PACS E BENE A TUTTI

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peraskov
00venerdì 9 febbraio 2007 08:38
Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..

Sono venute fuori alcune illuminazioni veramente notevoli in particolare quando si è dibattuto su cosa sia da ritenere “naturale” e cosa no.

Ormai è assodato che i nostri punti di riferimento su questo argomento sono gli animali, quello che fanno gli animali è “naturale”.

Una volta ci sforzavamo di essere ad immagine di Dio, ora aspiriamo ad essere ad immagine delle bestie, stiamo facendo una bella carriera… [SM=g27827]:

Bene, poiché è risaputo che tra gli animali esistono casi di omosessualità (piuttosto rari, per la verità, molto più rari che in questa nostra società odierna), perciò è “ovvio” che l’omosessualità sia naturale.

E’ evidente quindi, poiché il metro è subito stato accettato, che sia “naturale” mangiarsi uno con l’altro, visto che gli animali lo fanno; in un colpo solo abbiamo anche risolto il problema della fame nel mondo…

E’ altresì evidente che sia normale ammazzare i figli di qualche donna sposata che ci intriga sessualmente, per averla libera e disponibile, visto che gli animali lo fanno, perciò è “naturale”.

E se tutto è naturale, perché la falsità di nasconderlo? Liberalizziamo la pornografia, anche gli animali fanno tutto quello che devono fare all’aperto, dove si trovano, non hanno i nostri falsi pudori.

Sto esagerando? Non mi pare visto che a precisa domanda di un giornalista, la presentatrice di fianco a Ferrara, ha fatto questa ammissione: “Cosa ne penso dell’incesto? Istintivamente ne sono contraria, ma solo per un tabù che mi è stato inculcato; riflettendoci ritengo che sia, ma si, una cosa tutto sommato “naturale”.

E’ proprio vero che dove Dio non c’è, qualsiasi bestialità diventa “naturale”.

@irias@
00venerdì 9 febbraio 2007 09:44
È la prima volta nella legislazione del nostro Paese che le persone che vivono in un regime di convivenza, sia eterosessuale che omosessuale, vedono riconosciuti alcuni diritti essenziali per la serenità della loro vita, quale il subentro nell'intestazione dell'affitto, il diritto all'assistenza in caso di malattia, il diritto all'assistenza in carcere, una forma di reversibilità previdenziale e una forma di successione ereditaria". Tutto questo, ha aggiunto Fassino "consente di riconoscere a chi convive diritti che rendono la convivenza più serena e più solida (P. Fassino)

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Secondo me il lo spirito del Dlgs rispecchia quanto sancito anche dalla Dichiarazione Fondamentale dei Diritti dell'uomo:
dignità e uguali diritti per tutti senza nulla togliere alla sacralità della famiglia
Siria [SM=x570865]

[Modificato da @irias@ 09/02/2007 9.45]

carlomagno1955
00venerdì 9 febbraio 2007 09:59
Scusa non capisco cosa c'entra questo con i "pacs".
Che abbiano citato alcune cose non codivisibili può essere vero ma assomiliare le abtudini animali ad una legge che tutela i cittadini mi sembra fuori luogo.
I Pacs non tutelano solo le coppie omosessuali, non permette le adozioni o cosi via.. ma riguarda anche le coppie eterosessulali che da anni sono in condizioni di convivenza.
E' chiaro che "otto e mezzo", vista la collocazione politica e voltacabana del suo conduttore tende a fa credere cose diverse.
@nounou@
00venerdì 9 febbraio 2007 10:30
DICO io, finalmente ;)

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza





Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO) (Bozza del provvedimento)
Art. 1

(Ambito e modalità di applicazione)

1. Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti, dei doveri e delle facoltà stabiliti dalla presente legge.

2. La convivenza di cui al comma 1 è provata dalle risultanze anagrafiche in conformità agli articoli 4, 13, comma 1 lettera b), 21 e 33 del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, secondo le modalità stabilite nel medesimo decreto per l'iscrizione, il mutamento o la cancellazione. E' fatta salva la prova contraria sulla sussistenza degli elementi di cui al comma 1 e delle cause di esclusione di cui all'articolo 2. chiunque ne abbia interesse può fornire la prova che la convivenza è iniziata successivamente o è terminata in data diversa rispetto alle risultanze anagrafiche.

3. relativamente alla convivenza di cui al comma 1, qualora la dichiarazione all'ufficio anagrafe di cui all'articolo 13 comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, non sia resa contestualmente da entrambi i conviventi, il convivente che l'ha resa ha l'onere di darne comunicazione mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'altro convivente; la mancata comunicazione preclude la possibilità di utilizzare le risultanze anagrafiche a fini probatori ai sensi della presente legge.

4. L'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dalla presente legge presuppone l'attualità della convivenza.

5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche all'anagrafe degli italiani residenti all'estero.

6. Ai fini della presente legge i soggetti di cui al comma 1 sono definiti "conviventi".

Art.2

(Esclusioni)

1. Le disposizioni della presente legge non si applicano alle persone:

a) delle quali l'una sia stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva ai sensi dell'art. 1, comma 1, ovvero sulla base di analoga disciplina prevista da altri ordinamenti;

b) delle quali l'una sia stata rinviata a giudizio, ovvero sottoposta a misura cautelare, per i reati di cui alla lettera a);

c) legate da rapporti contrattuali, anche lavoratori, che comportino necessariamente l'abitare in comune.

Art. 3

(Sanzioni)

1. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque, al fine di beneficiare delle disposizioni della presente legge, chiede l'iscrizione anagrafica in assenza di coabitazione ovvero dichiara falsamente di essere convivente ai sensi della presente legge, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 3000 a euro 10000.

2. La falsa dichiarazione di cui al comma 1 produce la nullità degli atti conseguiti; i pagamenti eseguiti sono ripetibili ai sensi dell'articolo 2033 del codice civile.

Art. 4

(Assistenza per malattia o ricovero)

1. Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente.

Art. 5

(Decisioni in materia di salute e per il caso di morte)

1. Ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante:

a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti:

b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.

2. La designazione è effettuata mediante atto scritto e autografo; in caso di impossibilità a redigerlo, viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono.

Art. 6

(Permesso di soggiorno)

1. allo straniero o all'apolide convivente con un cittadino italiano si applicano ai fini della concessione del permesso di soggiorno, le medesime regole previste per lo straniero o l'apolide convivente con un cittadino comunitario ai sensi dell'ordinamento del cittadino medesimo (in fase di rielaborazione).

2. Ai fini dell'applicazione della presente legge, rileva e può essere oggetto di prova esclusivamente la presenza del cittadino straniero o apolide sul territorio nazionale conforme alla normativa interna in materia di soggiorno.

Art. 7

(Assegnazione di alloggi di edilizia pubblica)

1. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano tengono conto della convivenza di cui all'articolo 1 ai fini dell'assegnazione di alloggi di edilizia popolare o residenziale pubblica.

Art. 8

(Successione nel contratto di locazione)

1. In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni.

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche nel caso di cessazione della convivenza nei confronti del convivente che intenda subentrare nel rapporto di locazione.

Art. 9

(Agevolazioni e tutela in materie di lavoro)

1. La legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza, prevedendo tra i requisiti per l'accesso al beneficio una durata almeno triennale della convivenza.

