Per Topsy

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santapazienzauno
00mercoledì 29 luglio 2009 17:54


topsy, vorreì partecipare ad una festa, o vedere un concerto o qualcosa molto folk ebraico! Si organizza mai qualcosa di simile qui da noi in Italia?
santapazienzauno
00mercoledì 29 luglio 2009 18:05


molto curioso e simpatico video!!! E'una festa di matrimonio. E le donne dove sono? Chi sono hassidic? Perchè danzano solo gli uomini anziani?
Topsy
00mercoledì 29 luglio 2009 19:20

Purtroppo le comunità ebraiche italiane sono troppo chiuse e diffidenti con gli sconosciuti, persino con gli israeliani stessi; se questi ultimi si trovano in vacanza qui in Italia e desiderano seguire la liturgia sinagogale dello Shabbat, non sempre vengono accolti a braccia aperte. In America e in Israele sono più ospitali, di norma.

Si, quei signori vestiti di nero nel secondo filmato sono "Charedim"; il termine in ebraico indica i cosidetti "timorati di Dio", dediti tutto il santo giorno allo studio della Torah, e sono esentati dal servizio di leva in Israele. Essendo religiosi super-osservanti, nelle festività e nelle cerimonie pubbliche, uomini e donne celebrano e danzano rigorosamente separati, gli uni accanto gli altri, ma in sale diverse solitamente.


Ultimamente in Israele ne hanno combinato delle belle! Non impugnano le armi ma, migliaia di manifestanti sono scesi in strada ed infine arrestati per aver tirato pietre contro le auto in transito e spazzatura contro gli agenti, perchè sono contrari all'apertura di un parcheggio di Shabbat, nella zona della città a loro riservata.




santapazienzauno
00mercoledì 26 agosto 2009 14:56
ciao topsy,

buon giorno,

potresti spiegare se la parola ebraica scem (lo scrivo per la pronuncia in italiano, non so come si scrive originariamente) è legata solo alla parola "nome" o anche alla parola "carattere"?

Grazie.
Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 15:19
Re:
santapazienzauno, 26/08/2009 14.56:

ciao topsy,

buon giorno,

potresti spiegare se la parola ebraica scem (lo scrivo per la pronuncia in italiano, non so come si scrive originariamente) è legata solo alla parola "nome" o anche alla parola "carattere"?

Grazie.




La parola "Shem" significa "nome" ma, presso l'ebraismo il nome non è solo un insieme di segni grafici e fonoteci con cui convenzionalmente vengono designati persone o cose. Il nome difatti, presso l'ebraismo, racchiude l'essenza di chi lo porta, la sua natura e il suo carattere. Così ad esempio, (ne parlavo proprio in questi giorni con un caro amico) presso la cultura religiosa ebraica, Dio ha tanti nomi quanti sono le Sue dimensioni, i Suoi volti, i Suoi atti in relazione all'uomo e per l'uomo.

Un carissimo saluto
Polymetis
00mercoledì 26 agosto 2009 15:52
A Venezia se chiedi di assistere alla liturgia sinagogale non danno problemi, forse perché gli ebrei stranieri sono una quantità impressionante... In compenso il ghetto è infestato da strani tipi, palesemente ultra-ortodossi, che fermano chiunque tentando di salutarlo in ebraico (per vedere se è un ebreo presumo), e distribuire volantini sulla prossima fine del mondo e la necessità di tornare tutti in Israel. E' pieno di luoghi di studio dove all'interno si vede questa gente col barbone e l'abito tipico (tutti rigorosamente maschi) intenti a studiare. Quanto alle ricchezze del ghetto e ai musei, sfortunatamente è andato quasi tutto perso nei rastrellamenti durante la II guerra mondiale, cosicché il museo ebraico conta appena un paio di stanze. Tutti i miei amici ebraisti di Venezia mi hanno detto che provare ad infiltrarsi nella comunità ebraica è esattamente come tentare di violare un castello fortificato, gli ebrei del luogo non hanno interesse ad aprirsi al mondo esterno. Quanto a me, ogni dannato anno mi riprometto di infiltrarmi nelle lezioni di ebraico della mia università come uditore, ma poi sistematicamente i miei progetti, per un motivo o per l'altro, vanno all'aria. L'anno scorso mi sono messo a studiare neogreco, quest'anno devo ancora trovare il modo di buttare via il mio tempo.

Anche questi sono ebrei che ballano (il gruppo è misto), la musica però è persiana:


Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 16:03
Re:
Polymetis, 26/08/2009 15.52:

A Venezia se chiedi di assistere alla liturgia sinagogale non danno problemi, forse perché gli ebrei stranieri sono una quantità impressionante... In compenso il ghetto è infestato da strani tipi, palesemente ultra-ortodossi, che fermano chiunque tentando di salutarlo in ebraico (per vedere se è un ebreo presumo), e distribuire volantini sulla prossima fine del mondo e la necessità di tornare tutti in Israel.





