una cosa nuova, e non è vietata dalla dottrina», ma un vero incentivo all’integrazione verrebbe piuttosto dalla «formazione di imam europei» ai quali altri Paesi stanno già provvedendo, spiega invece Fouad Allam, docente universitario e primo musulmano editorialista dell’Osservatore romano. «In Paesi come l’Indonesia o l’Iran - ragiona Allam- la predica del venerdì avviene da sempre nella lingua locale, anche se il Corano non può essere tradotto. È ovvio che oggi si incoraggi questa tendenza anche per motivi di sicurezza. Tuttavia - spiega- la lingua della predicazione »è una cosa importante ma non la più importante». Quello che ci vorrebbe - secondo Allam, che ha anche un passato da parlamentare - è la formazione di «imam europei».

Secondo il deputato del Pd Enrico Farinone «l’istigazione all’odio è un problema serio, ma la proposta di Fini rischia di essere non efficace. Innanzitutto perché bisognerebbe controllare periodicamente tutte le moschee, poi perché la lingua dell’Islam è l’arabo e la predicazione obbligatoria in italiano rischierebbe di provocare un senso di rigetto verso il nostro Paese, con il pericolo reale di far aumentare l’estremismo».
giainuso
00venerdì 23 gennaio 2009 18:58
No renato,

non hai capito tu, l'islam non esiste senza l'arabo.

Ciao,
Bruno
Mauro di Arcisate
00venerdì 23 gennaio 2009 21:51
Re:
giainuso, 23/01/2009 18.58:


l'islam non esiste senza l'arabo.



infatti

ma a preoccuparmi è un'altra cosa,
ossia se per colpire il terrorismo islamico
proibiamo le prediche in arabo
cosa succedera' qui in Italia
ai tanti culti cristiani
(cattolici, TdG, protestanti, ortodossi ...)
che si fanno in altre lingue ?

chiudiamo le congregazioni TdG di lingua cinese ?
imponiamo ai russi ortodossi milanesi
di abbandonare slavo antico e russo ?
e che gli facciamo ai nostrani valdesi di lingua occitana ?
e i cattolici del sudtirolo poi, che parlano il tedesco ...
imponiamo l'italiano pure a loro ?

ossia ritengo che il rimedio sia peggiore del male.





Trianello
00sabato 24 gennaio 2009 03:52
Uhm... qui si è fatta un po' di confusione da più parti.
E' vero che per gli islamici il Corano è "intraducibile", il Corano, infatti, è scritto in arabo (le copie del testo che si stampano qui sulla terra hanno il loro archetipo nel Corano celeste, scritto in arabo) e non può essere tradotto (tanto è vero che le "traduzioni" di questo libro sacro fatte nelle varie lingue da autori islamici non vengono generalmente indicate da questi come "traduzioni" ma come “esposizioni” o “interpretazioni” del contenuto del testo in oggetto). Ciò, però, non toglie che nella maggior parte dei paesi islamici, che non sono paesi di lingua araba (si pensi alla Turchia, al Pakistan, all'Iran o all'Indonesia), la maggior parte dei fedeli non capisce l'arabo, per cui (nonostante che le preghiere, poiché tratte dal Corano, vengano comunque recitate in questa lingua) le prediche vengono fatte nelle varie lingue locali, onde poter essere comprese dagli astanti (del resto, capita spesso in questi luoghi, soprattutto nelle piccole moschee, che persino chi queste prediche fa, in realtà, non conosca l'arabo o abbia di questa lingua una conoscenza piuttosto approssimativa). Qui in Italia, in genere, nelle moschee si predica in arabo per il semplice fatto che la maggior parte degli islamici del nostro paese, di origine magrebina o egiziana, ha nell'arabo la propria lingua madre.
predestinato74
00sabato 24 gennaio 2009 07:13
Re: Re:
Mauro di Arcisate, 23/01/2009 21.51:



infatti

ma a preoccuparmi è un'altra cosa,
ossia se per colpire il terrorismo islamico
proibiamo le prediche in arabo
cosa succedera' qui in Italia
ai tanti culti cristiani
(cattolici, TdG, protestanti, ortodossi ...)
che si fanno in altre lingue ?

chiudiamo le congregazioni TdG di lingua cinese ?
imponiamo ai russi ortodossi milanesi
di abbandonare slavo antico e russo ?
e che gli facciamo ai nostrani valdesi di lingua occitana ?
e i cattolici del sudtirolo poi, che parlano il tedesco ...
imponiamo l'italiano pure a loro ?

ossia ritengo che il rimedio sia peggiore del male.









le chiese cristiane non hanno il problema del terrorismo.
A limite, magari in futuro si farà, verranno controllate dallo stato affinché nessun predicatore si permetta di dire che il divorzio, la promoscuità, il tradimento, gli atti omosessuali, la masturbazione ecc ecc, siano atti "peccaminosi", perché così facendo incitano all'odio verse queste categorie di persone! [SM=x570876]

di questo passo arriveremo anche a questo! Viva le catacombe [SM=g1678738]
.gandhi.
00sabato 24 gennaio 2009 08:18
Re:
renato-c, 19/01/2009 11.46:

