Picchiata dai suoi genitori affinché lasciasse il fidanzato

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Achille Lorenzi
00mercoledì 6 febbraio 2008 07:03
ORNAVASSO. COPPIA DI TESTIMONI DI GEOVA SOTT’ACCUSA
Picchiata dai suoi genitori affinché lasciasse il fidanzato

VERBANIA

Lisa e Marco, 17 e 23 anni, uscivano insieme da qualche mese. Residenti entrambi in frazione Migiandone a Ornavasso, i fidanzatini prendevano parte alle riunioni dei Testimoni di Geova, credo religioso di cui erano e sono tuttora adepti i genitori della ragazza Antonio Mollica e Carmela Musto. Un anno dopo, nel 2005, Marco disertò le adunanze dei geoviani e Lisa, per stargli vicina, prese la medesima decisione. Puntuali e ripetute le proteste dei genitori di Lisa che, secondo la versione resa dalla ragazza, avrebbero tenato invano di farla ritornare sui suoi passi. La vicenda è approdata ieri in tribunale dove i coniugi Mollica, denunciati dalla figlia, all’epoca dei fatti minorenne, sono imputati di abuso di mezzi di correzione. Oggi diciannovenne, Lisa è parte civile al processo con l’avvocato Alberto Beer. Secondo l’accusa del pm Roberto Ferrario, la giovane sarebbe stata picchiata dai genitori decisi a usare le maniere forti per convincerla a frequentare nuovamente le adunanze religiose e forse farle capire che quel ragazzo non era adatto a lei. Marco accompagnò Lisa all’ospedale di Verbania dove i medici le diagnosticarono lividi sulle braccia. La ragazza riferì anche di essere stata colpita da un pugno. Discordanti le versioni rese dai testi chiamati a deporre. Secondo alcuni Lisa non venne picchiata ma forse soltanto presa per le braccia e scossa con energia come si fa quando si vuole convincere a tutti i costi una persona che sta sbagliando. Secondo altri testil Lisa avrebbe confidato a un paio di conoscenti di essersi inventata tutto per rivalsa contro mamma e papà così ostili al suo Marco. Al banco dei testi anche la mamma di Marco Gallieni, Rosanna, che ha confermato di essere stata chiamata dal figlio affinchè l’accompagnasse in ospedale perchè Lisa era stata percossa. Ha poi aggiunto: «Adesso Lisa vive in casa con noi e sta bene». A udienza conclusa i coniugi Mollica - difesi dall’avvocato Loredana Brizio - evitano le domande dei cronisti: «Quando parleremo noi la storia apparirà ben diversa». Mano nella mano, Lisa e Marco escono dall’aula; lui si sofferma nel corridoio e aggiunge: «Quando avremo i soldi sufficienti ci sposeremo». A seguire il processo in aula molti geoviani, curiosi di sapere come sarebbe finito. Dovranno attendere la prossima udienza, il 21 aprile.

Fonte: www.lastampa.it//search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1737314&sezione=...
D-Diego
00mercoledì 6 febbraio 2008 09:11
Come volevasi dimostrare,
ecco appunto, solo qualche giorno fa parlavamo degli abusi di correzione da parte dei tdG.
Penso che la vicenda si commenta da sola e non vi sia da aggiungere altro da parte mia.
involtino.primavera
00mercoledì 6 febbraio 2008 21:05
Ma che razza di genitori. Privare i figli di un sentimento così bello come l'amore, solo in funzione di una regola scritta da un gruppetto di uomini in cima a un grattacielo, che dispensano spazzatura spacciandola per insegnamenti di provenienza divina.


filippo65
00mercoledì 6 febbraio 2008 22:19
Certo che molte volte sono stato criticato come cattolico perchè si battezzano i bambini che sono molto piccoli,e quindi stiamo facendo fare una cosa alla quale loro non possono opporsi;ma credo che mai un genitore cattolico picchi un ragazzo perchè non vuole più frequentare la chiesa,anche se magari quando era più piccolo lo hanno fatto battazzare. Vi saluto in Cristo Gesù. Ciao Filippo65
kelly70
00mercoledì 6 febbraio 2008 22:44
Re:
filippo65, 06/02/2008 22.19:

Certo che molte volte sono stato criticato come cattolico perchè si battezzano i bambini che sono molto piccoli,e quindi stiamo facendo fare una cosa alla quale loro non possono opporsi;ma credo che mai un genitore cattolico picchi un ragazzo perchè non vuole più frequentare la chiesa,anche se magari quando era più piccolo lo hanno fatto battazzare. Vi saluto in Cristo Gesù. Ciao Filippo65



A parte il fatto che picchiare un figlio perchè non vuole frequentare la chiesa o le adunanze mi sembra un controsenso...in ogni caso credo proprio che si otterrebbe l'effetto contrario e cioè di fargli odiare la religione ancora di più.




filippo65
00mercoledì 6 febbraio 2008 22:55
Re: Re:
kelly70, 06/02/2008 22.44:



A parte il fatto che picchiare un figlio perchè non vuole frequentare la chiesa o le adunanze mi sembra un controsenso...in ogni caso credo proprio che si otterrebbe l'effetto contrario e cioè di fargli odiare la religione ancora di più.