2. Il convivente che abbia prestato attività lavorativa continuativa nell'impresa di cui sia titolare l'altro convivente può chiedere, salvo che l'attività medesima si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili dell'impresa, in proporzione dell'apporto finito.

Art. 10

(Trattamenti previdenziali e pensionistici)

1. In sede di riordino della normativa previdenziale e pensionistica, la legge disciplina i trattamenti da attribuire al convivente, stabilendo un requisito di durata minima della convivenza, commisurando le prestazioni alla durata della medesima e tenendo conto delle condizioni economiche e patrimoniali del convivente superstite.

Art. 11

(Diritti successori)

1. Trascorsi nove anni dall'inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente, secondo le disposizioni dei commi 2 e 3.

2. Il convivente ha diritto a un terzo dell'eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se concorrono due o piu' figli. In caso di concorso con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri, al convivente è devoluta la metà dell'eredità.

3. In mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al convivente si devolvono i due terzi dell'eredità, e in assenza di altri parenti entro il terzo grado in linea collaterale, l'intera eredità.

4. Quando i beni ereditari di un convivente vengono devoluti, per testamento o per legge, all'altro convivente, l'aliquota sul valore complessivo netto dei beni prevista dall'articolo 2, comma 48, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, è stabilita nella misura del cinque per cento sul valore complessivo netto eccedente i 100.000 euro.

Art. 12

(Obbligo alimentare)

1. Nell'ipotesi in cui uno dei conviventi versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento, l'altro convivente è tenuto a prestare gli alimenti oltre la cessazione della convivenza, purché perdurante da almeno tre anni, con precedenza sugli altri obbligati, per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza. L'obbligo di prestare gli alimenti cessa qualora l'avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza ai sensi dell'art. 1.

Art. 13

(disposizioni transitorie e finali)

1. I conviventi sono titolari dei diritti e degli obblighi previsti da altre disposizioni vigenti per le situazioni di convivenza, salvi in ogni caso i presupposti e le modalità dalle stesse previste.

2. Entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, può essere fornita la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella delle certificazioni di cui all'articolo 1, comma 2. La disposizione di cui al presente comma non ha effetti relativamente ai diritti di cui all'articolo 10 della presente legge.

3. Il termine di cui al comma 2 viene computato escludendo i periodi in cui per uno o per entrambi i conviventi sussistevano i legami di cui all'articolo 1, comma 1, e le cause di esclusione di cui all'articolo 2.

4. In caso di scioglimento o di cessazione degli effetti civili nel matrimonio può essere fornita, entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, da parte di ciascuno dei conviventi o, in caso di morte intervenuta di un convivente, da parte del superstite, la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella della iscrizione di cui all'articolo 1, comma 2, comunque successiva al triennio di separazione calcolato a far tempo dall'avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale.

5. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalle disposizioni vigenti a favore dell'ex coniuge cessano quando questi risulti convivente ai sensi della presente legge.

6. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalla presente legge cessano qualora uno dei conviventi contragga matrimonio.

Art. 14

(Copertura finanziaria)

1. All'onere derivante dall'articolo 11, pari ad euro 4 milioni e 600 mila per l'anno 2008 ed euro 5 milioni a decorrere dall'anno 2009 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 20, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, iscritta all'U.P.B. dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze per l'anno 2007. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

fonte
peraskov
00venerdì 9 febbraio 2007 15:48

Scusa non capisco cosa c'entra questo con i "pacs".
Che abbiano citato alcune cose non codivisibili può essere vero ma assomiliare le abtudini animali ad una legge che tutela i cittadini mi sembra fuori luogo.


Le osservazioni che ho fatto non riguardano i pacs e neanche i comportamenti sui quali i pacs legiferano, ma i criteri utilizzati per definire quali comportamenti siano naturali e quali no.

In quella trasmissione è venuta fuori l’affermazione che l’omosessualità è presente anche nel mondo animale, perciò è naturale. E’ una affermazione che ho sentito molte altre volte.
Il criterio per definire quali comportamenti “umani” siano naturali è quindi di verificarne l’esistenza negli animali non razionali. Punto.

Ma se il criterio è questo, e nient’altro, allora le provocazioni che ho presentato diventano assolutamente logiche e legittime; il felino che per possedere la “felina” ne uccide la prole, fa qualcosa che è nella sua natura puramente istintiva, attua cioè un comportamento perfettamente naturale. Spero che siate d’accordo con me che quest’ultimo comportamento non possa essere trasferito all’essere umano, e quindi che il criterio scelto per stabilire ciò che è “umanamente” naturale non possa essere quello sopradescritto.

E’ chiaro il tentativo di stabilire dei criteri di “normalità” che non tengano conto dell’aspetto morale; le scelte dell’animale infatti sono totalmente estranee a qualsiasi valutazione morale di convenienza e rispondono soltanto a degli istinti. Una trasposizione meccanica di questi comportamenti “naturali, ma bestiali” porta anche ad affermazioni come quella della presentatrice di Otto e Mezzo, che ritiene anche l’incesto, in fondo, come “naturale”.

Quando lo Stato stabilisce che la pornografia è reato e punibile (non parlo di pedo-pornografia), sta implicitamente affermando che il concetto di “naturalità” di un comportamento non è sufficiente per stabilirne la sua accettabilità senza riserve. Tutti gli atti definiti come pornografici, vietati e punibili, sono atti di per se definiti anche, dallo stesso Stato, come “naturali”.
Lo Stato stabilisce quindi anche dei criteri “morali”, per i quali alcuni atti che riconosce come naturali debbono però essere “contenuti” in ambiti privati e regolamentati. Non tutti gli atti “naturali” sono quindi sempre moralmente accettabili.

Mi piacerebbe capire i criteri che lo Stato usa per stabilire questi limiti morali.
carlomagno1955
00venerdì 9 febbraio 2007 19:24
Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..







Sbaglio o il titolo dato a l'argomento è:
"Pacs e bene a tutti" e la trasmissione aveva tale oggetto come discussione?
Se si vuol parlare di altri "argomenti" è corretto titolali con il suo oggetto.
peraskov
00venerdì 9 febbraio 2007 21:53

Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..




Aridaje!

La frase continuava così...
"Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..

Sono venute fuori alcune illuminazioni veramente notevoli in particolare quando si è dibattuto su cosa sia da ritenere “naturale” e cosa no."


Il 3D è anche per parlare dei pacs, ma quella riflessione riguardava questo aspetto particolare, e se oltre a puntualizzare vuoi dare anche il tuo personale contributo, presentando il tuo pensiero, stapperemo una bottiglia di spumante. [SM=x570864]

Altrimenti acqua liscia...



Gocciazzurra
00venerdì 9 febbraio 2007 22:04

Scritto da: carlomagno1955 09/02/2007 19.24
Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..
Sbaglio o il titolo dato a l'argomento è:
"Pacs e bene a tutti" e la trasmissione aveva tale oggetto come discussione?
Se si vuol parlare di altri "argomenti" è corretto titolali con il suo oggetto.


Ma ciò che ha detto Peraskov è attinente all'argomento!
undefinedfrancesca
00venerdì 9 febbraio 2007 22:22
Re:

Scritto da: peraskov 09/02/2007 8.38
Ieri sera , 08/02/2007, a "otto e mezzo" si parlava dei PACS..

Sono venute fuori alcune illuminazioni veramente notevoli in particolare quando si è dibattuto su cosa sia da ritenere “naturale” e cosa no.

