Lettera di replica da Amico... lunghetta però intensa
Caro Marco,
> Detto questo mi pare doveroso evidenziare il fatto che io non ti conosco e che non mi pare opportuno dirti nome e cognome dell'anziano che mi è venuto a trovare. Mi pare scorretto.
Basta che le giri la mai che ti ho spedito, capisco le tue perplessità, anche io non amo dare la mia mail sui vari forum.
> Magari nel forum! Ci sarebbe da scrivere, riflettere, far capire ecc... è una proposta che spero tu possa accettare anche perchè queste pagine andranno nel sito perchè mi sembrano abbastanza interessanti
Scrivo già su un altro forum
(http://www.cristianitestimonidigeova.net/public/forum2/index.php?)
Dove posso rispondere a ogni domanda, mi stupisce sempre che si vada a chiedere informazioni sui TdG non ai TdG stessi ma a siti specializzati nel darci addosso, talvolta in maniera che io che sono TdG considero del tutto acritica ed esagerata. Mi dispiace ma non inendo intervenire in un ambiente ostile, prevenuto e perfino un po’ razzista, alcune frasi sono a dir poco offensive.
Viceversa il forum linkato, per quanto riguarda le domande sulla TNM, è ad accesso libero, per cui tutti possono porre le loro domande e non vi ho mai letto insulti verso fedi diverse dalla nostra.
> Sono sincero, quando l'anziano mi ha chiesto cosa penso della TNM, mi sono trovato a disagio, perchè volevo una discussione diversa. La lettura della TNM mi viene difficilissima, è poco scorrevole e farraginosa
Talvolta lo stile è il prezzo che si deve pagare per la fedeltà al testo originale, comunque i passi “farraginosi” a mio parere sono pochi e sono sempre relativi a versetti dove è il testo generale ad essere, di per sé, oscuro. Mi pare giusto non sovrapporre la teologia o la comprensione del traduttore al testo.
> ho preferito portare degli aspetti traduttivi in maniera molto timida soprattutto perchè si è scoperto che il mio interlocutore non conosceva nè ebraico, nè greco.
Forse potevi dire prima che volevi parlare con qualcuno che conosceva il greco e l’ebraico o comunque avesse una infarinatura di queste lingue, non è tanto normale trovare persone che conoscono le lingue antiche. In Sicilia c’è una mia amica TdG che studia greco, ma vive a Palermo.
> Nel caso di 2Cor 13,14... Cosa avrebbe potuto rispondere se gli avessi spiattellato anche solo gli elementi grammaticali principali che hanno determinato la versione CEI e gli elementi grammaticali che hanno determinato la versione TNM? Avrei solo potuto portare avanti un'evidenza che poteva balzare ai suoi occhi: la triplicità del "tou" che è tradotto "del" nel testo parola per parola e alla fine c'è una variatio in "nel" della traduzione a destra. Gli avrei fatto vedere la KIT, glielo avrei fatto confrontare e la cosa sarebbe finita lì, con enorme disagio. Suo. Non è che era "pronto" a stabilire un semplice confronto tra il genitivo soggettivo (possibile) e il genitivo oggettivo (possibile). Il confronto sarebbe stato impari. Non mi sembrava corretto.
Se sapevi già che in questo passo è corretto leggere il “tou pneuma” anche con il genitivo di oggetto e dunque non c’è alcuna variatio tra la colonna di destra e di sinistra poiché si tratta di valutazioni che si possono fare solo sul contesto non vedo perché hai dovuto mettere in difficoltà il tuo interlocutore.
> Ora, a me interessava capire "perchè" è stato scelto un tale tipo di traduzione. Essendo le due traduzioni possibili, allora vuol dire c'è un presupposto di natura teologica
A dire il vero in questo caso la TNM non segue presupposti di natura teologia ma puramente lessicale, infatti è lessicalmente che il termine koinonia RICHIEDE l’uso del genitivo di oggetto piuttosto che di soggetto. Il Bauer nel suo dizionario traduce “partecipation in the Holy Spirit” e con il genitivo nel NT è usata sempre come oggetto e con il senso di di partecipare in qualcosa, a qualcosa, di qualcosa e mai partecipare di una persona o essere.
In questo caso la TNM non fa altro che tradurre il testo seguendo quello che richiede la grammatica, viceversa la CEI ed altri partono da un pregiudizio teologico.