Apparteranno a qualche movimento messianicio ultraortodosso, di cui fanno parte coloro che ritengono che stiamo vivendo in tempi messianici. Sono in attesa di una grande guerra (più nazioni contro Israele) e della conseguente venuta del messia che inaugurerà un epoca di pace universale.


Quanto alle ricchezze del ghetto e ai musei, sfortunatamente è andato quasi tutto perso nei rastrellamenti durante la II guerra mondiale, cosicché il museo ebraico conta appena un paio di stanze.



Sigh!





Tutti i miei amici ebraisti di Venezia mi hanno detto che provare ad infiltrarsi nella comunità ebraica è esattamente come tentare di violare un castello fortificato, gli ebrei del luogo non hanno interesse ad aprirsi al mondo esterno.




In Emilia Romagna le comunità sono molto più aperte. Il mio rabbino tiene assieme ad altri lezioni di ebraico ed ebraismo ogni anno. Si tratta di corsi aperti a tutti, ebrei e non. Cmq, è meglio che lasci perdere le lezioni tenute da questi gruppi ebraici così chiusi, anche perchè sono incomprensibili già a chi appartiene ad una altra corrente ebraica; io stessa ho difficoltà a seguire le lezioni di alcuni rabbini membri di queste movimenti...
delfino2008
00mercoledì 26 agosto 2009 16:10
Non c'e molto da ridere sui ultraortodossi ebrei ,chiamati pinguini vestiti bianchi e neri.
Ho conosciuto persone che hanno avuto a che fare con loro nei kibbutz, e non e' piacevole sono rigidissimi.
Probabilmete per me pericolosi , si scontrano con la polizia israeliana , sono fanatici .
santapazienzauno
00mercoledì 26 agosto 2009 16:14
Re: Re:
Topsy, 26/08/2009 15.19:




La parola "Shem" significa "nome" ma, presso l'ebraismo il nome non è solo un insieme di segni grafici e fonoteci con cui convenzionalmente vengono designati persone o cose. Il nome difatti, presso l'ebraismo, racchiude l'essenza di chi lo porta, la sua natura e il suo carattere. Così ad esempio, (ne parlavo proprio in questi giorni con un caro amico) presso la cultura religiosa ebraica, Dio ha tanti nomi quanti sono le Sue dimensioni, i Suoi volti, i Suoi atti in relazione all'uomo e per l'uomo.

Un carissimo saluto



Bellissimo. Sarà davvero ricca la lingua ebraica!

spesse volte ho cercato di spiegare a un tdg che "usare il nome di Dio, Geova" come insistono loro, è come portare in "sacrificio" a Dio l'uso del nome, per essere accettati e perdonati, e abbonire Dio come fanno i pagani con i loro sacrifici (perchè anche loro Dio, è giudice severo e implaccabile) invece che considerare in quel nome, il carattere, "la rivellazione" di Dio.

L'uso del nome Geova, assume quasi un ruolo magico, come che con l'uso del nome Dio cambi l'attegiamento con noi, sembra che Dio vuole un rapporto formale con noi, perchè ci tiene più alle "buone maniere" di un estraneo, invece che interessarsi di noi profondamente come un Padre per i figli. "Voglio misericordia e non sacrificio"...

nessun ave Maria, nessun uso del nome "Geova" ci può più avvicinare a Dio, dimostrando che il nostro rapporto è tanto formalista, quanto abbiamo più a che fare con "il mezzo di comunicazione" invece che con la Persona stessa e la sua essenza.


Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 16:24
Re:
delfino2008, 26/08/2009 16.10:

Non c'e molto da ridere sui ultraortodossi ebrei ,chiamati pinguini vestiti bianchi e neri.
Ho conosciuto persone che hanno avuto a che fare con loro nei kibbutz, e non e' piacevole sono rigidissimi.
Probabilmete per me pericolosi , si scontrano con la polizia israeliana , sono fanatici .




Occorre saper distinguere. All'esterno tutti quanti solo perchè vestiti con i tradizionali abiti scuri e capello possono apparire membri di un medesimo movimento, ma non è affatto così. Ad esempio, gli Chabad, conosciuti come discepoli del rebbe di Lubavitch, sono molto rigidi in questioni di osservanza, attendono la venuta del Messia a breve, ma non si lasciano coinvolgere in attività di protesta violente come quelle che vedono protagonisti alcune frange estremiste del movimento chassidico che avevo descritto sopra e a cui, con ogni probabilità, ti stai riferendo. Non ricordo di aver mai letto sulla stampa estera o israeliana che a questo movimento (abitualmente pacifico) sia stata attribuita la responsabilità di alcuna protesta o aggressione rivolta verso altri ebrei o credenti di altra fede.

Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 16:44
Per santapazienzauno

Diciamo che nei confronti dei nomi divini e del "nome divino" per eccellenza, ebrei e tdg non hanno affatto il medesimo approccio.
Si relazionano entrambi in maniera assai diversa con la divinità (e dunque al suo Nome).
Per questo ad esempio, per i tdg, "Geova" è la forma più attestata presso la letteratura italiana del nome Tetragrammato con il quale è stato (quanto meno in passato) identificato il Dio d'Israele. Esso costituirebbe cioè il prodotto di una "convenzione". Proprio per quanto espresso nel mio precedente intervento, una simile impostazione non ha alcun significato e valore presso l'ebraismo.
Polymetis
00mercoledì 26 agosto 2009 17:25
Anche perchè non è affatto vero che oggi Geova sia la forma più diffusa del nome divino in italiano. E' da un secolo che sta sparendo, perché gli studiosi hanno smesso di usarla.
delfino2008
00mercoledì 26 agosto 2009 17:25

Bellissimo. Sarà davvero ricca la lingua ebraica!

spesse volte ho cercato di spiegare a un tdg che "usare il nome di Dio, Geova" come insistono loro, è come portare in "sacrificio" a Dio l'uso del nome, per essere accettati e perdonati, e abbonire Dio come fanno i pagani con i loro sacrifici (perchè anche loro Dio, è giudice severo e implaccabile) invece che considerare in quel nome, il carattere, "la rivellazione" di Dio.

L'uso del nome Geova, assume quasi un ruolo magico, come che con l'uso del nome Dio cambi l'attegiamento con noi, sembra che Dio vuole un rapporto formale con noi, perchè ci tiene più alle "buone maniere" di un estraneo, invece che interessarsi di noi profondamente come un Padre per i figli. "Voglio misericordia e non sacrificio"...

nessun ave Maria, nessun uso del nome "Geova" ci può più avvicinare a Dio, dimostrando che il nostro rapporto è tanto formalista, quanto abbiamo più a che fare con "il mezzo di comunicazione" invece che con la Persona stessa e la sua essenza.





Questo e' giustissimo brava topsy
domingo7
00mercoledì 26 agosto 2009 18:08
Carissimi Topsy e Andrea

Apparteranno a qualche movimento messianicio ultraortodosso, di cui fanno parte coloro che ritengono che stiamo vivendo in tempi messianici. Sono in attesa di una grande guerra (più nazioni contro Israele) e della conseguente venuta del messia che inaugurerà un epoca di pace universale.



Sono appena tornato da Venezia dove ho visitato con piacere il ghetto ebraico....mi hanno fermato due ebrei vestiti in modo caratteristico con giacca, cappello e boccoletti.....

Mi hanno chiesto in inglese se ero ebreo (ho qualche tratto che ai tempi dello zio Adolfo mi avrebbe qualificato come di dubbia origine ariana e, inoltre, porto foltissimi e lunghi basettoni ....). Ho sinceramente risposto (un po' a malincuore) di no.....

Uno dei due, un po' deluso, ha insistito nella domanda ma è poi comparso mio figlio che ho loro presentato....lui è altissimo, biondissimo e sembra un finlandese.....hanno un scosso la testa e poi hanno ribadito ...no...no.....

La sera di sabato ho incrociato in Cannaregio un gruppo di giovani ebrei che cantavano festosi una bellissima canzone e battevano le mani......

Peccato che mi sia fermato poco tempo....avrei potuto conoscere meglio il quartiere ebraico e magari ....incontrare pure Andrea...


enrico

Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 18:20
Re:
delfino2008, 26/08/2009 17.25:





Questo e' giustissimo brava topsy



Delfino, le parole che hai quotato non sono le mie, ma le considerazioni della nostra carissima santapazienzauno :-))

Vecchia Marziana
00mercoledì 26 agosto 2009 18:22
Ogni cultura è affascinante e merita d'essere approfondita, non può portarci che ulteriori ricchezze.
In particolare, per chi si professa cristiano, credo sia indispensabile avvicinarsi alla cultura ebraica per riuscire a capire meglio l'AT.
Gabriella
Topsy
00mercoledì 26 agosto 2009 18:29
Re: Carissimi Topsy e Andrea
Io a Venezia non sono ancora mai stata, ma a Milano gli ebrei chassidim e sopratutto Chabad hanno preso piede. Per Channukah (in Dicembre) per le piazze ho trovato a festeggiare molto di più loro che gli altri ebrei ortodossi. Per Purim poi che è la festa più gioiosa del calendario ebraico, si danno molto da fare!

