Si può pregare o no per un dissociato/disassociato?

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brunodb2
00lunedì 19 marzo 2007 09:04
Il comando di Dio riportato in Geremia 7:16 indica forse che I cristiani non pregherebbero riguardo a qualcuno che è stato espulso dalla congregazione cristiana perché è un peccatore impenitente?

(Geremia 7:16) "E in quanto a te, non pregare a favore di questo popolo, non innalzare a loro favore grido d'implorazione o preghiera e non supplicarmi, poiché non ti ascolterò.

La Torre di Guardia, 1° genn. 2001, p. 30 Domande dai lettori

Dopo avere pronunciato il suo giudizio contro l'infedele Giuda, Geova disse a Geremia: "In quanto a te, non pregare a favore di questo popolo, non innalzare a loro favore grido d'implorazione o preghiera e non supplicarmi, poiché non ti ascolterò". — Geremia 7:16.

Perché Geova proibì a Geremia di pregare per gli israeliti? È Chiaro che fu perché trasgredivano in modo flagrante la sua Legge. Apertamente e sfacciatamente 'rubavano, assassinavano e commettevano adulterio e giuravano falsamente e facevano fumo di sacrificio a Baal e camminavano dietro ad altri dèi'. Di conseguenza Geova disse agli infedeli ebrei: "Certamente vi caccerò d'innanzi alla mia faccia, proprio come cacciai tutti I vostri fratelli, l'intera progenie di Efraim". Sarebbe stato sicuramente fuori luogo che Geremia, o chiunque altro, pregasse Geova di annullare il Suo giudizio. — Geremia 7:9, 15.

In armonia con ciò L'apostolo Giovanni menzionò quali preghiere è corretto rivolgere a Dio. Prima assicurò ai cristiani: "Qualunque cosa chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta". (1 Giovanni 5:14) Quindi, riguardo al pregare a favore di altri, Giovanni proseguì dicendo: "Se qualcuno scorge il suo fratello peccare di un peccato che non incorre nella morte, chiederà, ed egli gli darà la vita, sì, a quelli che non peccano in modo da incorrere nella morte. C'è un peccato che incorre nella morte. Riguardo a tale peccato non gli dico di pregare". (1 Giovanni 5:16) Gesù parlò anche del peccato che "non sarà perdonato", cioè il peccato contro lo spirito santo. — Matteo 12:31, 32.

Significa questo che tutti coloro che vengono espulsi dalla congregazione cristiana perché peccatori impenitenti abbiano commesso peccati che 'incorrono nella morte' per cui non si dovrebbe pregare riguardo a loro? Non necessariamente, perché in alcuni casi tali trasgressioni non sono peccati che incorrono nella morte. Anzi, è difficile sapere quando lo sono. Un esempio tipico è quello di Manasse, re di Giuda, che eresse altari a falsi dèi, offrì I propri figli in sacrificio, praticò lo spiritismo e mise immagini scolpite nel tempio di Geova. Infatti la Bibbia dice che Manasse e il popolo fecero "ciò che era male più delle nazioni che Geova aveva annientato d'innanzi ai figli d'Israele". Per tutto questo Geova punì Manasse permettendo che fosse condotto prigioniero in ceppi a Babilonia. — 2 Re 21:1-9; 2 Cronache 33:1-11.
I peccati di Manasse, per quanto fossero gravi, erano del tipo che incorre nella morte? Evidentemente no, poiché il racconto prosegue dicendo riguardo a lui: "Appena ciò gli ebbe causato angustia, egli placò la faccia di Geova suo Dio e si umiliava grandemente a causa dell'Iddio dei suoi antenati. E Lo pregava, così che Egli si lasciò supplicare da lui e udì la sua richiesta di favore e lo restituì a Gerusalemme al suo regno; e Manasse seppe che Geova è il vero Dio". — 2 Cronache 33:12, 13.


Pertanto non dovremmo concludere affrettatamente che una persona sia colpevole di un peccato che incorre nella morte solo perché viene espulsa dalla congregazione. Può volerci del tempo perché si manifesti la vera condizione del suo cuore. Infatti si dice spesso che uno degli scopi della disassociazione è quello di indurre il peccatore a tornare in sé e, si spera, a pentirsi e a convertirsi.

Dato che la persona non è più nella congregazione, qualsiasi cambiamento nei suoi sentimenti e atteggiamenti può essere notato prima da chi gli è vicino, come il coniuge o I familiari. Quelli che notano tali cambiamenti possono concludere che il trasgressore non abbia commesso un peccato che incorre nella morte. Possono essere spinti a pregare affinché tragga forza dall'ispirata Parola di Dio e affinché Egli agisca verso il peccatore secondo la Sua volontà. — Salmo 44:21; Ecclesiaste 12:14.


Anche se alcuni hanno prove sufficienti per credere che il peccatore si è pentito, forse questo non può dirsi della congregazione in generale. Forse I suoi componenti sarebbero perplessi, turbati, magari inciamperebbero se sentissero qualcuno pregare in pubblico riguardo al peccatore. Per tale ragione, coloro che si sentono spinti a pregare in merito al peccatore dovrebbero farlo solo in privato, lasciando qualsiasi ulteriore sviluppo al riguardo nelle mani degli anziani responsabili della congregazione.
Quando Manasse si umiliò dinanzi a Geova, I suoi gravi peccati furono perdonati.

Mi chiedo:
ma "loro" possono pregare o no per un dissociato e/o per un disassociato?


Ciao [SM=x570892]

Bruno
Vitale
00lunedì 19 marzo 2007 11:50
Re:

Te so dì quando divverrò un tdG.

[SM=x570892] Vitale

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