Ormai è assodato che i nostri punti di riferimento su questo argomento sono gli animali, quello che fanno gli animali è “naturale”.

Una volta ci sforzavamo di essere ad immagine di Dio, ora aspiriamo ad essere ad immagine delle bestie, stiamo facendo una bella carriera… [SM=g27827]:

Bene, poiché è risaputo che tra gli animali esistono casi di omosessualità (piuttosto rari, per la verità, molto più rari che in questa nostra società odierna), perciò è “ovvio” che l’omosessualità sia naturale.

E’ evidente quindi, poiché il metro è subito stato accettato, che sia “naturale” mangiarsi uno con l’altro, visto che gli animali lo fanno; in un colpo solo abbiamo anche risolto il problema della fame nel mondo…

E’ altresì evidente che sia normale ammazzare i figli di qualche donna sposata che ci intriga sessualmente, per averla libera e disponibile, visto che gli animali lo fanno, perciò è “naturale”.

E se tutto è naturale, perché la falsità di nasconderlo? Liberalizziamo la pornografia, anche gli animali fanno tutto quello che devono fare all’aperto, dove si trovano, non hanno i nostri falsi pudori.

Sto esagerando? Non mi pare visto che a precisa domanda di un giornalista, la presentatrice di fianco a Ferrara, ha fatto questa ammissione: “Cosa ne penso dell’incesto? Istintivamente ne sono contraria, ma solo per un tabù che mi è stato inculcato; riflettendoci ritengo che sia, ma si, una cosa tutto sommato “naturale”.

E’ proprio vero che dove Dio non c’è, qualsiasi bestialità diventa “naturale”.





Sono perfettamente d'accordo con te Peraskov
Di sto passo ci proporanno come esempi da imitare gli stessi animali...anzi ora chiedo ai miei gatti cos'è giusto e cosa non lo è...(il mio gatto maschio fa un regolare uso di ben sette femmine, mica male come esempio).
Beh è una cosa naturale. [SM=g27823]
julie O'Hara
00sabato 10 febbraio 2007 01:51
Cosa è "naturale"?


Ciao Sandro.
Il tuo ragionamento mi piace: lineare, logico, riflessivo e ironico.

Ermeticamente d'accordo con te, io stessa non avrei saputo illustrare meglio.


Julie [SM=x570892]


>Una volta ci sforzavamo di essere ad immagine di Dio, ora aspiriamo ad essere ad immagine delle bestie, stiamo facendo una bella carriera… [SM=g27830] [SM=g27830]
Bene, poiché è risaputo che tra gli animali esistono casi di omosessualità (piuttosto rari, per la verità, molto più rari che in questa nostra società odierna), perciò è “ovvio” che l’omosessualità sia naturale.
E’ evidente quindi, poiché il metro è subito stato accettato, che sia “naturale” mangiarsi uno con l’altro, visto che gli animali lo fanno; in un colpo solo abbiamo anche risolto il problema della fame nel mondo… [SM=g27828]

E’ altresì evidente che sia normale ammazzare i figli di qualche donna sposata che ci intriga sessualmente, per averla libera e disponibile, visto che gli animali lo fanno, perciò è “naturale”.

E se tutto è naturale, perché la falsità di nasconderlo? Liberalizziamo la pornografia, anche gli animali fanno tutto quello che devono fare all’aperto, dove si trovano, non hanno i nostri falsi pudori.

Sto esagerando? Non mi pare visto che a precisa domanda di un giornalista, la presentatrice di fianco a Ferrara, ha fatto questa ammissione: “Cosa ne penso dell’incesto? Istintivamente ne sono contraria, ma solo per un tabù che mi è stato inculcato; riflettendoci ritengo che sia, ma si, una cosa tutto sommato “naturale”. [SM=x570895]

E’ proprio vero che dove Dio non c’è, qualsiasi bestialità diventa “naturale”.<

[Modificato da julie O'Hara 10/02/2007 1.53]

julie O'Hara
00sabato 10 febbraio 2007 03:24

Pensa che quello che hai scritto mi piace così tanto che l'ho stampato in + copie, e sto pensando di distribuirlo un pò in giro per dare uno scossone ( per quel che potrà servire ) alle coscienze della gente...

Quello che seriamente mi preocupa è la mancanza totale di valori, mi sembra che stia diventando una moda non avere + valori morali di riferimento... Che voglio dire?

Ma voi ce la vedete una ragazza di 22 anni, oggi nel 2007, che afferma: "Che cosa? ma questo non si fà !!" ("questo" potrebbe essere > farsi un pearsing, tenersi in tasca un condom per eventuali rapporti occasionali, farsi una canna, tirare coca, prendere la pasticca in discoteca per sballare e divertisi al massimo, inserire una parolaccia ogni 3 sillabe in lingua italiana, ecc..)

... Anatema!!! Guai!! Ma non esiste proprio !! Un adolescente di oggi, --e anche tanti adulti-- , neppure sotto tortura si esprimerebbe così!!

Non è più di moda dire " Ma questo non si fà" oppure "questo è peccato" o ancora "Questo è male e non lo farò, mentre questo mi sembra bene quindi farò questo"... anzi è vero tutto il contrario... " Questo è bene perchè mi piace e lo faccio" !!!

La coscienza è andata in vacanza, non esiste più il concetto di male, di sconcio, di sbagliato, non esiste il peccato, non esiste più l'imbarazzo, nè la vergogna, nè la censura!!!
Ormai tutto è lecito, nulla + ormai fa scandalo, memmeno la ragazzina di 13 anni che fa sesso orale con un uomo + grande di lei... ma è ovvio, dico io, se come valori di riferimento hanno quella brava ragazza di Paris Hilton e Britney Spears, è logico che a 13 anni sono già delle baby-prostitute!!

I giovani e comunque un pò tutti, diciamo la società emergente in generale, non vogliono sentirsi schiavi della coscienza, per loro è un peso di cui si stanno liberando, non vogliono regole, non vogliono restrizioni, perchè a monte i loro genitori non hanno saputo fare i buoni genitori, e neppure hanno provato a vedere se erano in grado di svolgere il ruolo educativo e amorevole di genitori, perchè troppo impegnati con la carriera o con i numerevoli amanti.

Ora con questa totale mancanza di dignità > stato di chi per qualità acquisite o innate è meritevole del massimo rispetto, e con questa totale mancanza di morale, è normale che a molti non rimanga che relazionarsi con gli animali, cioè non rimane altro che avere come riferimento la morale del modndo animale, quindi il codice morale del prossimo futuro si baserà non più sulla dignità umana e morale che ha il suo fondamento sul rispetto della persona umana, di se stessi e degli altri, ma dato che la la morale e la dignità umana ha fallito, la MODA, la TENDENZA, la TRASGRESSIONE, la PERVERSIONE, SARANNO -- se già non lo sono-- NEL NUOVO CODICE MORALE di riferimento delle generazioni emergenti:

Parola d'ordine: Tutto e subito.
La nuova Bibbia: sesso, droga e rock n'roll

Esagerata, vero? Catastrofica, vero?
Se penso che i miei figli potrebbero crescere e vivere in una società amministrata da una classe dirigente che sarà composta proprio da quei giovani e adulti che oggi vogliono tutto e subito, con la morale degli animali ... a me, sinceramente, passa la voglia di di diventare mamma.

