Un'intervista "impossibile"

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maco42
00martedì 2 gennaio 2007 17:49
Dall'esperienza di p. Domenico Mondrone S.J., in suo ricordo

Prima parte

L'idea di questo scritto mi balenò improvvisa in un pomeriggio di agosto del 1974.Fu così: da oltre due mesi, forse anche più, quasi tutti i giorni, alle ore 15 precise, il Secondo Canale della RAI mandava in onda una rubrica intitolata Interviste impossibili. Si trattava di incontri tenuti tra letterati, giornalisti e studiosi di varia cultura con uomini del passato: con personaggi del pensiero, dell'arte, della politica entrati bene o male nella storia, con un nome più o meno famoso. Erano incontri di uomini di oggi con altri di ieri per interrogarli, quasi fossero, per non so quale trucco medianico, momentaneamente redivivi, e farli parlare e dare spiegazioni di certi loro atti e confessarne le intenzioni segrete, ora costretti dall'incalzare delle domande, ora messi nella necessità di giustificarsi contro le malefatte di qualche storico. Tra l'una e l'altra di simili audizioni mi saltò in mente un'osservazione molto stramba: "Manca un'intervista con Satana! ...Sarebbe interessante. Oggi, però, con l'abilità che ha raggiunto quel messere, di non farsi credere! ...". Il caldo di quel pomeriggio era soffocante e mi buttai su una sedia a sdraio per recuperare un po' di sonno.
L'incertezza.
La mattina appresso, appena sveglio: "Ma sì, un'intervista con Satana, o meglio col Maligno, andrebbe bene! Che importa che tantissimi non gli credono. E ricordai le accoglienze fatte al papa in uno dei discorsi del mercoledì. Una fantasia ben provveduta per lo meno gioverebbe a richiamar l'attenzione su quel soggetto. Forse anche a levare il sonno a più d'uno". Non ci pensai più per qualche tempo. Ma l'idea si riaffacciava a intermittenza e talvolta con strani contorni di cosa fattibile. Si potrebbe p.e. dir questo... impostare così un episodio... introdurre questo o quest'altro aspetto... A poco a poco divenne un po' il mio tarlo.
Un'intervista col Maligno. Non pensavo affatto di cacciarmi-ci io. Vediamo allora a chi potrebbe affidarsi. Cominciai tra me a far dei nomi. Ne passai in rassegna parecchi. Ci pensavo su, poi l'uno dopo l'altro li scartavo. Mettersi a dialogare col diavolo, sia pure sul piano della fantasia, non è faccenda facile. Nessuno accetterebbe un'idea così bizzarra e, oltretutto, fuori tempo: roba da Medio Evo! Intanto, la cosa strana era questa: quando inclinavo ad arrendermi e prendere sul serio quell'idea, mi sentivo L'animo aprirsi a serenità ed a cosa allettante. Quando invece mi proponevo di non farne nulla divenivo inquieto e cadevo in un nervosismo strano. C'era in me qualcosa da buttar fuori, come per una liberazione. Per la prima volta nella mia vita ebbi il sospetto di aver bisogno di un neurologo.
La decisione.
Come giunta alla derrata, una sera di settembre mi recai in una chiesa, dove è venerata una Madonna molto cara al popolo romano, e La trovai insolitamente affollata. Avvenne l'incredibile.
Appena varcata la soglia, mi si avvicinò una donnetta di mezza età, bassotta, con due occhi luminosissimi e dolci, e tutt'a un tratto mi disse:
"Quando si decide a scrivere quelle cose?...". E mi guardava con insistenza. "Scrivere? Quali cose?". "Via, lo sa meglio di me". "Ma lei chi è?"."Cosa importa dirle chi sono. Se la veda con Quella lì - e indicò il quadro della Vergine - vada a sentir Lei che cosa le dice".
Un folto gruppo di turisti invase in quel momento l'ingresso. La donnetta fu travolta nella confusione e la perdetti di vista.Che cosa strana! Un'allucinazione o un avviso del cielo? Mi sentii smarrito e ridicolo, soprattutto ridicolo. Trovato un posticino adatto, prima di mettermi ai piedi della Vergine, a pregarla, quel mio ingombro interno mi si sciolse come niente. Senza ripensare al tarlo che mi molestava, provai dentro di me come una spinta dolcissima e ferma a raccogliermi sull'argomento e veder di fare qualche cosa. Fissando la cara immagine, non osai chiederle nulla in merito, perché già avvertivo in me una promessa di assistenza materna.
"E va bene, dissi uscendo. Cercherò d'imbarcarmi in quest'affaraccio. Scriverò io questa intervista stranissima. Ne verrà fuori qualcosa che mi coprirà soprattutto di ridicolo. Ma mi sarò levato un'idea fastidiosa dalla testa".