> con la teologia e la dottrina si sarebbe arrivati a dire che avendo lo spirito una personalità (e di esempi ce ne sono fin troppi...)
Lo sento dire spesso, ma non trovo alcun passo definitivo, tenendo soprattutto conto che il concetto di spirito santo nell’ambiente del cristianesimo primitivo.
> considerata la possibilità del genitivo soggettivo, considerato il ritmo della frase, considerando il suo senso liturgico possibile, considerando volendo anche il confronto tra il numero di traduzioni autorevoli che traducono come CEI con il numero delle traduzioni autorevoli che traducono come TNM, considerando che la traduzione esatta sarebbe stata in armonia con il resto del vangelo, si sarebbe concluso l'esattezza del testo CEI a sfavore della TNM.
Mi pare una tua conclusione che non ha nessun fondamento. Il ritmo della frase, in greco, non è intaccato da un significato di genitivo piuttosto che un altro, esso cambia solo in italiano e non in greco. Trovo invece alquanto scorretto che per mantenere una pura questione di somiglianza formale con il ritmo greco si ometta di tradurre come la grammatica invece richiederebbe nascondendo il significato letterale, benché liturgicamente meno efficace. Io credo che si debba dare maggior importanza al messaggio che non alla liturgia, altrimenti che versione del testo proponiamo, quello che a noi fa comodo?
Circa il “numero” di traduzioni che intende il genitivo come genitivo di oggetto non mi pare argomento interessante, se si tratta di pregiudizio teologico è ovvio che sia “spalmato” su tutte le traduzioni trinitarie, è ovvio che nessun traduttore che crede nello spirito come persona e Dio qui sarebbe disposto a leggere una “cosa”. Ma il Bauer intende il genitivo come la TNM e dunque vedi che ci troviamo di fronte al tipico pregiudizio teologico, tanto più difficile da scoprire quanto diffuso trasversalmente in varie confessioni. Con il paradosso che la TNM, che è l’unica che traduce in modo corretto, o quanto meno in quello più probabile, finisce sotto processo. Assurdo.
> Non c’è dubbio che lo stico possa avere altre ricostruzioni. Nessuno lo nega. Moreh - pioggia, può anche significare guida, corista, o legislatore come nella Lxx e la Vulgata e quindi ci sono versioni “il legislatore darà le benedizioni” o “il corista intonerà le benedizioni” o anche “la guida gira attorno al gruppo delle piscine”.
E allora? Non vedo il problema dove stia, la CEI sceglie una strada e la TNM ne sceglie un’altra. Scusami ma la tua mi sembra un polemica sterile. La TNM legge in funzione del v. 1 “come è bello il tuo tabernacolo” ed il desiderio del Salmista di recarvisi, così gli “uomini la cui forza” è in Dio passano per il bassopiano e, metaforicamente, lo “mutano in una sorgente”. L’insegnate che gli accompagna si “avvolge di benedizioni” e tutti scelgono di stare nei cortili del tabernacolo. Tieni conto che l’autore del salmo è un levita e questa lettura a me pare coerente, seppure possiamo darne altre. Ben vengano, nessuno qui si è mai sognata di criticare la CEI!
Inoltre non è detto che la valle di Baka sia un luogo, baka potrebbe essere solo il nome di una pianta ad indicare che al salmista una zona arida e triste (metafora anche di una condizione interiore) poteva sembrare un zona ben irrigata se attraversata per recarsi al tempio, senza per questo richiedere pioggia letterale.
> Beh, che devo dire? È un passo secondario certamente, ma l’anziano ha chiesto una mia opinione ed io ho dovuto dargliela apportando che la valle di Bakà è trasformata in luogo di sorgenti anche perché è la pioggerella che fecondando la valle diventa segno tangibile della benedizione divina. Quell’ “l’insegnante si avvolge pure di benedizioni”… anche se hai provato a spiegare… mi pare inconcludente.
A te pare includente mentre non era così per le versioni antiche. Per altro metafore di questo tipo sono comuni nelle scritture, per esempio la CEI al Salmo 108,18 dice che il nemico di Davide “Si è avvolto di maledizione come di un mantello”.
Come ti ho detto il testo ebraico è oscuro, per cui fare delle questioni di lana caprina su questo passo mi pare davvero poco costruttivo.
> Detta così sembrerebbe una cosa corretta. Ma l’argomentazione è, purtroppo come al solito, capziosa. Prima di tutto devo farti notare che hai una qualche confusione sulle famiglie dei manoscritti.