[Modificato da julie O'Hara 10/02/2007 3.25]

maurizio pederzini
00lunedì 12 febbraio 2007 15:22


Julie ha scritto:

>>>Ormai tutto è lecito, nulla + ormai fa scandalo, memmeno la ragazzina di 13 anni che fa sesso orale con un uomo + grande di lei... ma è ovvio, dico io, se come valori di riferimento hanno quella brava ragazza
----------------------------------------------

Le leggi dello Stato italiano non hanno nulla a che vedere con i valori di riferimento che hai esposto.
Quello che stai giustamente denunciando, è una degenarazione che TUTTE le società hanno avuto con alterna intensità nella loro storia.
La tua domanda, scusa, manca di una aggiunta.

Se la ragazzina fa sesso orale con un uomo più grande di lei ha avuto dei cattivi valori di riferimentio, quali buoni valori di riferimento hanno quei ragazzini che sono stati penetrati analmente da un fallo diaconale nell’oscurità della canonica?

L’esempio di violenze sessuali perpretate da uomini pii di Chiesa cattolica e chiese cristiane sono,OGGI, alla portata dell’opinione pubblica.

I miliardi di dollari per “RIPARARE” i bambini deflorati dai falli diaconali sono tanti.

Vuole dire forse, prendo una chiesa a caso, che la Chiesa cattolica insegna questi valori degenerati?
Certamente no, anzi, insegna l’opposto.
Ciò nonostante nel suo interno vi sono atteggiamenti degenerativi, di singoli, che contraddicono gli insegnamenti.

Hai detto anche:

>>>>Se penso che i miei figli potrebbero crescere e vivere in una società amministrata da una classe dirigente che sarà composta proprio da quei giovani e adulti che oggi vogliono tutto e subito, con la morale degli animali
-------------------------------------------

Ora, non so quale “classe” dirigente voglia la morale degli animali, ma so che i tuoi bambini, anche dove non si insegna la morale degli animali, oggi, può incontrare proprio dove si ritiene “il” posto più sicuro, la violenza fisica.


>>>… perchè a monte i loro genitori non hanno saputo fare i buoni genitori, e neppure hanno provato a vedere se erano in grado di svolgere il ruolo educativo e amorevole di genitori, perchè troppo impegnati con la carriera o con i numerevoli amanti.
---------------------------------

Il finale di questa tua riflessione mi piace, molto.
I genitori, dici giustamente, non hanno saputo, e non sanno fare, i buoni genitori.
Vorrei aggiungere che, tanti genitori specialmenti quelli che tu definisci “classe dirigente” stanno insegnando ai loro figli la logica naturale dell’ ipocrisia.

Quanti oggi, contrari al riconoscimento delle coppie di fatto, perché sgretola, divide, rompe la famiglia unita dal sacro vincolo del matrimonio, sono coppie di fatto? O sono divorziati con figli nati nel medesimo matrimonio e risposati e allegramente ritornati mamma e papa con il nuovo partner? Oppure, nonostante avendo avuto nel matrimonio dei figli, hanno ottenuto dalla Sacra Rota la sentenza di nullità?

Erano e sono contrari all’istituzione del divorzio ma hanno divorziato, erano e sono contrari alle unioni di fatto ma si sono uniti con nascita di figli.

Non è questo insegnare che.... “ipocrita” è bello?

Ciao
Maurizio
=omegabible=
00lunedì 12 febbraio 2007 17:41
re x Maurizio
Scrivi:

Non è questo insegnare che.... “ipocrita” è bello?

------------------
Altrochè. Ciao omega [SM=g27827]:
@Anna Corsi@
00lunedì 12 febbraio 2007 21:08
Tratto dall'Ansa


» 2007-02-09 12:28
COSA SONO I DICO
IL DDL - Nessuna cerimonia, formalità ridotte all'osso, solo una dichiarazione all'anagrafe da fare insieme o da comunicare tassativamente al partner assente con lettera raccomandata: basterà per avere diritto all'eredità e agli alimenti, a subentrare nell'affitto di casa e a prendere decisioni in tema di salute e donazione di organi. Queste le novità principali contenute nel disegno di legge del governo sulle coppie di fatto, "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi", che il Consiglio dei ministri ha approvato (il testo definitivo ci sarà solo domani, dopo le ultime limature dei tecnici). Niente Pacs, insomma, arrivano i 'DICO'.

CONVIVENTI. La definizione scelta dal governo per individuare i conviventi è semplice: "Due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale", si legge all'articolo 1 del testo. Queste due persone non devono essere legate però da "vincoli di matrimonio, parentela o affinità in linea retta, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno". Perché venga riconosciuta la convivenza basta che entrambi i partner la dichiarino all'anagrafe. O da soli o insieme, ma in due diversi atti "contestuali". Se un convivente va da solo a fare la registrazione dovrà però informare il partner assente con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Una norma che é già stata battezzata 'anti-badante', perché evita che un ignaro vecchietto diventi a sua insaputa il 'compagno' della propria governante.

NESSUNA CONDANNA - Due sole esclusioni impediscono il riconoscimento della convivenza: non si deve essere stati condannati per aver ucciso o per aver tentato di uccidere il coniuge o il partner della propria attuale 'meta''. E non ci deve essere alcun legame contrattuale o lavorativo che obblighi a vivere insieme.

CARCERE PER CHI 'BARA' - Chi dichiara il falso è punito con la reclusione da uno a tre anni di carcere e con la multa da 3.000 a 10.000 euro. In più la falsa dichiarazione di convivenza comporta la nullità di tutti gli atti.

UNITI ANCHE NELLA MALATTIA - Toccherà alle strutture ospedaliere stabilire le regole per le visite del convivente al partner malato. Un 'compagno', previa designazione scritta e autografata, potrà anche decidere in materia di salute nel caso in cui la propria 'meta'' sia incapace di intendere e di volere. In caso di morte potrà stabilire come celebrare il funerale e se donare o meno gli organi. Nel caso in cui sia impossibile scrivere l'autorizzazione basterà una comunicazione a voce ma in presenza di tre testimoni. ù

CASA E AFFITTO - I conviventi entreranno nelle graduatorie per l'assegnazione di case popolari. E, in caso di morte, si potrà subentrare nell'affitto, se però si è vissuto insieme per almeno 3 anni o vi siano figli in comune. Ma questa norma potrà essere applicata anche nei casi di 'separazione'.

LAVORO, PARTECIPAZIONE AGLI UTILI E PENSIONE - Anche i conviventi potranno chiedere il trasferimento nel comune di residenza del proprio partner ma perché questo possa avvenire devono esserci alle spalle almeno tre anni di vita in comune. Le modalità comunque sono rinviate alla legge e ai contratti collettivi in materia. Se i due partner lavorano nella stessa impresa e la titolarità di questa è di uno dei due, l'altro potrà chiedere il riconoscimento della partecipazione agli utili "in proporzione dell'apporto fornito". Sulle pensioni, uno dei nodi del provvedimento, si è preferito invece soprassedere rinviando tutto alla riforma della previdenza. Scompare il limite dei 6 anni di convivenza inseriti in una prima bozza del disegno di legge.