Il primo incontro
Quella sera stessa, dopo una cena piuttosto frettolosa e svogliata, mi ritirai in camera a sbrigare un po' di corrispondenza. Di lì a una mezz'ora presi a recitare l'ultima parte della "Liturgia delle Ore".
Notai, questa volta, che più andavo avanti, più cresceva in me il desiderio di indugiare in quella preghiera abituale. Sensi e gusti nuovi affioravano da quelle parole antiche e semplici.
Alla fine, baciai il breviario e lo misi da parte. E adesso che cosa faccio? Qualche volta appuntavo delle note rapidissime sul diario; tentai di farlo, ma presto me ne passò la voglia. Voltatomi, lo sguardo s'incontrò con l'immagine della Madonna dinanzi alla quale quella sera ero andato a pregare. Ebbi voglia di trattenermi con Lei e preso di tasca il rosario mi segnai. Le Ave Maria mi venivano su dolcissime come una più intima presa di contatto con Lei. Non era terminata una decade, che mi trovavo seduto e con la penna in mano. Cosa strana! Per che fare? Un blocco di carta era lì sul tavolo. Cominciare a scrivere qualcosa di quella diavoleria? Non ci pensavo affatto. Non avevo nulla di preciso per la testa, e la fantasia non pareva favorirmi. Accostato, così, per fare qualcosa, il blocco di carta, scrissi in alto: "Intervista con Satana". No, corressi. Meglio dire "col Maligno". Questo secondo appellativo è meno logoro e di un senso più immediato. E restai con la penna in aria. In quell'istante medesimo avvertii lungo la schiena un improvviso brivido di freddo, che subito mi avvolse tutta la persona. A fianco alla scrivania, a sinistra, la finestra era completamente aperta, istintivamente mi alzai per chiuderla; avvertii che di fuori veniva invece un'aria calda. Era infatti la sera di una fervida giornata di settembre. Mentre mi toccavo le guance, la fronte, chiedendomi se non fosse per caso un sintomo di febbre, una lama addirittura gelida mi attraversò la persona e n'ebbi uno strano assalto di paura. Mi sedetti, rimasi alquanto su me stesso, poi tentai di buttarmi sul letto. Non riuscii a muovermi. Mi sentivo inchiodato alla scrivania, non per forza di chi mi facesse violenza dal di fuori, ma da un senso di inerzia totale: una specie di legamento. Invocai mentalmente la Vergine che mi guardava a qualche metro di distanza dalla parete e ne ebbi un'improvvisa carezza di pace. Mentre tra me ringraziavo la Madre celeste, la sedia, la scrivania, quasi tutta la camera ebbero un sussulto misterioso."Hai chiesto d'intervistarmi, eccomi!". Fu una voce cupa, aspra, metallica. Una voce che non seppi precisare da qual punto venisse, ma che mi scatenò addosso un lungo e più forte brivido di paura. Restai alcuni momenti senza fiato, poi presi coraggio. "Ma tu chi sei?". "Non fare lo stupido; sono io!". Non avevo mai pensato di dover passare con la mia intervista dal piano della fantasia a quello di un a tu per tu col Maligno. Su un angolo della scrivania c'era il rosario e istintivamente lo afferrai come arma di difesa. "Butta via quella robaccia, se vuoi parlare con me!". "Robaccia?..."."Escrementi di capra legati insieme!". "Se per te è robaccia io la bacio e a tuo dispetto me l'avvolgo qui attorno al polso, per sicurezza. Vedo che deve farti paura, vigliacco!". "Quella, per me, è una ghigliottina!..." "Tanto meglio, e grazie di avermelo detto!". Ho cercato più volte di spiegarmi come percepissi quella voce così vicina, che non proveniva da un punto preciso della camera, né mi saliva dal di dentro. L'avvertivo,però, in modo
chiaro, sempre in tono minaccioso e sprezzante e carico di una rabbia belluina."Intanto, come sei venuto? Chi ti manda?"."Sono stato costretto"."Da chi?". Seguì un silenzio agghiacciante."Da quella là!". Urlò questa risposta con un disprezzo e un odio indescrivibili.
"Chi è quella là?". Ma avevo capito."Non farò mai quel nome!"."Ti scotta tanto?"."La odio infinitamente!"."Perché è la creatura più alta e più santa..."Masticandosi le parole con rabbia: "Lui l'ha voluta così a mio dispetto, perché fosse la mia più schiacciante umiliazione!".Restai sbalordito. "Come mai? Sei il padre della menzogna e dici una verità così grande? Non ti accorgi che questa è una lode immensa?...".La mia domanda restò senza risposta. Per quella volta fu tutto.