Non so davvero perchè abbiano dubitato che tuo figlio non potesse essere ebreo solo perchè altissimo e biondissimo. In Israele trovi ebrei di ogni statura, carnagione e colore di capelli. Io ad esempio venivo presa per un ebrea askhenazita (e non di rito italiano) per via dei capelli rossi e la carnagione chiara...!

domingo7
00mercoledì 26 agosto 2009 20:11
Carissima Topsy

Non so davvero perchè abbiano dubitato che tuo figlio non potesse essere ebreo solo perchè altissimo e biondissimo. In Israele trovi ebrei di ogni statura, carnagione e colore di capelli. Io ad esempio venivo presa per un ebrea askhenazita (e non di rito italiano) per via dei capelli rossi e la carnagione chiara...!



ho pensato a due possibilità:

o esistono anche ebrei con qualche antipatia o pregiudizio verso alcuni tratti somatici.....(possibilità remota ma giustificata dalla storia e comunque non escludibile a priori...)

o dubitavano che fosse mio figlio....(invero ci sono moltissime somiglianze con me e con i miei parenti ....ma i colori differenti finiscono per confondere anche le persone più esperte .....)


o più semplicemente la comparsa di mio figlio non contraddiceva quanto stavo affermando.........


enrico
Polymetis
00giovedì 27 agosto 2009 02:06

Mi hanno chiesto in inglese se ero ebreo (ho qualche tratto che ai tempi dello zio Adolfo mi avrebbe qualificato come di dubbia origine ariana e, inoltre, porto foltissimi e lunghi basettoni ....). Ho sinceramente risposto (un po' a malincuore) di no.....



NO!! Tu quoque! Beh, con me sono andati direttamente in ebraico, forse perché quella volta ero intento a cercare di decifrare una pubblicità in caratteri ebraici che stava su una vetrina... Chi si ferma è perduto, ti agganciano subito...
(Mario70)
00giovedì 27 agosto 2009 07:32
Re: Carissima Topsy
domingo7, 8/26/2009 8:11 PM:


Non so davvero perchè abbiano dubitato che tuo figlio non potesse essere ebreo solo perchè altissimo e biondissimo. In Israele trovi ebrei di ogni statura, carnagione e colore di capelli. Io ad esempio venivo presa per un ebrea askhenazita (e non di rito italiano) per via dei capelli rossi e la carnagione chiara...!



ho pensato a due possibilità:

o esistono anche ebrei con qualche antipatia o pregiudizio verso alcuni tratti somatici.....(possibilità remota ma giustificata dalla storia e comunque non escludibile a priori...)

o dubitavano che fosse mio figlio....(invero ci sono moltissime somiglianze con me e con i miei parenti ....ma i colori differenti finiscono per confondere anche le persone più esperte .....)


o più semplicemente la comparsa di mio figlio non contraddiceva quanto stavo affermando.........


enrico




Beh come si dice?
Mater certa est, pater numquam...
[SM=g1558696] [SM=g1558696]
domingo7
00giovedì 27 agosto 2009 13:44
Mario 70


Beh come si dice?
Mater certa est, pater numquam...



Lo dicevano i latini....
Oggi anche la madre può essere incerta.....
Se i figli nascono negli ospedali ....qualche cambio è sempre possibile...


[SM=g1558696] [SM=g1558696]






Topsy
00giovedì 27 agosto 2009 18:27
Re:
Polymetis, 27/08/2009 2.06:



NO!! Tu quoque! Beh, con me sono andati direttamente in ebraico, forse perché quella volta ero intento a cercare di decifrare una pubblicità in caratteri ebraici che stava su una vetrina... Chi si ferma è perduto, ti agganciano subito...




Credo che facciano proselitismo, e presso l'ebraismo è lecito farlo solo tra ebrei, non verso i gentili, per questo dapprima domandano. In Israele poi la cosa è più esasperante se sei ebreo e ti ritrovi al Kotel (Muro del Pianto) in preghiera. Ricordo che era un Giovedì, ed io assieme ai miei amici ci trovavamo lì in visita, quando con motla discrezione si è avvicinato a noi un giovane ebreo ortodosso, e ci ha chiesto se eravamo ebrei. Noi, abbiamo risposto di sì e ...da quel momento non abbiamo avuto più pace, perchè dopo aver fatto una "piccola" donazione al giovane che ci aveva domandato un "piccolo" economico (rientra nella tzedakà) i suoi compagni ci hanno letteralmente circondato! Erano tutti giovani studenti delle yeshivot (scuole rabbiniche) senza un soldo e dediti allo studio della Torah, in cerca di donazioni!!!

Il giorno dopo, sul tardo pomeriggio di Venerdì in prossimità dello Shabbat, ci trovavamo tra le vie più antiche dei Gerusalemme, quando si è accostato nuovamente a noi un ebreo religioso, chiedendoci se eravamo ebrei, e noi di rimando: "No, We're sorry...turisti italiani, , shalom!
[SM=g1543794]



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