EREDITA' - Anche il convivente ha diritto all'eredità. In questo caso l'aliquota sarà del 5% se il valore netto complessivo dei beni supera i 100.000 euro. Si avrà diritto alla 'legittima' solo se si sarà vissuto insieme almeno 9 anni. Si potrà avere un terzo dell'eredità in presenza di un solo figlio; la quota scende a un quarto se la prole è più numerosa. Se si concorre all'eredità insieme a fratelli e sorelle, al convivente spetterà la metà dei beni. Nel caso in cui non ci siano né figli né cognati la quota salirà a 2/3 e si diventerà eredi universali in assenza di parenti entro il terzo grado.

ALIMENTI - Come i coniugi, anche ai conviventi 'bisognosi', si dovranno versare gli alimenti. Ma a due condizioni: che la convivenza sia stata di almeno 3 anni e che questa assistenza non duri più di quanto si sia vissuto insieme.

EFFETTI RETROATTIVI - La legge avrà effetti retroattivi. I conviventi avranno nove mesi per mettersi in regola.

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ANSA

saluti

Anna Corsi
peraskov
00lunedì 12 febbraio 2007 23:10

Vuole dire forse, prendo una chiesa a caso, che la Chiesa cattolica insegna questi valori degenerati?
Certamente no, anzi, insegna l’opposto.
Ciò nonostante nel suo interno vi sono atteggiamenti degenerativi, di singoli, che contraddicono gli insegnamenti.



Ti rispondi da solo eppure ancora non riesci a capire; il problema infatti è proprio quando gli stessi insegnamenti sono degenerativi. Non hai fatto altro da quando ti leggo che mettere in ridicolo debolezze umane di singoli, nei confronti delle quali ti senti evidentemente superiore, altrimenti avresti un po’ più di pudore, io invece sarei lieto di capire quali siano le logiche che stanno dietro alle scelte morali di uno stato, o di una legislazione, che non mi sembrano affatto coerenti, anche da un punto di vista puramente laico.
Chissà che uno di questi anni non si riesca ad avere da te anche qualche idea che non sia esclusivamente distruttiva…
maurizio pederzini
00mercoledì 14 febbraio 2007 00:52
Sandro scrive:

>>>Ti rispondi da solo eppure ancora non riesci a capire;
--------------------------------------------
Grazie Sandro, pensavo di essere infallibile.

>>>il problema infatti è proprio quando gli stessi insegnamenti sono degenerativi.
----------------------------

Puoi indicare un articolo contenuto in una Legge italiana, che la "tua" morale considera degenerativo anche dal punto di vista laico?

>>>Non hai fatto altro da quando ti leggo che mettere in ridicolo debolezze umane di singoli,
-----------------------------------

Ho messo in ridicolo debolezze umane di singoli? Quali singoli?
Ho messo a nudo le nefaste conseguenze che, il cristianesimo e, nello specifico, la Chiesa cattolica, ha avuto dalla sua nascita ai giorni nostri.
Conseguenze negative talmente gravi, da indurre anche Woitila a chiedere perdono.
Per evitare che, come sempre, qualche cattolico con la sindrome dello struzzo, tiri fuori la litania delle "colpe di singoli" perchè la Chiesa è, ma "non" è; cito il vescovo Maggiolini a pag. 119 del "Il Papa chiede perdono" dove titola il suo intervento con: "PERCHE LA CHIESA CHIEDE PERDONO".


>>>>Chissà che uno di questi anni non si riesca ad avere da te anche qualche idea che non sia esclusivamente distruttiva…
------------------------------------------

L'ingerenza violenta e arrogante della Chiesa cattolica sulle moderate norme che compongono i Dico, nei confronti del Parlamento italiano, lascia poco spazio alle idee pacifiche.

Se la Chiesa cattolica rimpiange la dittatura fascista che gli concesse gli indebiti privilegi con i Patti lateranensi nel 1929, io rimpiango il 20 settembre 1870 quando i bersaglieri italiani liberarono Roma dall'occupazione pontificia e, lgittimando l'unità d'Italia, sancirono il democratico principio, "Libera Chiesa in Libero Stato"

Ciao
Maurizio


peraskov
00mercoledì 14 febbraio 2007 07:35

Puoi indicare un articolo contenuto in una Legge italiana, che la "tua" morale considera degenerativo anche dal punto di vista laico?



Avevo infatti cominciato a farlo, e nella tua foga di comizi anticattolici evidentemente non hai letto; ed ho parlato di "incoerenza" non di degenerazione. Insomma, sempre la stessa musica...

[Modificato da peraskov 14/02/2007 7.37]

maurizio pederzini
00mercoledì 14 febbraio 2007 15:28
Avevi scritto, Sandro:

>>>Lo Stato stabilisce quindi anche dei criteri “morali”, per i quali alcuni atti che riconosce come naturali debbono però essere “contenuti” in ambiti privati e regolamentati. Non tutti gli atti “naturali” sono quindi sempre moralmente accettabili.
----------------------------------

>>>Mi piacerebbe capire i criteri che lo Stato usa per stabilire questi limiti morali.
--------------------------------

>>>>Avevo infatti cominciato a farlo, e nella tua foga di comizi anticattolici evidentemente non hai letto; ed ho parlato di "incoerenza" non di degenerazione
---------------------------------------

Come ci siamo detti altre volte, ci vuole pazienza. E io ne ho tanta.
Ti avevo chesto:
“Puoi indicare un articolo contenuto in una Legge italiana, che la "tua" morale considera degenerativo anche dal punto di vista laico?”
Questa domanda caro Sandro, nasce dal senso che hai dato ai tuoi post, e io ne ho colto un senso di critica “morale” tanto è che ti ponevi tu, l’interrogativo, di quali criteri lo Stato usava per stabilre i limiti morali.
Considerando che, degenerare, significa andare contro la morale, se contesti le scelte dello Stato in senso morale, significa anche che quelle scelte sono fatte in senso degenerativo.
Ma, tranquillo Sandro, c’è di peggio.
Quando il Papa attuale afferma:
“ nessuna legge può sovvertire la norma del Creatore…”
Cosa dice se non che, la legge sulle coppie di fatto se approvata dal Governo italiano, è una legge “sovversiva”?

So, quanto te, che conosci i criteri che lo Stato adotta per stabilire i limiti morali.
Uno Stato laico deve tenere conto delle mutazioni sociali del paese, anzi, dovrebbe prevenirle impedendone le “incoerenze” le “degenerazioni” le “immoralità” cercando di pilotarle sapendo che la morale, non stà ferma per legge divina, ma si modifica nel tempo.
Perché se si dovesse tenere conto delle leggi, o norme, o disposizioni divine nel funzionamento della società civile, la religione dominante in ogni paese avrebbe anche il potere legislativo e, assiteremmo, come nelle città israeliane dove gli ebrei ortodossi sono un potere politico-religioso, che le donne in autobus salirebbero dietro e gli uomini davanti.

In Italia non è così o non sempre è così, non ne sei d’accordo, certo, per te i limiti morali sono quelli strabiliti dalla Chiesa cattolica. Hai sbagliato i tempi della tua nascita, ti saresti trovato più a tuo agio sotto lo Stato pontificio.
Lo Stato italiano, a fatica, molto a fatica, sta riproponendo la sua legittimità laica, svincolata dalla teocrazia pontificia.

Ciao
Maurizio
=omegabible=
00mercoledì 14 febbraio 2007 16:57
re x Maurizio
Scrivi:
Lo Stato italiano, a fatica, molto a fatica, sta riproponendo la sua legittimità laica, svincolata dalla teocrazia pontificia.

