OBBEDIENZA AI NOSTRI PASTORI E LIBERTA’ DI COSCIENZA: QUAL E’ IL GIUSTO EQUILIBRIO?

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Bicchiere mezzo pieno
00mercoledì 21 settembre 2005 21:06
In una comunità cristiana che si rispetti esistono sempre delle direttive o delle disposizoni prese, volte al conferimento della decenza al gruppo di appartenenza, così che tutti i membri che vi aderiscono, possano stare in armonia fra di loro, raggiungendo la pace cristiana. Queste direttive possono essere svariate e molteplici. Esse possono comprendere le modalità di convenzione sulla catechesi o ‘prassi di istruzione biblica’, come ad esempio quali cantici cantare, quali preghiere recitare, quanto deve durare la messa (o l’adunanza) e come possono partecipare i fedeli durante lo svolgimento dell’incontro, e anche alcuni aspetti che coinvolgono la vita privata degli aderenti. L’apostolo Paolo, nella scrittura agli Ebrei 13:17, stabilisce un principio valido per ogni comunità cristiana, la cui mancata osservanza conduce alla perdita della pace cristiana nonchè all’insorgere di una successiva insofferenza dei ‘pastori’che si occupano delle anime dei credenti e del ‘gregge’. Ma lasciamo la parola alla Bibbia:


17 Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi. (il grassetto è mio)



Paolo vuol far capire che è necessario essere sottomessi ai ‘pastori’, affinchè ci sia armonia nella Chiesa (o congregazione), così che chi prende la direttiva non sospiri e il gregge conseguentemente ne soffra. A questo punto una domanda sorge spontaneamente: “Fin dove arriva l’obbedienza ai nostri pastori e dove comincia la nostra libertà individuale?”. Questo discorso anche se in forme diverse trae spunto da una serie di post scambiati fra due foristi di un altro forum, io e un Tdg zelante e convinto. Si parla sulla liceità o meno della barba alle adunanze cristiane. Qui in Italia sappiamo che tenere la barba non porta a una conseguenza disciplinaria come la “segnatura” o la “disassociazione”, ma comporta la perdita dei privilegi come il portamicrofonista o l’usciere. Posto il mio preludio iniziale sull’argomento:


Sembra che tutte le usanze e le consuetudini adotte da noi Tdg abbiano sempre un’ampia motivazione frutto di una ricerca non banale e documentata e ampiamente suffragata dalla Sacra Scrittura. Questo non è vero SEMPRE! A volte, i nostri ‘pastori’ si prendono la libertà di dettare delle regole che non hanno nessuna attinenza nè con l’origine di certe usanze nè con la stessa Bibbia. Faccio un esempio: perchè un fratello non puòportare la barba? Dov’è scritto nella Bibbia che la barba non è cristiana?...
... E’ pur vero che in anni recenti, qui in Italia, la barba era sinonimo di trasandatezza e addiritttura di ribellione, ma oggigiorno le cose stanno molto diversamente. Anche gli agenti di commercio e i rappresentanti delle aziende possono avere una barba curata e pulita, il che dimostra che il pensiero della nostra comunità italiana è cambiato al riguardo. Però il divieto della barba continua ad essere un comando talmente importante da npon consentire a chi la porta di avere privilegi in congregazione. Ma sbaglio o i privilegi vengono concessi da Dio? E se Dio non si è espresso, per quale motivo io che porto la barba devo essere punito? Visto che si ha l’abitudine di fare un’analogia coi cristiani del primo secolo, stavolta lo vorrei fare anch’io! E’ vero o non è vero che Gesù e i Cristiani del primo secolo portavano la barba? Dunque, se fossero vissuti ora, il Figlio di Dio stesso e i suoi apostoli sarebbero stati castigati, togliendo loro i privilegi. Ci rendiamo conto di quanto è assurda questa imposizione?