Infatti, come tu dici l’argomentazione è capziosa, e dunque non vedo perché tirare fuori proprio temi capziosi. Tutti i 7 manoscritti citati sono della famiglia Alessandrina e proto-alessandrina, mentre la lezione era sconosciuta nella famiglia Occidentale e Bizantina. Per altro se la Vulgata è una copia lo è anche la Siriaca, e per altro le versioni della siriaca omettono tutto il passo. Certo la famiglia alessandrina è ben attestata ma la tradizione che omette il me è altrettanto ben attestata e geograficamente diffusa. Dunque si tratta di una scelta BEN PRECISA e MOTIVATA, forse non la condividi ma non si può certo condividere tutto.
In tutti i casi la TNM decide di metterlo COMUNQUE nella nota in calce, senza le parentesi quadre, che invece se poste hanno un altro significato (cioè una aggiunta al testo dei traduttori). Non ci vedo alcun desiderio di “nascondere” qualcosa visto che la nota è sotto gli occhi di tutti… queste sono teorie complottistiche che a me, sinceramente, fanno un po’ ridere!
> Purtroppo questa coerenza manca spesso e volentieri.
Non ci vedo alcuna incoerenza, anche la CEI e le altre versioni spesso usano lezioni più scadenti da un punto di vista testuale, alcune volte senza neppure segnalarlo in nota, per cui non vedo come accusare solo la TNM di presunta “frode”, visto che qui fa una scelta motivata ed evidenziata in nota. D’accordo o no che possiamo essere, anche perché quel passo per noi non cambia nulla da un punto di vista dottrinale.
> La CEI agisce nella stessa maniera in molti versetti, preferendo altri manoscritti al testo base. Ti prego di fornirmi le pericopi che sicuramente hai già in mente (immagino), ma ti prego di selezionare quelle pericopi che dottrinalmente sono importanti o nodali, cioè fanno dottrina e spingono il lettore a capire qualcosa di diverso da quello che realmente c'è sul testo greco.
Come ti ho detto il passo di Giovanni 14,14 non è “nodale” per i testimoni di Geova da un puno di vista dottrinale, per noi Cristo è il mediatore tra Dio e gli uomini per cui non vediamo nulla di male a chiedere qualcosa a lui, quale mediatore. La CEI si allontana diverse volte dal testo, possiamo parlarne sul forum dei TdG se vuoi. Qui ti posso citare solo un caso per tutti, in Giovanni 1,18 la CEI si discosta dal testo di Nestle-Aland per rendere "unigenito Dio" con "Figlio unigenito" sostenuto da mss ancora più scadenti del "me"
> Infine mi permetto di notare che sei intervenuto su quasi tutto il mio incontro con l’anziano, tranne su un’aspetto traduttivo veramente rilevante: l’aggiunta del nome ibrido Geova e l’anonimato dei traduttori. Ti aspetto.
In Italia gli autori della Nuova Riveduta e della Diodati sono anonimi, lo stesso avviene per molte versioni straniere. Ma personalmente non ho l’abitudine di giudicare una traduzione el nome di coloro che l’ hanno eseguita. A mio parere hanno fatto un buon lavoro e lo stesso Jason BeDuhn, di cui ti suggerisco di leggere il libro in uscita, mi pare sostanzialmente d’accordo pur movendo egli stesso delle critiche che ritengo sensate.
Sul nome “Geova” mi pare che si possa liquidare in una sola frase. Geova è la forma accettata nel nostro dizionario che corrisponde a tetragramma ebraico, non è una “imitazione” della pronuncia (che non conosciamo) non è un tentativo di ricostruzione filologica. E’ solo una “convenzione” linguistica, così come la parola “cane” in italiano non ha nulla a che vedere con il cane nella realtà. Così il significante “Geova” è solo una forma che rimanda al “significato” YHWH. Di fatto se la convenzione era “Pippo” potevamo usare quella, ci premeva solo rendere in italiano la presenza di YHWH traducendola con un termine specifico, visto che Dio, Signore se pur fino ad un certo punto corretti rimandano comunque ad un altro significato, YHWH è anche Dio e Signore, ma Dio e Signore sono riferiti anche ad altri. Solo YHWH è usato specificamente per Dio Onnipotente.
Ciao
[Modificato da =Marcuccio= 08/02/2007 18.00]