-------------
correggerei in moooooooolto a faticaaaaaaaaaaaaa,
Cordialità da omega [SM=x570898]
peraskov
00mercoledì 14 febbraio 2007 19:07

Questa domanda caro Sandro, nasce dal senso che hai dato ai tuoi post, e io ne ho colto un senso di critica “morale” tanto è che ti ponevi tu, l’interrogativo, di quali criteri lo Stato usava per stabilre i limiti morali.
Considerando che, degenerare, significa andare contro la morale, se contesti le scelte dello Stato in senso morale, significa anche che quelle scelte sono fatte in senso degenerativo.


Confesso che i percorsi della tua mente restano per me piuttosto difficili da comprendere, o forse il mio linguaggio è particolarmente contorto, per cui sono io a renderteli tali.

Ero partito da una considerazione che avevo sentito su “Otto e mezzo” e cioè che l’omosessualità è naturale perché anche alcuni animali la attuano e poiché gli animali non hanno la ragione, se lo fanno evidentemente è la natura che li guida. Avevo obiettato che questo criterio non può essere accettato, perché allora dovremmo considerare atti naturali tutti quelli che vengono dall’istinto ed escludono la ragione, ed avevo fatto qualche esempio, dal quale derivava che ciò che è “naturale” in una bestia, può non esserlo in un essere umano.
Sei d’accordo su questo?

Poi avevo aggiunto che è lo Stato stesso ad opporsi a questa idea irrazionale di naturalità, quando considera vietata la pornografia; gli atti sessuali che ne fanno parte sono infatti tutti ritenuti naturali dallo Stato (la Chiesa invece pone qualche limite), tuttavia lo Stato afferma che questi atti devono essere regolamentati, e non possono essere esposti, resi pubblici. Perché, se sono naturali? Evidentemente considera anche delle norme morali: non è sufficiente che un atto sia naturale, deve essere anche morale. Tu hai scritto in proposito:

So, quanto te, che conosci i criteri che lo Stato adotta per stabilire i limiti morali.


Parli così perché sei abituato a rispondere anche per conto terzi; infatti io non capisco i criteri che lo Stato usa e mi sembra che la sua idea di morale sia piuttosto ondivaga e contraddittoria e se tu sei in grado di spiegarmeli te ne sarò riconoscente.
Poi aggiungi:

“Puoi indicare un articolo contenuto in una Legge italiana, che la "tua" morale considera degenerativo anche dal punto di vista laico?”


Ma non stavamo parlando di PACS?, Non era questo il tema anche del titolo? Inoltre non sto contrapponendo a quella dello Stato la “mia” morale e ritengo che tra contraddittorio e degenerativo ci sia una forte differenza; questo per evidenziare come si fa presto a trasformare una discussione in una polemica.

Ma, tranquillo Sandro, c’è di peggio.
Quando il Papa attuale afferma:
“ nessuna legge può sovvertire la norma del Creatore…”
Cosa dice se non che, la legge sulle coppie di fatto se approvata dal Governo italiano, è una legge “sovversiva”?


Il Papa dice l’unica cosa corretta in questo argomento, perciò occorreva premettere che “c’è di meglio” e non di peggio.

Uno Stato laico deve tenere conto delle mutazioni sociali del paese, anzi, dovrebbe prevenirle impedendone le “incoerenze” le “degenerazioni” le “immoralità” cercando di pilotarle sapendo che la morale, non stà ferma per legge divina, ma si modifica nel tempo.


Stai dicendo che la Società che ha prodotto gli uomini che reggono lo Stato può diventare incoerente, degenerata e immorale se non ci fossero questi stessi superuomini a prevenirla e pilotarla?
Anche la morale come intesa dalla Chiesa si modifica con il tempo e si adegua alla crescita spirituale e culturale della società, semplicemente ci sono dei valori che debbono essere sempre tutelati e valorizzati, come la vita; la norma “non uccidere” non può cambiare con il tempo, mentre invece molti Stati laici, anche moderni, la ritengono illegale.

Perché se si dovesse tenere conto delle leggi, o norme, o disposizioni divine nel funzionamento della società civile, la religione dominante in ogni paese avrebbe anche il potere legislativo e, assiteremmo, come nelle città israeliane dove gli ebrei ortodossi sono un potere politico-religioso, che le donne in autobus salirebbero dietro e gli uomini davanti.


E' solo cavalleria. Sarebbero i primi a morire in caso di incidente.

In Italia non è così o non sempre è così, non ne sei d’accordo, certo, per te i limiti morali sono quelli strabiliti dalla Chiesa cattolica. Hai sbagliato i tempi della tua nascita, ti saresti trovato più a tuo agio sotto lo Stato pontificio.
Lo Stato italiano, a fatica, molto a fatica, sta riproponendo la sua legittimità laica, svincolata dalla teocrazia pontificia.


Stai confondendo il Creatore con le creature; la Chiesa difende la norma del Creatore e non può fare altro essendo la sua missione e in quanto a me sto benissimo in questo tempo.
Io comunque stavo parlando della “norma laica”; tu invece stai parlando di una teocrazia che non esiste più e di una dittatura laicista che vorresti esistesse ora.
Dimmi un buon motivo per cui io, cattolico, non posso criticare i PACS, senza essere tacciato di teocrazia, mentre tu, dittatorello laicista, avresti tutti i diritti di farmi tacere.

Cari saluti a te ed alla tua eco.
giainuso
00mercoledì 14 febbraio 2007 20:28
mamma mia che minestrone!
cerchiamo di fare un pò di chiarezza.
il tema del 3d è i PACS o DICO,anche se c'è una sostanziale differenza tra i due termini.

il tema del 3d non è l'omosessualità,nè la bestialità,nè la pedofilia,nè la droga,nè l'incapacità della società occidentale di fornire efficaci percorsi formativi ai giovani.

>la chiesa è contro i DICO.
naturale che sia così,mi allarmerei del contrario.la chiesa condanna l'omosessualità e ritiene il matrimonio una ististuzione divina,quindi osteggia qualunque evento che possa rappresentare un' alternativa al matrimonio o possa leggittimare una unione omosessuale.

>lo stato è laico e aconfessionale,quindi non è interessato alla "sacralità" del matrimonio nè a ciò che i suoi cittadini adulti e consapevoli fanno con i loro orifizi
tra le quattro mura di casa .
può però interrogarsi sulla liceità o oppurtunità di mettere in difficoltà un istituto come quello del matrimonio su cui,è un dato di fatto,si basa la nostra società.

i punti in questione potrebbero essere tre:

1)si deve ritenere che il riconoscimento di diritti ai conviventi possa minare la famiglia e di conseguenza il tessuto sociale ?si o no ?

2)può lo stato continuare ad ignorare che "esistono di fatto" delle forme di famglia diversa da quella canonica e non normare tale condizione ?si o no ?

3)si può parlare o no di indebita ingerenza della chiesa negli affari di uno stato laico ?si o no ?

ciao
bruno [SM=x570892]

=omegabible=
00mercoledì 14 febbraio 2007 22:03
RE x Gian...
Scrivi:
i punti in questione potrebbero essere tre:

1)si deve ritenere che il riconoscimento di diritti ai conviventi possa minare la famiglia e di conseguenza il tessuto sociale ?si o no ?

