Curiosità
Caino raccoglie i frutti della terra e li dà in dono a Dio.
Abele prende un giovane agnello,lo uccide e lo offre in dono a Dio.
Dio si compiace dell'uccisione di un agnello e ma ripudia l'offerta di Caino che invece non ha fatto del male a nessun animale.
Grottesco.
Molto probabilmente il racconto va inserito all'interno del dualismo agricoltura/pastorizia nomade ed è un implicito omaggio al modo di vivere dell'archetipica comunità ebraica, appunto nomade, in antitesi alla stanzialità di altri popoli, quindi più legati all'agricoltura.
Giusta o sbagliata che sia, questa riflessione mi ha portato ad analizzare il tema del sacrificio di animali, atto di adorazione verso la divinità praticato da tutti i popoli circonvicini agli ebrei.
Templi, altari e cerimonie si ritrovano con imbarazzanti analogie presso altre culture e verso altre divinità, tutte dai nomi altisonanti e con le quali Yahweh entra in competizione in quella che è la visione monolatrica dei primi ebrei.
Ma al vero ed unico Dio cosa gliene importava di veder morire un giovane montone? Forse nulla? Quindi?
Faccio questa domanda perchè a mio avviso non si tratta semplicemente di prendere in considerazione l'idea che Dio accettasse una forma di adorazione possibile per popoli con una sensibilità diversa dalla nostra, e questo a causa dei numerosi riferimenti biblici in cui si nota una precisa richiesta di Yahweh affinchè nei sacrifici si rispettino modalità e cadenze da lui stesso stabilite.
Ciao,
Bruno