secondo incontro

Passò qualche giorno senza che vi fosse nulla di nuovo. Non sapevo che cosa pensare. Invocare il ritorno di un così singolare interlocutore non ne avevo il coraggio. Quel primo incontro aveva lasciato in sospeso più di una domanda. Ma fu troncata sul meglio. Quell'ultima risposta, però, così inattesa, mi lasciò una gioia grande. Una mattina, avevo appena finito di celebrare la Messa, quando fui preso da una voglia insolita di andarmene subito a casa. Mi attirava lo strano sentore di qualcosa di inconsueto."Quel messere dev'essere già qui", pensai. Infatti, ecco i soliti improvvisi brividi di freddo gelido. Non mi ero sbagliato. Mi sedetti, invocai mentalmente la Madonna e attesi. "Son qui. Che altro vuoi chiedermi?". Parve che quell'essere tenebroso fosse stato messo a mia disposizione.
"Anzitutto devo ringraziarti per L'alto elogio che l'ultima volta hai fatto della Madonna. Mi colpì molto quella risposta. E ancora non riesco a spiegarmi come ti possa essere sfuggita".
"È Lei che mi costringe a parlare così, lo vuoi capire? Lei mi costringe. Lo fa per contentare te e per umiliarmi. Ma tu, ricordati, me la pagherai! Tu non riuscirai mai a comprendere quale tortura è per me doverle ubbidire obbligandomi a dire certe verità. La verità io la odio, perché la verità è lui, capisci? Tu rimani inorridito dinanzi agli strazi a cui tanti miei subalterni sottopongono i Loro condannati politici, ricorrendo alla pillola della verità, al cosiddetto lavaggio del cervello - tutte mie invenzioni perché sappia - per portarli all'autocritica e strappar loro confessioni prestabilite. Peggiore è il supplizio a cui da quella là vengo sottoposto per indurmi a sputarti in faccia certe verità. Perciò ti ripeto che me la pagherai". "Grazie anche di questo che mi dici; ma se Lei è con me, non mi fai paura". "Me la pagherai, ti ho detto". "Sia pure. Però continua a parlarmi di Lei". "È la mia più implacabile nemica!". "Lo credo bene: è la Donna predestinata a darci Gesù, il nostro Redentore, il riparatore di tutte le tue malefatte, specialmente di averci regalato il peccato e la morte. E Lei, per virtù del suo Figlio, a tuo scorno, ha vinto tutto questo!". Un lungo silenzio di attesa."Capisco che non hai troppa voglia di parlare di Maria. Sei infinitamente superbo e il ricordo di Lei è troppo schiacciante per te. Dicesti bene, è la tua umiliazione più grossa. Ma, in nome di Lei, rispondi. Credevi di aver ottenuto una vittoria piena strappandoci la nostra madre Èva? Non sospettasti nemmeno che Dio ti avrebbe stravinto con Maria? Una madre infinitamente più grande di quella che ci avevi tolta e con la quale ci mandasti alla rovina. Dio ci ha dato Maria e l'ha fatta Madre sua". "Ma perché ti ostini tanto a parlarmi di quella là? Piantala!".