Infatti io dico che fare frequentare la chiesa o le adunanze per forza,sia opera di dittatori e non di genitori,in quanto i genitori dovremo parlare con i nostri figli non solo con le parole,ma specialmente con il nostro buon esempio,e questo lo sò bene visto che anche io ho 4 bambini. [SM=g27811]
Vi saluto in Cristo Gesù. Ciao Filippo65
Supremo Vindice
00venerdì 15 febbraio 2008 07:28
personalmente...
... non voglio schierarmi da nessuna delle due parti.
Se i fatti sono davvero accaduti come dice la ragazza, i genitori hanno avuto un comportamento che nulla ha di cristiano.

Comunque, di questi fatti, ne sono accaduti anche tra i cattolici e tra rappresentanti di altre religioni.

Non dipende dalla religione professata, ma dalle persone.

Nella mia lunga esperienza posso testimoniare il fatto di aver visto bambini trascinati in chiesa perché non volevano andare a messa, così come figli adolescenti che si recano a messa senza i genitori che rimangono a casa! Stessa cosa dicasi fra i TdG o altre confessioni.

Saluti fraterni!
francocoladarci
00venerdì 22 febbraio 2008 23:22
Per Supremo Vendice
Concordo pienamente in quello che dici,vorrei però aggiungere un particolare,il comportamento dei tdg è più osservato degli altri in quando essi asseriscono di "essere la vera reiligione",che tutte le altre sono false esse sono "babiloniche".
Quindi è evidente che se un suo membro commette qualcosa(come in questo caso),tale azione subisce una fortissima risonanza sociale dovuta a ciò che ho precedentemente detto.Ciao
Franco [SM=x570892]
Vecchia Marziana
00sabato 23 febbraio 2008 07:03
Oggi
per fortuna sembra che i giovani genitori siano restii ad applicare "la verga" della correzione.
Cito un discorso al quale ho assistito:
nell'ultima assemblea di circoscrizione. a dicembre dello scorso anno, un anziano ricordava con compiacimento quando i piccoli che si comportavano con esuberanza in sala, venivano prima disciplinati dagli uscieri (pacca nel sederino, presa per l'orecchio)e portati dal genitore che, fuori sala, continuava la disciplina. "si sentivano i pianti dei disciplinati"-risatine e compiacimentp dell'assemblea.
L'oratore concludeva rammaricandosi che i genitori moderni rifuggivano all'idea di punire i figli!
meno male!
Nonna Pina
elghorn84
00lunedì 16 giugno 2008 17:48
TORINO, 11 GIU - E' costato la condanna a quattro mesi per abuso dei mezzi correzionali il divieto che una mamma aveva imposto alla figlia sedicenne di non vedere il fidanzato poichè gli incontri avrebbero distolto la ragazza dalle pratiche religiose dei Testimoni di Geova.
La sentenza è stata emessa dal tribunale di Verbania, che ha anche disposto la sospensione della pena per la donna e assolto il marito che aveva la stessa imputazione della moglie.
A denunciare due anni fa i genitori, entrambi Testimoni di Geova, era stata proprio la figlia, stanca che le fosse proibito di frequentare il fidanzatino con la motivazione che gli incontri l'avrebbero distratta dall'osservanza dei riti e delle preghiere della comunità.
La mamma della ragazza è stata anche condannata al pagamento di 3.000 euro di risarcimento alla figlia e dovrà anche fare fronte alle spese processuali.(ANSA).
Achille Lorenzi
00lunedì 16 giugno 2008 17:59
elghorn84, 16/06/2008 17.48:

TORINO, 11 GIU - E' costato la condanna a quattro mesi per abuso dei mezzi correzionali il divieto che una mamma aveva imposto alla figlia sedicenne di non vedere il fidanzato poichè gli incontri avrebbero distolto la ragazza dalle pratiche religiose dei Testimoni di Geova.
La sentenza è stata emessa dal tribunale di Verbania, che ha anche disposto la sospensione della pena per la donna e assolto il marito che aveva la stessa imputazione della moglie.
A denunciare due anni fa i genitori, entrambi Testimoni di Geova, era stata proprio la figlia, stanca che le fosse proibito di frequentare il fidanzatino con la motivazione che gli incontri l'avrebbero distratta dall'osservanza dei riti e delle preghiere della comunità.
La mamma della ragazza è stata anche condannata al pagamento di 3.000 euro di risarcimento alla figlia e dovrà anche fare fronte alle spese processuali.(ANSA).

Ho inserito questa notizia in calce alla discussione in cui si era già parlato di questo caso.

Achille
elghorn84
00lunedì 16 giugno 2008 18:17
Grazie Achille (non ci sono stato per qualche giorno)
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