Salve
propongo questa discussione che io trovo giusta,
ma però può presentare alcune difficoltà,
perchè ogni religione ha la propia lingua sacra ,
anche la Chiesa è ritornata al latino e gli ebrei pure pregano in ebraico.
che dire?

tratto da Repubblica

CRONACA
La proposta del presidente della Camera in vivita ad Abu Dhabi
"Il Corano sia letto nella lingua del paese in cui si trova il musulmano"

Fini: "Nelle moschee si preghi in italiano
per evitare istigazioni all'odio"

"E' giusto che un momento, che dev'essere solo religioso, rimanga tale"

ROMA - La predicazione nelle moschee deve essere fatta in lingua italiana. Più in generale, il Corano deve essere predicato nella lingua del paese in cui il musulmano vive. E' con questa proposta che il presidente della camera, Gianfranco Fini, riaprire il dibattito, già fonte di polemiche, sui luoghi di culto islamici nel nostro Paese.

Fini parla da Abu Dhabi, dove si trova nell'ambito di una visita negli Emirati Arabi. E si dice d'accordo con il principe bin Zayed il quale, spiega il presidente della Camera, "è fermamente convinto della necessità, in Italia come negli altri Paesi, di una predicazione del Corano nella lingua del paese che ospita il musulmano. E ciò perché, come avviene negli Emirati, non ci sia alcun tipo di predicazione e istigazione all'odio durante un momento che deve essere soltanto religioso".

Questa notazione, sottolinea il presidente della Camera, "va tenuta presente soprattutto in Italia, vista la superficialità con cui qualche volta da noi si affrontano questioni così complesse". Negli Emirati Arabi Uniti esiste un'autorità dello Stato che verifica che le orazioni pronunciate nelle moschee non contengano istigazioni all'odio.

(18 gennaio 2009)

www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/moschee-italia/moschee-italia/moschee-ita...


Proibire l'arabo nelle moschee viene visto dai musulmani come una violenza vera e propria che lo stato fa nei loro confronti, visto che l'arabo come è già stato detto , è per loro una lingua sacra.

Io sarei per una linea ufficialmente tenere, rispetto delle libertà, uso della lingua, e tutto ciò che serve per pregare.
Introdurrei invece, tramite servizi segreti, degli infiltrati nelle moschee, come credo già ci siano, per ascoltare i discorsi e localizzare gli imam sovversivi.
A che serve proibire l'uso di una lingua sacra da parte di un popolo intero?
Infliltrati che conoscono la lingua e i relativi dialetti, e il problema è risolto da tutte le parti. I musulmani si sentono rispettati, i terroristi vengono localizzati ed eventialmente tenuti sotto controllo per vedere fino a che punto si stanno muovendo.

ciao
marco


predestinato74
00sabato 24 gennaio 2009 09:12
Re: Re:
.gandhi., 24/01/2009 8.18:


Proibire l'arabo nelle moschee viene visto dai musulmani come una violenza vera e propria che lo stato fa nei loro confronti, visto che l'arabo come è già stato detto , è per loro una lingua sacra.

Io sarei per una linea ufficialmente tenere, rispetto delle libertà, uso della lingua, e tutto ciò che serve per pregare.
Introdurrei invece, tramite servizi segreti, degli infiltrati nelle moschee, come credo già ci siano, per ascoltare i discorsi e localizzare gli imam sovversivi.
A che serve proibire l'uso di una lingua sacra da parte di un popolo intero?
Infliltrati che conoscono la lingua e i relativi dialetti, e il problema è risolto da tutte le parti. I musulmani si sentono rispettati, i terroristi vengono localizzati ed eventialmente tenuti sotto controllo per vedere fino a che punto si stanno muovendo.

ciao
marco






[SM=x570923]
un lavoro per i servizi segreti.....altrimenti che ci stanno a fare?
predestinato74
00sabato 24 gennaio 2009 09:15
ecco l'indirizzo dei Servizi di Informazione e Sicurezza italiani:
www.serviziinformazionesicurezza.gov.it/pdcweb.nsf/pagine/...

bella la citazione del Machiavelli contenuta nel sito [SM=g1678738]

giainuso
00sabato 24 gennaio 2009 09:56

Qui in Italia, in genere, nelle moschee si predica in arabo per il semplice fatto che la maggior parte degli islamici del nostro paese, di origine magrebina o egiziana, ha nell'arabo la propria lingua madre.



Hai centrato il punto.
Anche tralasciando le questioni di tipo religioso sull'uso e meno dell'arabo, questa "ideona" di obbligare a parlare italiano, renderebbe la predica incomprensibile per la maggior parte dei fedeli, assurdo. E mi sfugge anche l'effetto positivo che dovrebbe garantire qualora fosse accettata.