"Appunto perché ti da tanto fastidio... ". "È una terribile sconvolgitrice dei miei piani. È una devastatrice del mio regno. Non mi lascia riportare una vittoria e già mi prepara una sconfìtta. Me la trovo sempre tra i piedi. Sempre indaffarata ad attraversarmi la strada, a suscitare fanatici che l'aiutano a strapparmi anime. Fin dove più clamorose sono le mie conquiste, in un silenzio capillare essa moltiplica le sue. Ora, però, è venuto il tempo che riporterò su di lei vittorie mai viste...". "Effimere come le altre!".I cultori del dogma Ancora un breve silenzio. "Non saranno effimere!... Questa volta sarà una vittoria piena. Credeva di essere al sicuro in una fortezza imprendibile. Ora vi ho aperto una breccia che sarà peggiore della prima!... ". "Quale breccia? Penso che corri troppo. Sei troppo sicuro di te"."Ho dalla mia parte anche i teologi. I miei presuntuosissimi dottori. Se fossi capace di amare, sarebbero i miei amici più cari. I vostri cultori del dogma vanno abbandonando l'una dopo l'altra le vostre posizioni. Li ho indotti a vergognarsi di certe formule pappagallesche. A vergognarsi prima di tutto di credere nella mia esistenza e nel mio lavoro in mezzo a voi: cosa per me comodissima". "E con ciò, credi?"."Così le favole dell'immacolato concepimento, della maternità divina, della sempre vergine, della onnipotente per grazia, vanno ormai sgretolandosi come miserabili inezie. Tra qualche anno resterà appena il ricordo - vergognoso ricordo - di così stupide leggende. A lungo ho dovuto aspettare, ma ora è venuto finalmente il mio tempo. È l'ora definitivamente mia! Sapessi come lavorano bene i miei alleati: preti, frati, dottori!... Dove sono più gli scalmanati del suo culto, i suoi riscaldati simpatizzanti?". L'inferno è ben altro sembrava fosse scomparso. Invece era lì, forse in attesa della mia reazione."Lo so: sei riuscito a sollevare attorno a tante verità del credo un polverone confusionario e irrespirabile. Credi di sopprimere il sole soltanto perché lo hai nascosto dietro cumuli di nuvole. Ma tutto questo passerà. Basterà un soffio dell'Onnipotente per sbarazzarsi di quanto stai costruendo. Un soffio solo e Dio, nella sua Provvidenza, anche questa volta caverà il bene dal male. Pure da queste confusioni saprà far brillare più splendida la verità". "Non farti illusioni"."So di non illudermi. La fede me lo dice. E tu stesso, eterno bugiardo, non credi affatto a cotesta vittoria finale. Tu ti agiti perché sai che Dio tien misurato il tempo in cui, per i suoi disegni, ti lascia strafare. Tu sai che il più potente è Lui. Egli ha davanti a sé l'eternità. In un attimo ti strapperà di mano le tue momentanee vittorie. Sei l'eterno ridicolo smargiasso. Ti credi onnipotente, meglio, vuoi farti credere tale; ma basta un segno di croce per metterti in fuga; basta uno spruzzo d'acqua santa per paralizzare la tua onnipotenza. La parabola del grano e della zizzania è stata detta soprattutto per te. Sei semplicemente ridicolo nelle tue millanterie. Sei un povero cane legato alla catena. Tu non puoi nulla di più di quanto Dio ti permette. Te lo permette per provare i suoi eletti nel tempo, e sconfiggere te per l'eternità".