In altre parole, a mio avviso, la direttiva dei pastori sforava nei meriti della libertà individuale dele pecore. Portare o meno la barba è una cosa che ognuno di noi dovrebbe decidere in base ai propri gusti e alle proprie esigenze, visto che non viene violato nessun principio cristiano. Ma l’altro forista vi ravvisava dell’altro. Posto il suo intervento:


Ciao Bikky
Non è che non puoi portare la barba se lo desideri, viene consigliato di non portarla per rendere un immagine più pulita della persona. È un consiglio che puoi accettare di seguirlo oppure di non seguirlo e se non lo segui non sarai disciplinato per questo. Ebrei 13:17 dice:
“Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto”. È vero non riceverai dei privilegi, ma come pensi di poter ottenere dei privilegi se già dimostri di non voler seguire un piccolo principio della congregazione? Se dimostri di non volerti sottomettere ad una questione così secondaria e di poca rilevanza, perchè mai gli Anziani dovrebbero premiarti con un privilegio?
Inoltre Gesù disse
“Chi è fedele nel minimo è anche fedele nel molto”. (Luca 16:10)
non sarebbe questa piccola questione della barba un ottima occasione per dimostrarti fedele anche nelle piccole cose?
Io non ci vedo nulla di scandaloso in questo. Anche se qualcuno non ne riesce a capire il senso, perchè impuntarsi e disubbidire ad una piccola regola e far vedere così che non si è disposti già nelle piccole cose a seguire i consigli?



Poi rispondendo alla mia analogia dei cristiani del primo secolo, cioè che Cristo e discepoli, siccome portavano la barba, si sarebbero visti togliere i privilegi se fossero esistiti in questo tempo, il mio interlocutore posta:


La vedi da un angolazione sbagliata secondo me. A quel tempo la barba era considerata un segno di dignità virile. Ma però cerano degli obblighi da seguire, infatti la legge di Dio proibiva a Israele di tagliarsi le ciocche di capelli “ai lati” fra l’orecchio e l’occhio, e le estremità della barba. E questo perchè presso alcuni pagani quest’usanza aveva carattere religioso e quindi Dio voleva separarli da quel usanza "pagana".
Magari fra gli israeliti poteva pure esserci chi avrebbe voluto tagliarsi le ciocche ai lati, ma avrebbe disubbidito a quel comando. Mettiamo il caso invece che quel comando non ci fosse e in israele si usava radersi perchè non veniva visto di buon occhio chi portava la barba. Pensi che Gesù l'avrebbe portata ugualmente, usando questo particolare secondario per provocare? Non penso proprio!



Il Tdg in questione mi fa quindi notare che in Israele c’erano delle regole da seguire e che quindi non rispettarle avrebbe significato non essere fedeli a Dio, immischiandosi col paganesimo. Da questo quindi se ne conclude, secondo lui, che la barba NON SI DEVE PORTARE PERCHE’ NON E’ SOTTOMISSIONE!
Ora, è evidente che non posso dare torto a questo forista riguardo agli Israeliti, in quanto effettivamente, dovevano seguire certe ristrette regole che limitavano di molto la libertà personale, ma la mia domanda è: con la venuta di Gesù non si è rivoluzionata completamente la concezione di fede religiosa? Se Gesù ha abolito la vecchia Legge, ha contemporaneamente spostato di fatto l’equilibrio che c’è fra libertà individuale e ubbidienza ai ‘pastori’, dando più spazio alla libertà individuale. Ne consegue che certe cose di secondaria importanza non dovrebbero essere prese come ‘segno’ di ‘obbedienza’ o meno ai pastori, ma dovrebbero essere ignorate, in quanto concernono parti esclusivamente il libero esercizio del libero arbitrio che il Signore ci ha dato.

Io so che la Chiesa Cattolica sotto questo riguardo concede una libertà che non ha ritegno, in quanto non c’è nessuna regola che dica ai fedeli di portare o non portare certi abbigliamenti o radersi o meno la barba (addirittura vi entra tranquillamente gente con l’orecchino!). Però so anche che in passato si era molto più restrittivi e i partecipanti alla messa dovevano seguire un certo bob-ton cristiano. Nei Tdg evidentemente le cose stanno ancora come stavano nella Chiesa una volta!
Mi domando: sbaglia la Chiesa a essere troppo libertina o sbagliano i Tdg a prendere la creatività, la libera espressione di gusto personale, per ribellione nei confronti dei loro ‘pastori’, quando tale libertà di scelta fuoriesce dai canoni parametrizzati dalla dirigenza?
Foristi di Liberamente, spiegatemi! Ditemi il vostro punto di vista su dove porre il punto di equilibrio fra obbedienza ai pastori e libertà di coscienza!
Grazie![SM=g27838]
berescitte
00giovedì 22 settembre 2005 05:28
chiedi...
berescitte
00giovedì 22 settembre 2005 05:37
Caro figliolo, o caro papà se sei più grande di me...
Tu chiedi...