2)può lo stato continuare ad ignorare che "esistono di fatto" delle forme di famglia diversa da quella canonica e non normare tale condizione ?si o no ?

3)si può parlare o no di indebita ingerenza della chiesa negli affari di uno stato laico ?si o no ?

....................
Rispondo :

1) NO

2) NO

3) SI

Grazie per la sintesi davvero provvidenziale!!
Ciao caro. omega [SM=x570899]
@nounou@
00mercoledì 14 febbraio 2007 23:10

scritto da Omegabible
....................
Rispondo :

1) NO

2) NO

3) SI



quoto al 100%
Trianello
00giovedì 15 febbraio 2007 00:15
Caro, omega, le risposte agli interrogativi posti, per avere un minimo di attendibilità, richiederebbero una qualche documentata argomentazione a loro favore.
Io, ad esempio, sono persuaso che l’approvazione dei DICO non sarà un passo avanti per la nostra società e trovo le argomentazioni che fino ad oggi sono state prodotte dai pastori della mia Chiesa (anche quando svolte ad un livello meramente “sociologico”) molto più convincenti del tuo secco NO.

C'è una cosa che mi lascia di stucco, comunque, nella vostra retorica anticattolica (ormai sempre più fine a sé stessa): l’accusa che muovete alla Chiesa cattolica di ingerire “indebitamente” nella vita politica del nostro paese.
Ma vi rendete conto di quello che scrivete?

I vescovi sono i pastori della Chiesa, uno dei loro compiti principali è proprio quello di indicare ai fedeli se una cosa è contraria o meno alla legge di Dio. Quando i vescovi italiani esprimono un loro giudizio su una legge in discussione in parlamento lo fanno ottemperando a quello che è un loro specifico dovere. I vescovi non obbligano nessuno a starli a sentire né ad attenersi a quelle che sono le loro indicazioni, sta alla coscienza di ogni singolo cattolico valutare le loro parole (che non godono comunque dell’infallibilità). I vescovi si stanno avvalendo della loro autorevolezza morale per mettere in guardia le proprie pecorelle sull’impatto che l’approvazione di una data legge potrebbe avere sulla nostra società, proprio come, tempo fa, quando si discuteva se l’Italia dovesse o meno abolire il bando al nucleare, alcuni fisici intervennero nella discussione facendo leva sulla loro autorevolezza scientifica per sostenere le ragioni per cui tale bando non dovesse essere rimosso. Ora, non mi pare che qualcuno abbia accusato questi scienziati di aver esercitato un’indebita influenza sulla politica del nostro paese.
=omegabible=
00giovedì 15 febbraio 2007 09:05
re x Trianello
Caro Trix,
Rispondendo SI o NO ho solo obbedito ad un comandamento scritturale "sia il vostro dire si si no no il più è dal maligno" Ti ricordi?? [SM=g27823] [SM=g27827]:

Comunque rispondo alla 1° domanda. NO perchè serve ad assicurare delle normative a situazioni già determinate e in essere. Se poi due persone invece che sposarsi desiderano convivere (e oggi sono la maggior parte)non sarà certo il parere di una chiesa e dei suoi prelati a far loro cambiare idea. Chiesa e prelati che non hanno fatto tanti complimenti con gli orifizi dei loro fedeli.
Rispondo alla 2° domanda NO perchè uno stato degno di questo nome (il nostro non è tanto per la quale) deve disciplinare certe situazioni che si verificano sul proprio territorio o deve essere ipocrita e far finta di niente?
La CCR dovrebbe avere dei prelati in parlamento,eletti democraticamente,così da poter legiferare ma non certo così come fa ora.
Rispondo alla 3° domanda.Una parziale risposta è già insita nella seconda esplicazione in più vorrei aggiungere che i vescovi "avvalendosi della loro autorevolezza morale" come tu dici,penso non abbiano voce in capitolo per poter guidare le pecorelle,allorchè una parte delle stesse sono state sodomizzate per diversi secoli ove non diversamente assoggettate ad altre vessazioni.
Ti nascondi dietro al giudizio degli scienziati che diedero il loro NIET all'energia nucleare. Invece condizionarono le scelte del governo e ora ci mangiamo le mani perchè dobbiamo importare dalla Francia che scelse il nucleare ,l'energia elettrica che ci manca!! e con lo stesso pericolo perchè le centrali nucleari in linea d'aria è come se fossero in territorio italiano. Una bella lungimiranza,non c'è che dire!!!
E lo stesso potrebbero essere i....consigli della CCR, tanto più (parole tue) le parole dei vescovi non godono dell'infallibilità. Solo la storia è giudice delle nostre scelte e non sta a me nè a te nè alla CCR salire in cattedra.
Solo la Scrittura ha il potere intrinseco di trasformare gli uomini e non la Chiesa. La chiesa deve annunciare la buona notizia : l'evangelo.
E che dire quando per diversi secoli fu proibita la lettura e il possesso delle Scritture,vero cibo spirituale per quelli che credono?? Non ti sembra quella di oggi un pò la conseguenza di certe scelte?
Comunque caro Trix lasciamo fuori Dio e Gesù da questo merdaio,loro non c'entrano per niente.
Mi dispiace non poter venire a Prato per motivi di salute, ma mi avrebbe fatto piacere scambiare 4 chiacchiere con te.
Non mi rimane altro che augurarti una buona giornata.
Ciao Omega [SM=x570892]

Trianello
00giovedì 15 febbraio 2007 09:16

Caro Trix,
Rispondendo SI o NO ho solo obbedito ad un comandamento scritturale "sia il vostro dire si si no no il più è dal maligno" Ti ricordi??



Peccato che lì Gesù si riferiva ai giuramenti.

Tanto per fare un po’ di informazione:
I vescovi sono stati i primi a dire che i diritti dei cittadini devono essere tutelati qualsiasi tipo di vita scelgono di avere. Nella fattispecie, i vescovi hanno più volte sottolineato il fatto che anche gli appartenenti alle coppie di fatto hanno il diritto di essere maggiormente tutelati, ma hanno altresì sottolineato che per far ciò non c’è bisogno di istituire un nuovo istituto giuridico “ibrido” del matrimonio, ma semplicemente fare delle piccole modifiche agli istituti già esistenti.

Le tue considerazioni sulla Chiesa (e sul nucleare) lasciano invece, come al solito, il tempo che trovano.


che dire quando per diversi secoli fu proibita la lettura e il possesso delle Scritture,vero cibo spirituale per quelli che credono?? Non ti sembra quella di oggi un pò la conseguenza di certe scelte?



Credo che un giorno dovrò fare un po’ di chiarezza su questa leggenda metropolitana della Chiesa che avrebbe impedito la lettura delle Scritture ai fedeli, inquadrando le disposizioni “incriminate” nel loro contesto storico ed evidenziando il travisamento delle medesime che spesso si è fatto nella pubblicistica anticattolica.
@nounou@
00giovedì 15 febbraio 2007 13:19
Dico, appello dei cattolici

E' contro il documento Cei

Un gruppo di intellettuali cattolici, fra cui Giuseppe Alberigo e Alberto Melloni, ha firmato un appello affinche' la conferenza episcopale italiana non intervenga con un documento ufficiale che impegni i politici cattolici a rifiutare il progetto di legge sui diritti di convivenza. Questo documento, secondo i firmatari, sarebbe da considerarsi come un atto "di inaudita gravità".