"Come sei diventato eloquente! Il tuo è un bel pezzo di predica per i pappagalli della parrocchia. Tu ammucchi parole, io conto sui fatti". "Ti sto solamente sbugiardando. La tua storia finirà come è cominciata. Avesti la stupida presunzione di crederti simile a Dio. Ti ribellasti, e Dio in quell'istante medesimo, con un soffio precipitò te e i tuoi negli abissi infernali. Bastò un cenno della sua volontà per folgorarvi tutti, per trasformarvi da angeli in orribili demoni"."Ancora un pezzo di predica".
"Sai bene che non è predica. È un fatto tremendo. Come tremendo è l'inferno in cui precipitasti... A proposito: che cos'è l'inferno?... ".Un silenzio pesante come un incubo."In nome di Lei, rispondi; parlami dell'inferno"."Impossibile dirtelo!"."Provaci!"."Nemmeno quella là, a Fatima, seppe spiegarlo"."Come? Quei poveri bambini per poco non morirono dallo spavento!".
"E che cosa videro?... L'inferno è ben altro... Contentati di questo".S. Michele combatte con gli angeli caduti (A. Diirer)La caduta degli angeli ribelli Ancora una volta ebbi il sospetto che se ne fosse andato. In modo strano mi avvertì invece che era lì. "Disgraziato! Eri un angelo. Dio ti creò straricco di doni e di bellezze divine. Avevi l'intelligenza degli spiriti eletti. È inconcepibile come tu e i tuoi abbiate potuto osare un così stolto peccato di rivolta. Come infatuarvi di ciò che non era vostro? Rispondi!"."Perché volle sottoporci a una prova infinitamente umiliante per noi spiriti altissimi. Una prova inimmaginabile, degna soltanto di una rivolta". "Quale prova?".
Ancora un silenzio carico di mistero. "Su, nel nome di Lei che ti ha imposto di venire, rispondi. Quale prova?". "Ci impose un ossequio umiliantissimo e inaccettabile. Ci mise di fronte al disegno della creazione del mondo materiale, cioè di tutto il cosmo al di sopra del quale creare anche voi uomini col proposito di elevarvi alla stessa dignità alla quale aveva elevato noi; e per colmo di questo, ciò che fece scattare la nostra rivolta, ci mise dinanzi alla incarnazione del figlio, fatto uomo, vestito di una natura inferiore alla nostra, e ci impose di adorarlo. La nostra intelligenza ne sbalordì. Milioni di angeli vilmente si piegarono a Lui. Moltissimi di noi lo vedemmo come un affronto alla nostra dignità e ci rifiutammo. Il castigo scoppiò immediato. Noi non volemmo accettare la nostra condizione di creature, di aver bisogno di lui, di essere soggetti a lui. Ci credemmo sufficienti - e lo eravamo - di noi stessi. In quel rifiuto il nostro gesto è rivolta. In un attimo ci trovammo come siamo. La sua fu una condanna senza appello. Né, del resto, ci saremmo piegati al suo volere"."E non era un peccato gravissimo di rivolta?" Un "No!..." cupo, lungo, cavernoso, da far gelare il sangue, risuonò per buon tratto nella lontananza. Capii che era scomparso, lasciandosi dietro un fracasso che parve lo scroscio di una valanga. Tutto lo stabile ne fu scosso. Uscii sul corridoio spiando se altri si fossero accorti di qualcosa. Nulla. Non vidi nessuno.