>Mi domando: sbaglia la Chiesa a essere troppo libertina o sbagliano i Tdg a prendere la creatività, la libera espressione di gusto personale, per ribellione nei confronti dei loro ‘pastori’, quando tale libertà di scelta fuoriesce dai canoni parametrizzati dalla dirigenza?
Foristi di Liberamente, spiegatemi! Ditemi il vostro punto di vista su dove porre il punto di equilibrio fra obbedienza ai pastori e libertà di coscienza!

Il mio parere è che bisogna barcamenarsi caso per caso e secondo che si comportano gli altri nei vari tempi e luoghi.
Un seminarista di 50 anni fa che avesse preso in giro un superiore, per scherzo, in una recitina interna, avrebbe ricevuto una lavata di capo solenne. Oggi il superiore sarebbe il primo a riderne.
So di un uomo che non so se con la testa o fuori di testa... sì insomma, perfino dipendente da un ente ecclesiastico, che ha osato criticare il Papa e non ha perso il suo posto di lavoro... Se fosse stato un dipendente della Betel avrebbe avuto la stessa libertà nei confronti del Presidente?

Insomma non esiste un criterio preciso. Bisogna affidarsi a... San Criterione! E... non è detto che ci assisterà sempre...[SM=g27813]
A te potrebbe dire: Ah! scavezzacollo, stavolta il bicchiere lo hai riempito troppo![SM=g27812]
Serenità
Achille Lorenzi
00giovedì 22 settembre 2005 13:08
Di tale argomento avevo parlato anche nella lettera che scrissi alla congregazione e per la quale venni disassociato con l'accusa di apostasia. Copio/incollo il punto in cui parlavo della barba:
Inizio con un soggetto che potrebbe sembrare poco importante ma che esemplifica efficacemente il controllo che viene effettuato sulle scelte individuali, anche in questioni secondarie. (Confronta Luca 16:10) Mi riferisco al divieto imposto ai Testimoni di farsi crescere la barba. Non so precisamente da quanto tempo è stata introdotta questa regola: la rivista più vecchia che ho trovato, in cui si parla di ciò, è La Torre di Guardia del 15 settembre 1968. La rubrica Domande dai lettori, nelle pagine da 574 a 576, prendeva in considerazione l’argomento rispondendo alla domanda in cui si chiedeva se Gesù, quando era sulla terra, avesse avuto la barba. La rivista rispondeva affermativamente citando varie scritture, fra le quali Levitico 19:27, che imponeva a tutti i Giudei – quindi anche a Gesù – di ‘non rasarsi la barba ai lati’ (Parola del Signore [PS], L.D.C., A.B.U. 1985). – Confronta anche Isaia 50:6. (Prima di quella data però, si sosteneva che Gesù non avesse avuto la barba e le raffigurazioni delle pubblicazioni della Società erano in armonia con questo intendimento: si veda, ad esempio, il disegno a p. 265 di La Torre di Guardia del 1 maggio 1968). La rivista aggiungeva che «i ministri cristiani … si preoccupano di essere ordinati e puliti, ma si sforzano di vestire in modo da non dare nell’occhio … In anni recenti, in molti paesi, un uomo con la barba o coi capelli lunghi attira immediatamente l’attenzione e, nella mentalità della maggioranza, può essere classificato in modo indesiderabile con gli estremisti o coi ribelli contro la società. I ministri di Dio vogliono evitare di dare qualsiasi impressione che distolga l’attenzione dal loro ministero o impedisca a qualcuno di ascoltare la verità». La rivista proseguiva osservando che «nel paradiso restaurato sulla terra non sarebbe fuori luogo se gli uomini tornassero ad avere la barba, in modo perfetto, [?] come Adamo in Eden» (corsivo mio).[1] Il contenuto di quella Domanda dai lettori è, anche oggi, in gran parte condivisibile: è vero che una barba e dei capelli incolti, arruffati e in disordine danno una pessima impressione. (Questo è anche ciò che ribadiva La Torre di Guardia del 1 febbraio 1976, p. 85). Però è altrettanto vero che una barba curata e ordinata può produrre un effetto positivo: molte persone rispettabili e stimate, infatti, hanno la barba; nella società in generale una barba "normale" non è per nulla considerata biasimevole, anzi può dare un’immagine di serietà, maturità e autorevolezza. Le argomentazioni della Torre di Guardia sono ragionevoli se considerate dei semplici suggerimenti o consigli da applicare selettivamente, liberamente e con discernimento: purtroppo sono invece divenute, fra tutti i testimoni di Geova, una regola ferrea che va rigorosamente rispettata per non incorrere in provvedimenti disciplinari: nessun Testimone può farsi crescere la barba, non importa se è ben tenuta, curata e ordinata; chi lo fa non è considerato "esemplare" e quindi non può avere determinati privilegi nella congregazione. La barba è diventata un fattore discriminante per valutare la sottomissione degli individui: chi ha la barba non può pronunciare preghiere, tenere discorsi, avere anche il minimo incarico, come fare l’usciere o scrivere a macchina programmi per le adunanze. E’ paradossale pensare che il fondatore della Watch Tower Society, Charles Russell, se oggi fosse in vita, verrebbe disciplinato dagli "anziani" per la sua barba lunga e fluente (vedi immagine seguente).[2]