Il testo comincia con una valutazione di carattere generale: "La chiesa italiana, malgrado sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un'immeritata involuzione". Quindi il giudizio diventa allarmato e severo circa le intenzioni manifestate nei giorni scorsi dal cardinale Camillo Ruini: "L'annunciato intervento della Presidenza della Conferenza episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui 'diritti delle convivenze' e' di inaudita gravita"'. Se questo avvenisse, spiegano gli intellettuali che hanno firmato l'appello, "l'Italia ricadrebbe nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l'unificazione del paese e il 'non expedit' della S.Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari".

Da qui l'appello rivolto ai vescovi: "Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia". "Si puo' pensare - si legge ancora nell'appello - che il progetto di legge in discussione non sia ottimale, ma e' anche indispensabile distinguere tra cio' che per i credenti e' obbligo, non solo di coscienza ma anche canonico, e quanto deve essere regolato dallo Stato laico per tutti i cittadini".

Quindi un invito rivolto sia alla Chiesa che ai cattolici impegnati in politica: "Invitiamo la Conferenza episcopale a equilibrare le sue prese di posizione e i parlamentari cattolici a restare fedeli al loro obbligo costituzionale di legislatori per tutti". Fra gli altri hanno sottoscritto l'appello anche Vittorio Bellavista, Ugo Perone, Maria Serenza Piretti, Raniero La Valle Stefano Sciuto, Giuseppe Ruggeri, Ettore Masina

Fonte
peraskov
00giovedì 15 febbraio 2007 13:24

Comunque rispondo alla 1° domanda. NO perchè serve ad assicurare delle normative a situazioni già determinate e in essere. Se poi due persone invece che sposarsi desiderano convivere (e oggi sono la maggior parte)non sarà certo il parere di una chiesa e dei suoi prelati a far loro cambiare idea. Chiesa e prelati che non hanno fatto tanti complimenti con gli orifizi dei loro fedeli.


A parte la costante generalizzazione nella volgarità, che non mi sembra molto coerente con l’ essere cristiano, stai riducendo la questione escludendo alcuni aspetti che invece sono importanti; non si parla soltanto di due persone che desiderano convivere invece di sposarsi, ma anche di persone dello stesso sesso che intendono convivere.
Preciso che non voglio fare questioni di etica cristiana, vorrei soltanto capire quali diritti siano tutelati.
La legislazione italiana non ha previsto l’istituto della famiglia, regolamentandolo ed assistendolo, perché intendeva favorire gli eterosessuali, dei quali non gliene può fregare di meno, in quanto, come ha detto in termini piuttosto coloriti giainuso, di ciò che fanno gli italiani dei loro orifizi allo Stato non importa alcunché (o non dovrebbe importare).
Se lo Stato (e non la Chiesa) ha previsto la famiglia come istituto giuridico da tutelare, è per i frutti che ad essa sono connessi, cioè i figli, dei quali lo Stato ha bisogno e senza i quali la società cesserebbe, riconoscendo anche la famiglia come l’ambiente più naturale e conveniente per la loro crescita.
Quali diritti, in assenza dei figli, intende tutelare lo Stato, in altri consorzi umani non prolifici, oltre ai diritti personali già presenti nella legislazione?

E' qui che vorrei sentire la tua opinione.

Rispondo alla 2° domanda NO perchè uno stato degno di questo nome (il nostro non è tanto per la quale) deve disciplinare certe situazioni che si verificano sul proprio territorio o deve essere ipocrita e far finta di niente?


Stai dicendo che ognuno si fa la sua morale e lo Stato, a cose fatte, non può essere ipocrita e “deve” perciò regolarizzare; e questo, secondo te, sarebbe uno Stato degno del suo nome. Curiosamente Maurizio aveva detto esattamente l’opposto, cioè che lo Stato deve “prevenire” situazioni di degenerazione o degrado e tu avevi concordato...mettiamoci d’accordo: o lo Stato ha dei suoi principi morali e cerca, legiferando, di fare in modo che i cittadini li seguano, oppure i principi morali li stabiliscono gli stessi cittadini, con le loro scelte comportamentali, e lo Stato rincorre, regolarizza a cose fatte.
Nel primo caso mi piacerebbe comprendere i criteri che lo Stato segue nello stabilire i principi, nel secondo mi sembra che non esista alcuna morale.

La CCR dovrebbe avere dei prelati in parlamento,eletti democraticamente,così da poter legiferare ma non certo così come fa ora.


La CCR esprime il suo parere nei modi che ritiene opportuni, in un paese che si dichiara libero e democratico. Perché non dovrebbe farlo? Da una parte si sta dicendo che ognuno è libero di fare quello che crede e dall’altra che i cattolici non hanno neanche il diritto di parlare?

Solo la Scrittura ha il potere intrinseco di trasformare gli uomini e non la Chiesa. La chiesa deve annunciare la buona notizia : l'evangelo.


E poi io ho fatto il mio compitino e sono a posto con la mia piccola coscienza e che ognuno faccia come gli pare e piace, in barba all’Evangelo. Non è così, le stesse Scritture ti smentiscono; più volte viene detto “se vedi il tuo fratello nell’errore, glielo devi far presente, prima nella maniera più cauta e riservata possibile e fino alla maniera più insistente e ostinata se non vuole ascoltare, e solo a quel punto lo lascerai alle sue scelte. Il Vangelo cioè chiede ad ognuno di sentirsi responsabile per ogni fratello e di farsi carico anche di ciò che non comprende. Lui penserà che tu gli stia rompendo le scatole e ti potrà anche odiare, ma tu sai che stai solo cercando di aiutarlo.…

Comunque caro Trix lasciamo fuori Dio e Gesù da questo merdaio,loro non c'entrano per niente.


Anche qui ti sbagli, Gesù è venuto proprio per questo merdaio, più volte ha detto “I sani ed i perfetti non hanno bisogno di me, sono venuto per i malati”; le mani bisogna sporcarsele…

[Modificato da peraskov 15/02/2007 14.04]

=omegabible=
00giovedì 15 febbraio 2007 16:41
re re
Caro San Peraskov, caro San Trianello cantate un Te Deum di ringraziamento perchè vi lascio colloquiare fra voi due che andate così in sintonia. [SM=x570867] by by omega

ps.
Ho il vago sospetto che siate tutti e due della CCR [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867]
Trianello
00venerdì 16 febbraio 2007 07:11
Mi domando perché quando il Dalai Lama lancia uno dei suoi appelli per la libertà del Tibet nessuno (a parte i governanti cinesi) leva lo scudo contro questa “indebita” ingerenza di un’autorità religiosa nella politica cinese. Mi domando perché quando il Papa lanciava i suoi appelli contro la guerra in Iraq nessuno si lamentava per questa “indebita” ingerenza della Chiesa nella politica internazionale. Mi domando perché ora che i Vescovi parlano dei PACS come di un obbrobrio giuridico i “cinesi” nostrani, invece, non fanno che lamentarsi di una presunta ingerenza “indebita” della Chiesa nella politica italiana.
A parte tutto, non si era detto che in democrazia tutti hanno libertà di parola? Perché mai i “preti” non dovrebbero godere di questa libertà? Perché mai se i “preti” si avvalgono di questa libertà e quello che dicono non piace a certi benpensanti, allora i suddetti “preti” starebbero “indebitamente” ingerendo nella politica del nostro paese?
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