Amica Biblia sed magis amica veritas. Lo dico paradossal-mente ma...
DICE QUESTO DICE QUELLO… EMBEH?
Sapere cosa intendeva dire Tizio e cosa capiva Caio, se la Bibbia dice questo o non lo dice, se quel tal pensatore è stato interpretato correttamente dicendo che diceva... eccetera... è interessante, ma rientra nella scienza accademica.
Voglio dire che anche se non risultasse che la Bibbia dicesse a chiare note l'idea di creazione, se fosse anche vero che alla mentalità sia dell'agiografo che del "lettore" biblico del tempo la parola "barà" fosse intesa come un semplice "fare" e non con il diversissimo (per la mentalità evoluta moderna) "creare", ciò non significherebbe che non esiste la creazione e che Dio deve essere stato per forza un "plasmatore" di realtà preesistente.
In effetti così come è impossibile - sulla base di evidenza immediata dell'essere che ci circonda e di cui noi stessi partecipiamo, e della sua contingenza costituzionale - che Dio non ci sia, allo stesso modo e per lo stesso motivo di evidenza risulta che il mondo non può essere che causato non solo quanto alle sue proprietà scientifiche (alle quali soltanto fa riferimento Odifreddi e gli scienziati) ma anche quanto al suo stesso essere (il che non è più competenza di scienza ma di filosofia). Pertanto la creazione dal nulla è certa, lo ripeto, indipendentemente dalla Bibbia.
Non vorrei infatti che sotto sotto si segua l'idea - sempre fondamentalista e acritica - che solo la Bibbia ci dia la verità su ogni tipo di sapere. Essa ci dà in religione il pensiero assoluto di Dio, ma nel resto esprime solo il sapere umano degli scrittori del tempo che se non avevano l'idea di creazione tanto peggio per loro.
A noi interessa cosa possiamo e dobbiamo ricavare dall'analisi intelligente dei nostri dati; interessa sapere cosa sia vero o no. E se risulta, fuori di ogni dubbio, che dal costato squarciato di Gesù morto poteva uscire sangue ma certamente non acqua, sarà la Bibbia a dover accusare la propria imprecisione di fronte alla realtà dell'essere delle cose che viene afferrata meglio ricorrendo ad altre discipline.
PER UNA VERITA’ SOPRA-AUTORALE
Per Trianello, tomista come me, ricorderò che se oggi è interessante sapere cosa dicevano Aristotele e come lo spiegava e perfezionava San Tommaso, è pur vero che la Chiesa (saggia o astuta?) nel suo credo, che si basa su verità e procedimenti logici accertabili filosoficamente, dichiara apertamente da non dipendere da alcuna filosofia e teologia. Essa fa suo tutto ciò che di utile c'è nell'una e nell'altra disciplina da qualunque autore sia detto. Per cui il suo pensiero non può essere identificato in tutto e per tutto con la posizione di nessuno di essi. Se così fosse, nel momento che venisse fuori uno studio critico che dimostrasse che si è equivocato sul pensiero di S. Tommaso riguardo a un punto nodale, vedremmo un nostro pilastro teologico perdere il suo fondamento.
E parimenti, se essa sposasse totalmente il pensiero di tali autori, dal momento che nessuno ha la verità assoluta ma tutti sono perfettibili, avremmo che per tacitare anche la forza più granitica di una posizione basterebbe etichettarla come "tomista" o "aristotelica", facendole diventare cioè posizioni "storiche", relative, transeunti, parziali, oggi sorpassate e quelle che ancora non sono sorpassate lo potrebbero essere.
Ecco perché mi interessa far capire che quando uno mi dice che sono tomista, e lo dice illudensodi che con questa semplice etichettatura lui può relativizzare la mia posizione, la verità è non che io sono tomista ma che, in quel caso il mio pensiero coincide con quello di S. Tommaso (dato e non concesso o in certi casi concesso che egli avesse voluto dire ciò che dico io adesso). Sganciare la verità dal relativismo in cui vorrebbe relegarla quello che a ben vedere è un assolutismo dogmatico dei relativisti, dei fondamentalisti, degli storicisti eccetera... e dei biblicisti compresi Ecco cosa è che importa per darle una base affidabile.
LO DICE LA BIBBIA O LO DICE LA MIA COMUNITA’ DI FEDE?
Come cattolico perciò dico e ribadisco, per esempio, che io non sono trinitario perché la Bibbia contiene esplicitamente o allude alla Trinità divina. Come posso mai dirlo io con assoluta certezza? Io che non conosco neanche l’ebraico e so di greco quanto ne sa un liceale? Eppure sono certissimo di tale verità perché la mia Chiesa (che appunto è la base della mia fede; cf "chi ascolta voi ascolta me") dice che essa fa parte della rivelazione divina. E' lei che ce la vede. E se ce la vede vuol dire che c'è, anche se altri non ce la vedono. E tale certezza deriva dal fatto che è lei (ecco cosa va accertato previamente!) che è la vera comunità legittima e indefettibile che risale a Gesù.
Questo è il discorso onesto di base. Discorso che sembrano dimenticare coloro che invece di dire onestamente "la mia comunità di fede legge che nella Bibbia si esprime il tal pensiero..." dicono "La Bibbia dice:::" assegnando direttamente al libro, cioè a Dio, senza alcuna mediazione, la propria veduta. Il che è anche un modo per impressionare (leggi: millantato credito, abuso di potere, intimidazione).
E’ infatti questo lo schema che la WT usa per mettere in ginocchio i suoi fedeli. E funziona! Nonostante lo usi con una brutalità e grossolanità sconcertante (si pensi a Rutherford). Grossolanità che viene però “salvata” dall’essere svergognata grazie alla tecnica della “big lie” che può infischiarsene di questo nostro e di mille altri “forumetti” critici del suo pensiero. Anche se poi è costretta a parare il boomerang che quando la dottrina attribuita alla Bibbia risulta sbagliata o imprecisa è Dio ad aver sbagliato; anzi addirittura ad aver giocato a confondere le idee perché a questo punto avremmo che la Bibbia-Dio-Gesù a una comunità dicono una cosa e ad un'altra una cosa diversa. Il che è intollerabile. E qui la WT non la spunta. E qui chi capisce esce.
Scusate ma lo stimolo mi è venuto da un pieghevole piccolo così della WT dove, su cinque minuscole facciate, viene martellato una ventina di volte che è la Bibbia a dire che... Dietro il legittimo desiderio di scoprire qual è il pensiero rivelato, si usa appunto la Bibbia come paravento o “buca” del teatro dentro la quale esiste e non può non esistere il "suggeritore".