adesso chiamatela Nonna Ebe

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brunodb2
00sabato 22 aprile 2006 22:36
Riecco la santona: adesso chiamatela Nonna Ebe



Nonostante la sinistra fama che s'è conquistata nei processi, la gente torna a fare la fila per lei alla Pia unione di Gesù misericordioso. Pagando per presunte «cure» approssimative e riti inverosimili. Siamo andati a vedere



Gigliola Ebe Giorgini è la madre di tutte le santone, la più abile nell'approfittare di malati e bisognosi. Ha accumulato un gran numero di condanne, ma quanto a galera ne ha fatta poca.
Sono passati 35 anni da quando intraprese la carriera di guaritrice e, malgrado la sua terribile fama, i clienti non scarseggiano e la cercano ancora in quella che fu la casamadre della sua Pia unione di Gesù misericordioso, alle porte di Pistoia. Una setta che nel periodo d'oro contava 15 sedi, quattro ville, alcune società, un panfilo e una ricca collezione di pellicce e preziosi con cui la santona amava agghindarsi.

I suoi adepti sono spinti a pregare per 10 ore al giorno, ad assumere psicofarmaci, a sottoporsi a cure di ogni tipo, dal clistere di «acqua santa» al massaggio con la crema urticante, perché ribellarsi era ed è arduo.
Soltanto lei, la madre universale, può assolvere o punire i suoi seguaci e lo fa quasi sempre stregandoli con i suoi grandi occhi verdi. Sostiene che sono verdi quando a parlare attraverso di lei è Dio, celesti quando dialoga con la Madonna. Più probabilmente usa lenti a contatto colorate.

I discepoli più devoti arrivano a prendere i cosiddetti voti, poco importa se siano sposati o divorziati, perché conta, dice loro la mamma, fare il volere di Dio, rinunciando ai beni terreni da devolvere a favore della sua comunità. Del resto lei, nonostante i tre mariti, si dichiara miracolosamente vergine e anche per questo riesce a ottenere dai suoi adepti che si mantengano casti, obbedienti, con una dedizione totale e senza riserve.

Così a distanza di decenni molti le sono ancora legati in modo viscerale. Per starle vicino alcuni hanno venduto la casa e si sono trasferiti nei pressi della villa ambulatorio. Le sue seguaci sono spinte, dalla pressione psicologica, a lavorare anche 20 ore al giorno. Ad alcune capita di ammalarsi di cancro.
Consapevole di cotanto curriculum, più curiosa che intimorita, la cronista di Panorama va a verificare se è vero, come raccontano nel Pistoiese, che Mamma Ebe eserciti ancora.
Con la macchina si percorre la salita di San Baronto, resa leggendaria da tante gare ciclistiche. Su quella strada che si snoda nella montagna ci sono poche case.
Quella di Mamma Ebe sembra in bilico sul versante del Montalbano.

Una villa enorme, su due piani, ha tante finestre ma le imposte sono tutte chiuse.
Nel piazzale antistante sono parcheggiate una decina di auto di media e grossa cilindrata, tutte mostrano un rosario sullo specchietto retrovisore.

UNA STORIA INCREDIBILE LUNGA 35 ANNI

La storia giudiziaria di Mamma Ebe comincia nel 1971 con l'accusa di esercizio abusivo della professione medica.
Nell'aprile 1984 la magistratura di Vercelli indaga sulla Pia unione di Gesù Misericordioso ipotizzando che sia un'associazione per delinquere ai fini dell'esercizio abusivo della professione medica e della truffa aggravata continuata.
La fondatrice, Gigliola Giorgini, viene condannata in primo grado a 10 anni e 2 mesi di reclusione.
Nel 1986 un altro arresto, la guaritrice spinge i seguaci a fare voto di povertà, per cercare di farsi donare i loro beni.
Nel 2002 finisce in carcere. Pochi mesi di reclusione e poi gli arresti domiciliari che si sono concludosi nel 2004 senza che sia stato ancora celebrato il processo.



www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001035847



Ciao [SM=x570892]

Bruno
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