Se ci aspettiamo di capire i progetti terroristici o la predicazione dell'odio siamo degli ingenui, nessun imam ripeterebbe in pubblico, in italiano concetti che possono nuocergli.

Se invece ci aspettiamo di limitare in questo modo la divulgazioni per esempio dell'islamismo radicale e delle sue derive violente siamo ingenui due volte.

<< Quello che ci vorrebbe - secondo Allam, che ha anche un passato da parlamentare - è la formazione di «imam europei» >>.

Tappare la bocca, usare la forza è la solita soluzione destroide - populista e superficiale - foriera di altro odio e rancore.

Ciao,
Bruno
.gandhi.
00sabato 24 gennaio 2009 10:42
Re:
giainuso, 24/01/2009 9.56:


Qui in Italia, in genere, nelle moschee si predica in arabo per il semplice fatto che la maggior parte degli islamici del nostro paese, di origine magrebina o egiziana, ha nell'arabo la propria lingua madre.



Hai centrato il punto.
Anche tralasciando le questioni di tipo religioso sull'uso e meno dell'arabo, questa "ideona" di obbligare a parlare italiano, renderebbe la predica incomprensibile per la maggior parte dei fedeli, assurdo. E mi sfugge anche l'effetto positivo che dovrebbe garantire qualora fosse accettata.

Se ci aspettiamo di capire i progetti terroristici o la predicazione dell'odio siamo degli ingenui, nessun imam ripeterebbe in pubblico, in italiano concetti che possono nuocergli.

Se invece ci aspettiamo di limitare in questo modo la divulgazioni per esempio dell'islamismo radicale e delle sue derive violente siamo ingenui due volte.

<< Quello che ci vorrebbe - secondo Allam, che ha anche un passato da parlamentare - è la formazione di «imam europei» >>.

Tappare la bocca, usare la forza è la solita soluzione destroide - populista e superficiale - foriera di altro odio e rancore.

Ciao,
Bruno


Concordo sul fatto che obbligare i musulmani a pregare in italiano genererebbe altro odio..però se mi consenti vorrei precisare che esiste una differenza importante tra l'arabo classico quello coranico e l'arabo dialettale parlato dalle persone.
In realtà se la predica venisse fatta in arabo classico coranico risulterebbe incomprensibile ai più forse più dell'italiano.
Il mondo arabo è vastissimo e come tale ha in ogni nazione il suo dialetto arabo, che non è un dialetto come il nostro, ma una vera e propria lingua nazionale, nazionale però, spesso incomprensibile ad arabi musulmani di altre nazioni.

Quindi, "l'ideona" del nostro illustre leghista, altro non è che uno slogan di un ignorante populista.
Resta però il fatto, indiscutibile, che la stragrande maggioranza degli arabi musulmani non condanna il terrorismo, e molti di questi lo sostiene ideologicamente. La stragrande maggioranza dei musulmani non è contro il terrorismo, e non ha nessuna intenzione di organizzarsi per fare qualcosa dall'interno per fermare questa forma di odio.
Il fatto importante è che nelle moschee in italia spesso si genera odio e questo noi non lo possiamo permettere, almeno in casa nostra.
L'Islam moderato non esce fuori semplicemente perchè non esiste, e questo è un fatto. Poi possiamo parlare di tutto ma almeno sapere questo credo sia importante.

ciao
marco


Mauro di Arcisate
00sabato 24 gennaio 2009 10:45
Re: Re: Re:
predestinato74, 24/01/2009 7.13:


le chiese cristiane non hanno il problema del terrorismo.
[SM=g1678738]



e allora ?
faresti una legge per i soli islamici ?
ossia gli islamici NON potranno usare l'arabo
mentre invece ai non islamici sara' permesso
tenere i culti nella loro lingua ?

e che facciamo con i magrebini islamici francofoni ?
potranno tenere le prediche in francese ?
oppure dovranno chiedere ospitalita'
al centro culturale francese ?
(ironia che nasce dal fatto che in Arabia
le uniche chiese cristiane stanno
in ambasciate o consolati occidentali)


renato-c
00sabato 24 gennaio 2009 14:43

Salve
sono grato a Gandhi per l'intervento
infatti anch'io non trovo giusto proibire di pregare e officiare in lingua ma il problema è la predicazione,omelia,predica in quale lingua deve essere.
io avevo proposto telecamere registrazione e poi queste registrazioni dovrebbero essere sottoposte a controllo.
Come proibire di parlare in lingue?
assurdo.
ma poi un traduttore può spiegare .
questa mia proposta perciò non impone nessuna restrizione,ma solo controllo per il bene di tutti.
se alcuno si lamenta che altre religioni non sono sottoposte a censura ,io direi che male non fare e timor non avere e tutti dovrebbero avere telecamere o registrazioni al fine di evitare atti terroristici sia alla religione stessa che ad altre.
questa era solo la mia veduta e voi dovete esprimere la vostra era solo un discorso fatto su fatti che ci turbano e come trovare una via d'uscita contro l'odio religioso internazionale.
saluti
Renato

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