consustanzialità/gerarchia?

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gnosis85
00giovedì 17 gennaio 2008 19:02
Scusate la domanda forse banale, ma...
secondo la dottrina della Trinità, Padre/Figlio/S.S. sono consustanziali, giusto? ma il fatto di essere fatti della stessa sostanza indica necessariamente unità d'intenti? oppure è possibile una sorta di gerarchia? Me lo chiedo soprattutto in virtù di quel versetto in cui si dice che nessuno sa né il giorno né l'ora (della fine), nemmeno il Figlio, ma solo il Padre... [SM=g27831]

Marcoliano
00giovedì 17 gennaio 2008 20:10
Famiglia è
L'uomo vuole spiegare ciò che non conosciamo e cerca di dare una risposta alle realtà incerte.
Io personalmente penso che Ario e Atanasio avessero tutte e due una base di ragione.
La base è che più che trinità,io ci vedo una famiglia.
Un Padre che ha avuto la bellezza di un figlio che non gli ha voltato le spalle pur potendo pretendere molto................e un figlio che
ha compreso la grandezza di un Padre senza uguali.
[SM=x570864]
Polymetis
00giovedì 17 gennaio 2008 22:38
"ma il fatto di essere fatti della stessa sostanza indica necessariamente unità d'intenti? oppure è possibile una sorta di gerarchia?"

E perché mai l'unità d'intenti dovrebbe escludere la gerarchia? Ad esempio tutta la polizia vuole catturare il criminale x, ma all'interno della polizia ci sono diversi gradi di comando. Anche per i trinitari c'è una subordinazione di Cristo al Padre, di natura fontale, in quanto il Figlio è generato dal Padre, e dunque ne dipende. Questo ovviamente non vuol dire che il Figlio sia meno Dio del Padre. Inferiorità ontologica e subordinazione volontaria sono cose distinte.

"Me lo chiedo soprattutto in virtù di quel versetto in cui si dice che nessuno sa né il giorno né l'ora (della fine), nemmeno il Figlio, ma solo il Padre.."

Da leggersi alla luce della kenosis di Fil 2,6, nell'assumere la natura umana il Figlio s'è sottomesso anche all'ingnoranza che è propria degli uomini.

Ad maiora
gabriele traggiai
00venerdì 18 gennaio 2008 01:40
Ho spostato il 3d nella sezione più appropriata.


Saluti
Gabry/mod
Agabo
00venerdì 18 gennaio 2008 09:56
Re:
gnosis85, 17/01/2008 19.02:

Scusate la domanda forse banale, ma...
secondo la dottrina della Trinità, Padre/Figlio/S.S. sono consustanziali, giusto? ma il fatto di essere fatti della stessa sostanza indica necessariamente unità d'intenti? oppure è possibile una sorta di gerarchia? Me lo chiedo soprattutto in virtù di quel versetto in cui si dice che nessuno sa né il giorno né l'ora (della fine), nemmeno il Figlio, ma solo il Padre... [SM=g27831]





Sono speculazioni che non portano da nessuna parte.
Gesù Cristo, in quanto uomo, era sottoposto al Padre e dipendeva dallo Spirito Santo. Il termine "Figlio" e convenzionale, altre volte è chiamato "Signore" e gli sono attribuiti prerogative e titoli che di norma, nell'AT sono attribuiti a YHWH.

Unità di "natura" o di "sostanza". La risposta è sì.
Unità di intenti? La risposta è sì.
"Gerarchia"? La risposta è: "Non sappiamo".

Quello che accade sulla terra mostra una "gerarchia", ma è qualcosa che a tratti comprendiamo, ma a tratti ci sfugge. Per esempio, lo Spirito Santo è madato sia dal Padre che dal Figlio. Di solito colui che è "mandato" è sottoposto a chi lo manda.
Ma le funzioni che i Tre hanno sulla Terra nell'ambito del piano della salvezza potrebbero non essere assolute.

Agabo

Trianello
00venerdì 18 gennaio 2008 16:40

il Figlio s'è sottomesso anche all'ingnoranza che è propria degli uomini.



