Secondo me la funzione principale delle esperienze narrate nelle riviste dei tdg è quella di indicare una condotta da seguire,
facendo leva sull'emulazione e i sensi di colpa.
Spesso
si ricorre ad una esperienza quando non si può dare il comando in maniera diretta ed esplicita.
Ricordo ancora un' esperienza che mi colpì particolarmente, parlava di una ragazzina tdg che, mi pare, di fronte al tribunale spiegò che per lei subire una trasfusione di sangue era come subire una violenza sessuale (oggi mi chiedo: ma come faceva una ragazzina a fare simili paragoni, aveva subito questa violenza?).
E' chiaro che qui la pubblicazione voleva mettere in bocca ai vari tdg le parole da rispondere a chi proponeva loro la trasfusione, ma non poteva farlo direttamente dicendo: "dovete dire così...".
Ma c'è di più, essa voleva insegnare ai suoi lettori anche i sentimenti e le sensazioni da provare in certe occasioni.
La lettura di questa esperienza fece suonare in me un piccolo, timido, quasi impercettibile campanello dall'arme, riflettei tra me, quasi inconsciamente: "io non mi sentirei così, non mi sembra paragonabile ad una violenza sessuale", e la violenza la sentii invece nel tentativo della rivista di condizionarmi con sensazioni che non mi appartenevano.
Presentando linee di comportamento mediante esperienze possono sempre dire: "noi non abbiamo detto di comportarsi così, abbiamo solo riportato l'eperienza di un fratello o sorella che si è comportata in quel modo".
Un'altra esperienza è quella di una coppia di sposi che alla fine dell'assemblea telefona alla madre disassociata per dirle che non l'avrebbero più frequentata.
Ovviamente l'intento è quello di promuovere questo comportamento.
Vorrei chiedere ai foristi se ricordano queste esperienze
e magari se possono inserire l'articolo sul forum,
e infine se ci sono altre esperienze simili, narrate per indirizzare verso una determinata condotta.
Speranza