Note [1] Secondo questa rivista quindi, solo nel paradiso restaurato sarà appropriato per i "ministri di Dio" avere la barba, che allora però crescerà perfettamente.

[2] Su questo argomento scrissi anche una lettera – rimasta senza risposta – alla Società. La lettera, datata 12 gennaio 1997, prendeva spunto da una serie di articoli della Svegliatevi! del 22 gennaio 1997, sul tema della tolleranza. Questo è quanto scrissi alla redazione di Svegliatevi!:
«Ho letto da poco gli articoli della serie "Tolleranza. Si è esagerato?" (Svegliatevi! 22/1/97) e vorrei fare alcune osservazioni. Sono d’accordo nel deprecare la mentalità ristretta e irragionevole di coloro che si intromettono nelle scelte altrui. Non è giusto, naturalmente, cercare di imporre agli altri le proprie norme di condotta nel campo dei gusti personali. Mi pare tuttavia che anche fra i Testimoni di Geova si manifestino a volte i suddetti atteggiamenti negativi. Per esempio, se un Testimone si fa crescere la barba – esprimendo così una scelta, un gusto personale – viene disapprovato o addirittura disciplinato dalla Congregazione. È vero che una barba incolta e disordinata può dare una cattiva impressione, ma ciò non accade quando essa è curata e ben tenuta. Mi sembra poco ragionevole proibire così rigidamente una cosa tanto naturale. […] gli articoli di Svegliatevi! che criticano la ristrettezza mentale e gli atteggiamenti dogmatici nel campo delle scelte personali, dovrebbero […] aiutare anche i testimoni di Geova ad essere più ragionevoli e di mente aperta quando le circostanze lo permettono».

[3] La nota seguente è stata aggiunta il 6/3/2000: Molti Testimoni, quando sono interpellati in merito, cercano di sminuire questo particolare e di negare che sia loro proibito farsi crescere la barba. Possono asserire, per esempio, che in altre località o paesi tali norme non esistono. Una persona che vive all'estero, e che ha viaggiato molto, mi ha parlato della situazione esistente in alcune congregazioni europee da lui visitate: Lussemburgo. Baffi: tollerati; barba: nessun privilegio; pizzo: tollerato nelle congregazioni italiane, inglesi e portoghesi; nessun "privilegio" in quelle tedesche e francesi. Francia: nelle congregazioni francesi sono tollerati solo i baffi; tutto il resto è vietato. Germania: nelle congregazioni tedesche ed italiane sono tollerati solo i baffi. Nella Betel di Selters i "fratelli" sono "vivamente consigliati" di radersi completamente (le ultime voci dicono che ora - nel 2001 - i baffi sono tollerati). Olanda, Belgio e Gran Bretagna: baffi: tollerati; pizzo: tollerato nelle congregazioni fiamminghe ed inglesi; vietato in quelle francesi ed italiane. Barba: vietata in tutte, eccetto quelle fiamminghe ed inglesi, perché in molte di quelle congregazioni ci sono persone proveniente dalle ex colonie dove c'è l'usanza di portare la barba, come l'India, il Pakistan, le Antille Olandesi, ecc., e perché alcuni TdG sono ex musulmani o ex indù. Però, se in una congregazione ci sono solo TdG "europei", è estremamente raro notare anziani ed servitori di ministero con il pizzo o la barba.

Come ho scritto sopra, questa consuetudine (ora divenuta regola) ha avuto inizio con la pubblicazione di un articolo nella Torre di Guardia del 15/9/68, rivolto ai TdG di tutto il mondo. Da allora è diventata una "tradizione" che i TdG (specialmente quelli occidentali, che sono la stragrande maggioranza) evitino di farsi crescere la barba. Come avviene con molte "tradizioni", chi le osserva, spesso, non ne conosce bene le origini e le motivazioni.