Non a caso, Agostino parla di "ignoranza funzionale" di Gesù, funzionale alla Missione del Verbo incarnato.
gnosis85
00sabato 19 gennaio 2008 13:05
grazie delle risposte: ora mi è più chiaro...ma sono quasi sicura che tra qualche giorno nuovi interrogativi sorgeranno da questa mia mente contorta, quindi...preparatevi! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
ps:ma qual'è la prerogativa di Dio? voglio dire...una delle cose che solo un dio potrebbe fare. ex creare dal nulla...? se anche gesù è dio (della stessa sostanza di Dio) allora dovrebbe per forza essere coeterno e avere le stesse potenzialità, no? (lo chiedo ovviamente al di là del ministerio terreno di gesù)
[SM=g27814]

ps: non odiatemi [SM=g27828] [SM=x570881] [SM=x570881] [SM=x570881]
Agabo
00sabato 19 gennaio 2008 18:46
Re:
gnosis85, 19/01/2008 13.05:

grazie delle risposte: ora mi è più chiaro...ma sono quasi sicura che tra qualche giorno nuovi interrogativi sorgeranno da questa mia mente contorta, quindi...preparatevi! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
ps:ma qual'è la prerogativa di Dio? voglio dire...una delle cose che solo un dio potrebbe fare. ex creare dal nulla...? se anche gesù è dio (della stessa sostanza di Dio) allora dovrebbe per forza essere coeterno e avere le stesse potenzialità, no? (lo chiedo ovviamente al di là del ministerio terreno di gesù)
[SM=g27814]

ps: non odiatemi [SM=g27828] [SM=x570881] [SM=x570881] [SM=x570881]



Quando diciamo "Dio", dovremmo ricordarci che ci riferiamo alla Deità nella Sua interezza (Padre, Figlio e Spirito Santo).

La Bibbia riporta che Dio (Padre) ha creato tutte le cose PER MEZZO del Figlio. Non so che cosa significhi questo esattamente, ovvero dove, o in che modo si può distinguere l'opera dell'Uno rispetto a quella dell' Altro. Ma di Gesù è detto che è il creatore di tutte le cose, egli stesso eterno e non creato.

Agabo.


Trianello
00domenica 20 gennaio 2008 00:57

ps:ma qual'è la prerogativa di Dio? voglio dire...una delle cose che solo un dio potrebbe fare. ex creare dal nulla...? se anche gesù è dio (della stessa sostanza di Dio) allora dovrebbe per forza essere coeterno e avere le stesse potenzialità, no? (lo chiedo ovviamente al di là del ministerio terreno di gesù)



In Teologia si parla di "attributi" di Dio, cioè di quelle perfezioni che competono a Dio in quanto Dio (immutabilità, eternità, pura attualità, onnipotenza, ecc.). Ecco, il Verbo, in quanto Dio, gode di tutti gli attributi divini; Gesù, in quanto Verbo incarnato, coesistendo in lui sia la natura divina che quella umana, soffriva di tutti i limti propri di quest'ultima. Di più è assai difficile dire: quello dell'Incarnazione è un Mistero.
berescitte
00lunedì 21 gennaio 2008 17:51
Gesù è ambivalente.

E di fronte a questa ambivalenza (ora fa cose da Dio, ora mostra limiti da uomo) si possono dare tre posizioni:
- Dire che è solo Dio e il lato umano una apparenza fantasmatica;
- Dire che è solo uomo e il lato divino è realizzato da Dio al di fuori della sua umanità (presenza parallela, accanto);
- dire che è Dio incarnato, cioè sia veramente uomo che veramente Dio.
Quest'ultima è la tesi cattolica. Le altre sono eretiche.
La Chiesa di fronte al problema della ambivalenza, che denota a prima vista (ma non realmente) una sorta di contraddittorietà, ha scelto la tesi dello ET ET (sia l'uno che l'altro) anziché quella dello AUT AUT (o l'uno o l'altro).
In tal modo non viene mortificata (né riduttivamente né per esclusioni o aggiunte) nessuna pagina della Scrittura.

Psicologicamente parlando ci si potrebbe chiedere: quale metodo migliore avrebbe potuto escogitare il buon Dio per convincere della realtà dell'incarnazione, cioè che Dio stesso di Persona è venuto nel mondo a farsi compagno degli uomini per cacciarli fuori dalla valle delle tenebre, se non mostrare in Gesù sia una umanità fuori di discussione sia una divinità comprovata dalle opere che nessun uomo può fare?

Quoto in pieno il discorso gerarchico di Poly.
Per essere più precisi possibile però io parlerei di Gesù o di Cristo solo in rapporto alla sua vicenda umana. Nel qual caso si ha una subordinazione perfino creaturale dell'umanità di Cristo che dipende nel suo essere dalla volontà divina (cioè da tutte e tre le divine Persone). E preferisco usare il termine Figlio (Verbo, Logos) se devo indicare il rapporto eterno con il Padre. Anche là, appunto, si può e si deve parlare di "subordinazione" in quanto il Figlio è generato (e non una volta per tutte ma "eternamente") dal Padre. Per questo la Chiesa indirizza le sue preghiere liturgiche "nello Spirito, per il Figlio, a Dio Padre"; seguendo in ciò l'esempio di Gesù che faceva riferimento al Padre sia come coeguale a Lui (tutto ciò che il Padre ha è mio) sia come ultimo riferimento della lode.
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