Terza parte Un paese dei senza Dio

La sera appresso, stavo per mettermi a letto, quando udii per La camera dei rumori strani: erano passi pesanti, quasi tonfi che facevano vibrare il pavimento. Avvertita La presenza di Lui, agguantai il rosario, mi segnai, invocando mentalmente La Madonna che mi stava affianco al letto, e attesi.
"Sento che sei qui. Ebbene, in nome di Colei che ti obbliga a venire e a rispondermi, dimmi: subito dopo il tuo grande peccato, ti rendesti conto di ciò che avevi perduto per sempre?". "Che domanda stupida!"."Allora permettimi una domanda ancora più idiota: mai un pentimento di quel peccato?". "Pentimento?" scattò subito la risposta, rabbiosa come un urlo di belva. "Ma non sai che un attimo di pentimento sarebbe stato un atto d'amore. E questo non è nemmeno concepibile in noi. Noi fummo immediatamente investiti da un odio immenso contro di lui. Un odio implacabile, eterno. Ci trovammo avviluppati, quasi pietrificati, in una maledizione che è divenuta una nostra seconda natura". "Dopo averci espulsi dal suo paradiso, si è vendicato destinando al nostro stato esseri i più ributtanti, voi uomini, un impasto di spirito e di sporca materia. Ha fatto di voi un oggetto del suo amore infinito. Va mendicando da voi l'amore che noi gli abbiamo rifiutato. L'amore per voi gli ha fatto commettere pazzie, perfino quella di umiliare il figlio nel ventre di una donna. Ha l'ambizione di riempire con voi i posti da noi lasciati vacanti. Ma prima che riesca a questo noi riempiremo di voi uomini il nostro inferno. La vendetta che non possiamo prenderci su di lui, la faremo su voi". "Questo è il tuo sogno. Ma tra te e noi, sul ciglio del tuo abisso infernale c'è Cristo Crocifisso. Avrai con te quelli che si ostinano a stare con te. Ma tutti gli altri, anche i peccatori, anche i poveri infedeli, ti saranno strappati come preda che non ti appartiene, perché sono suoi, li ha pagati col prezzo del suo sangue. Io mi rifiuto di credere che alla fine ne avrai più tu che Lui!".

Aborto e divorzio

Ci fu una pausa piuttosto lunga. Ebbi la sensazione che volesse aggredirmi con un discorsone. Infatti passò subito all'attacco.
"Ne avrà più di me, dici?... Ma non vedi, cieco e stupido che sei, come oggi sto mobilitando tutto alla vostra rovina? Non vedi che il suo regno si sgretola e il mio si allarga giorno per giorno sulle rovine del suo? Ancora poco tempo e tutto il mondo cadrà in adorazione dinanzi a me. Sarà completamente mio.
"Pensa alle devastazioni che sto portando in mezzo a voi servendomi principalmente dei suoi ministri. Ho scatenato nel suo gregge uno spirito di confusione e di rivolta che mai finora mi era riuscito di ottenere. Avete quel vostro pecoraio vestito di bianco che tutti i giorni chiacchiera, grida, blatera. Ma chi lo ascolta? Ho tutto il mondo che
ascolta i miei messaggi e Li applaude e li segue. Ho tutto dalla mia parte. Ho le cattedre con le quali ho dato scacco alla vostra filosofia. Ho con me la politica che vi disgrega. Ho l'odio di classe che vi dilacera. Ho gli interessi terreni, L'ideale di un paradiso in terra che vi accanisce gli uni contro gli altri. Vi ho messo in corpo una sete di denaro e di piaceri che vi fa impazzire e vi sta riducendo ad un'accozzaglia di assassini. "Vi ho portati ad adottare il divorzio per sgretolare le vostre famiglie. Vi ho portati a praticare l'aborto con cui faccio stragi di uomini prima che nascano. Ti par poco aver travolto le donne, le mamme, al di sotto delle belve; le ho indotte ad ammazzare i loro figli, ciò che le bestie non fanno!
"Alla redenzione di quello che si è fatto ammazzare per voi bestie ho sostituito quella di governanti massacratori, e voi vi buttate al loro seguito come stupidissime pecore. Con Le mie promesse di beni che non avrete mai son riuscito ad accecarvi, a farvi perdere la testa, fino a trascinarvi facilmente dove voglio. Ricorda che io vi odio infinitamente, come odio lui che vi ha creati. Sì, bel guadagno ci ha fatto, mandando il figlio a sprecare il sangue per la cosiddetta redenzione. Io vi odio, vi disprezzo!".