Si afferma che i cristiani devono ubbidire ed essere sottomessi a chi prende la direttiva nella congregazione, anche su questioni sulle quali la Bibbia non si esprime, come negli esempi suesposti (e negli altri che seguono). E’ vero che le Scritture assegnano agli anziani cristiani un certo grado di autorità, non per dominare, ma per servire i fratelli. (Matteo 20:25-28; 2 Corinti 1:24; 1 Pietro 5:1-5) Quando leggiamo nella Bibbia, in Ebrei 13:17, l’esortazione "siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi", ciò non significa tuttavia che ci si debba sottomettere sempre e comunque, anche se non si è convinti. In questo caso l’espressione "siate ubbidienti" traduce il greco péithesthe, termine che, secondo i lessici, contiene il senso di ‘essere convinti, persuasi’ (Vocabolario Greco Italiano a cura di Lorenzo Rocci, Ed. D. Alighieri, 1968) Pretendere di imporre l’ubbidienza, senza convincere, significa abusare dell’autorità concessa. Il versetto 7 del medesimo capitolo di Ebrei, mostra che gli anziani devono ‘annunciare la Parola di Dio’ e non punti di vista personali. La guida pastorale deve quindi essere sempre in armonia con gli insegnamenti di Cristo e fare appello alla ragione e alle Scritture. Anche un’eventuale riprensione, in casi particolarmente gravi, deve fare appello alla persuasione, al convincimento e non al dispotico autoritarismo. La parola "riprendere"[greco elègcho] esprime l’idea di convincere qualcuno ed esortarlo al pentimento. — Libro Perspicacia p. 771, §6.
Tratto da www.infotdgeova.it/testimon.htm

Credo che le osservazioni riportate nella nota 3 possano far comprendere come l'imposizione di tali regole non abbia una valida giustificazione, specialmente quando si pretende (come fanno i TdG) di basare ogni norma comportamentale sulla Scrittura.


Gesù senza barba


Gesù con la barba

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 22/09/2005 13.10]

Cavaliere Mascherato
00giovedì 22 settembre 2005 17:54
Re:
GRAZIE ACHILLE,

per il materiale presentato, anche a me la questione "barba" è sempre interessata, ricordo ancora benissimo come nella nostra congregazione il "pizzetto" fosse visto come una "ribellione" alle regole...che poi le regole fossero quelle degli anziani locali ...ovviamente nn ha importanza.

Quando chiesi più volte perché fosse "vietato" tutti (i pastori) mi hanno sempre risposto che essendo una cosa di poco conto dovevo dimostrare di essere fedele nel minimo...e non pormi in cattiva luce, ora però mi chiedo perché voler entrare per forza in ogni minimo aspetto della vita altrui...perché voler dettare regole che ns. Signore nn si sarebbe inventato? Perché far soffrire delle persone torturandole mentalmente sul posso...non posso...sei bravo...no sei cattivo...

Sono proprio queste "seghe mentali" che non mi mancano!
P.S. Scusate il termine cmq a tutti consiglio il libro "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" di Giulio Cesare Giacobbe...io l'ho trovato molto interessante.
Esiste anche un altro libro sempre suo "Alla ricerca delle coccole perdute"

[SM=g27823]
Tranquilli...nessuna percentuale sul fatturato[SM=g27828]
Lawey
00venerdì 23 settembre 2005 09:26
Il disegno di gesù senza barba
viene da una pubblicazione dei tg?

Sembra Superman di profilo!![SM=g27828]

Ciao
LaVey
Achille Lorenzi
00venerdì 23 settembre 2005 12:37
Lawey ha scritto:

Il disegno di gesù senza barba
viene da una pubblicazione dei tg?

Sì, si trova a p. 265 della Torre di Guardia del 1 maggio 1968.

Ciao
Achille
°°Calypso°°
00lunedì 26 settembre 2005 17:47
Re:

Scritto da: Lawey 23/09/2005 9.26
Il disegno di gesù senza barba
viene da una pubblicazione dei tg?

Sembra Superman di profilo!![SM=g27828]

Ciao
LaVey



..e non solo! Sembra un antenato di Ridge!

Credevo che Gesù fosse nato in Palestina, ma forse il CD ha ricevuto dallo Spirito Santo indicazioni di una sua provenienza da Beverly Hills...

ehmmm... volevo dire Brooklyn Height![SM=g27816]
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