La vittoria finale

"II mistero pasquale ti ha stravinto una volta per sempre. Si rinnova, però, Lungo i secoli nella vita della Chiesa e delle anime, in una vicenda ininterrotta di lotte, morte e di resurrezione. Ma il trionfo del Regno di Dio quaggiù non si annunzia con le gradassate, si annunzia e progredisce e resiste agli urti nel mistero divino del silenzio". "I soliti vecchi pezzi di oratoria...". "Tu sai che questa non è oratoria. La mattina che risorse, Gesù non ebbe nessuna preoccupazione di vendicarsi dei suoi nemici, dei tuoi manutengoli. Nessuna voglia di umiliarli, come avrebbe potuto e come ognuno si sarebbe aspettato, con una dimostrazione spettacolare e folgorante del suo trionfo sulla morte. Sarebbe potuto apparire dinanzi al sinedrio, a Pi lato, ad Erode, a quanti lo umiliarono e lo misero a morte. Non andò a gridar loro in faccia: "Ecco la vostra vittoria!". Invece, troppo più grande di questa soddisfazione trionfalistica, non li curò nemmeno i suoi nemici.
"Inaugurava il suo stile. Dava l'esempio di come si attua il suo trionfo su questa terra, di come procede la sua Chiesa in mezzo agli uomini e lungo i tempi: un cammino faticoso, durato senza strepito. Essa va avanti nel silenzio, coperta continuamente di ferite, circondata di martiri che sono i suoi testimoni incomparabili; ma tutto questo le era stato predetto ed è ciò che la rende più simile al suo Capo"."Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere!... Non vedi che ho in mano tutte le forze del male?... La mia offensiva avanza ormai inarrestabile!".Loro fiducia. Pensa: vi sono tra essi quelli che sanno a memoria il Vangelo di san Giovanni, qualche lettera degli Apostoli, la Pacem in terris, la Lumen gentium, il Credo di Paolo VI. E stampano e diffondono tutto questo. La Russia n'è piena"."Tu vieni dall'Italia?... Da Roma?... Qui dicono che l'Italia è tutta comunista, è mai possibile?...". "Tutta no, ma una parte sì"."È incredibile! Ma lo sanno che cosa significa vivere sotto il comunismo? Qui in Russia non c'è più nessuno che ci creda. Qui è bastato che i nostri giovani abbiano imparato a fare il confronto tra la propaganda ufficiale e La realtà della vita del nostro paese per perdere la fede nell'ideologia del partito.
"Questi giovani hanno imparato che solo il Cristianesimo pone il massimo accento sul valore dei diritti della persona umana: il socialismo parla solo di collettivismo, di massa, l'individuo non esiste".
"Di questo passo, c'è da sperare che il più grande stato comunista del mondo, per la logica delle cose, possa evolversi nella più grande forza anticomunista". "Noi confidiamo molto nelle promesse della Madonna di Fatima"."Oh, la santa Madre di Dio! Sapessi come La venera il nostro popolo! È lei che ha conservata - sia pur in certi momenti molto ridotta - la nostra fede. Le sue icone sono scomparse da quasi tutte le case, ma tantissimi le conservano nascoste, e soprattutto la invocano". "Credi che a non lunga scadenza l'opposizione dei giovani, degli intellettuali, della classe che riflette, possa aumentare?".
"Per me è cosa certissima. E questo avverrà man mano che progredirà la gioiosa scoperta della fede cristiana e La persuasione in molti già radicata che il Cristianesimo è la sola forza capace di cambiare il mondo. Se tra voi si rac-cogliessero le voci dei nostri convertiti dal materialismo, pensereste al miracolo di una nuova Pentecoste". "Posso dirti che molte di queste voci arrivano nel nostro paese. Vi sono anche antologie che le raccolgono, ma, purtroppo, non tutti le leggono". "Conserviamo lettere che giungono dai lager. Sono di uomini, di donne, di giovani ivi condannati che c'incoraggiano a conservare intatta la nostra fede in Dio: impossibile leggerle senza fremere di commozione e senza piangere".In Italia si leggono molto II Dottor Svago di Pasternàk, L'altra letteratura di Molicev, Padre Dmitrij Dunko, Parroco a Mosca.Un colpo di gong annunzio la recita comune del Padre Nostro.




maco42

"Deus Caritas Est"
=omegabible=
00martedì 2 gennaio 2007 19:03
re
L'unica cosa che condivido pienamente del tuo post è la tua firma "Deus Caritas Est" omega [SM=g27825]
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