In una comunità cristiana che si rispetti esistono sempre delle direttive o delle disposizoni prese, volte al conferimento della decenza al gruppo di appartenenza, così che tutti i membri che vi aderiscono, possano stare in armonia fra di loro, raggiungendo la pace cristiana. Queste direttive possono essere svariate e molteplici. Esse possono comprendere le modalità di convenzione sulla catechesi o ‘prassi di istruzione biblica’, come ad esempio quali cantici cantare, quali preghiere recitare, quanto deve durare la messa (o l’adunanza) e come possono partecipare i fedeli durante lo svolgimento dell’incontro, e anche alcuni aspetti che coinvolgono la vita privata degli aderenti. L’apostolo Paolo, nella scrittura agli Ebrei 13:17, stabilisce un principio valido per ogni comunità cristiana, la cui mancata osservanza conduce alla perdita della pace cristiana nonchè all’insorgere di una successiva insofferenza dei ‘pastori’che si occupano delle anime dei credenti e del ‘gregge’. Ma lasciamo la parola alla Bibbia:
17 Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi. (il grassetto è mio)
Paolo vuol far capire che è necessario essere sottomessi ai ‘pastori’, affinchè ci sia armonia nella Chiesa (o congregazione), così che chi prende la direttiva non sospiri e il gregge conseguentemente ne soffra. A questo punto una domanda sorge spontaneamente: “Fin dove arriva l’obbedienza ai nostri pastori e dove comincia la nostra libertà individuale?”. Questo discorso anche se in forme diverse trae spunto da una serie di post scambiati fra due foristi di un altro forum, io e un Tdg zelante e convinto. Si parla sulla liceità o meno della barba alle adunanze cristiane. Qui in Italia sappiamo che tenere la barba non porta a una conseguenza disciplinaria come la “segnatura” o la “disassociazione”, ma comporta la perdita dei privilegi come il portamicrofonista o l’usciere. Posto il mio preludio iniziale sull’argomento:
Sembra che tutte le usanze e le consuetudini adotte da noi Tdg abbiano sempre un’ampia motivazione frutto di una ricerca non banale e documentata e ampiamente suffragata dalla Sacra Scrittura. Questo non è vero SEMPRE! A volte, i nostri ‘pastori’ si prendono la libertà di dettare delle regole che non hanno nessuna attinenza nè con l’origine di certe usanze nè con la stessa Bibbia. Faccio un esempio: perchè un fratello non puòportare la barba? Dov’è scritto nella Bibbia che la barba non è cristiana?...
... E’ pur vero che in anni recenti, qui in Italia, la barba era sinonimo di trasandatezza e addiritttura di ribellione, ma oggigiorno le cose stanno molto diversamente. Anche gli agenti di commercio e i rappresentanti delle aziende possono avere una barba curata e pulita, il che dimostra che il pensiero della nostra comunità italiana è cambiato al riguardo. Però il divieto della barba continua ad essere un comando talmente importante da npon consentire a chi la porta di avere privilegi in congregazione. Ma sbaglio o i privilegi vengono concessi da Dio? E se Dio non si è espresso, per quale motivo io che porto la barba devo essere punito? Visto che si ha l’abitudine di fare un’analogia coi cristiani del primo secolo, stavolta lo vorrei fare anch’io! E’ vero o non è vero che Gesù e i Cristiani del primo secolo portavano la barba? Dunque, se fossero vissuti ora, il Figlio di Dio stesso e i suoi apostoli sarebbero stati castigati, togliendo loro i privilegi. Ci rendiamo conto di quanto è assurda questa imposizione?
In altre parole, a mio avviso, la direttiva dei pastori sforava nei meriti della libertà individuale dele pecore. Portare o meno la barba è una cosa che ognuno di noi dovrebbe decidere in base ai propri gusti e alle proprie esigenze, visto che non viene violato nessun principio cristiano. Ma l’altro forista vi ravvisava dell’altro. Posto il suo intervento:
Ciao Bikky
Non è che non puoi portare la barba se lo desideri, viene consigliato di non portarla per rendere un immagine più pulita della persona. È un consiglio che puoi accettare di seguirlo oppure di non seguirlo e se non lo segui non sarai disciplinato per questo. Ebrei 13:17 dice:
“Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto”. È vero non riceverai dei privilegi, ma come pensi di poter ottenere dei privilegi se già dimostri di non voler seguire un piccolo principio della congregazione? Se dimostri di non volerti sottomettere ad una questione così secondaria e di poca rilevanza, perchè mai gli Anziani dovrebbero premiarti con un privilegio?
Inoltre Gesù disse
“Chi è fedele nel minimo è anche fedele nel molto”. (Luca 16:10)
non sarebbe questa piccola questione della barba un ottima occasione per dimostrarti fedele anche nelle piccole cose?
Io non ci vedo nulla di scandaloso in questo. Anche se qualcuno non ne riesce a capire il senso, perchè impuntarsi e disubbidire ad una piccola regola e far vedere così che non si è disposti già nelle piccole cose a seguire i consigli?
Poi rispondendo alla mia analogia dei cristiani del primo secolo, cioè che Cristo e discepoli, siccome portavano la barba, si sarebbero visti togliere i privilegi se fossero esistiti in questo tempo, il mio interlocutore posta:
La vedi da un angolazione sbagliata secondo me. A quel tempo la barba era considerata un segno di dignità virile. Ma però cerano degli obblighi da seguire, infatti la legge di Dio proibiva a Israele di tagliarsi le ciocche di capelli “ai lati” fra l’orecchio e l’occhio, e le estremità della barba. E questo perchè presso alcuni pagani quest’usanza aveva carattere religioso e quindi Dio voleva separarli da quel usanza "pagana".
Magari fra gli israeliti poteva pure esserci chi avrebbe voluto tagliarsi le ciocche ai lati, ma avrebbe disubbidito a quel comando. Mettiamo il caso invece che quel comando non ci fosse e in israele si usava radersi perchè non veniva visto di buon occhio chi portava la barba. Pensi che Gesù l'avrebbe portata ugualmente, usando questo particolare secondario per provocare? Non penso proprio!
Il Tdg in questione mi fa quindi notare che in Israele c’erano delle regole da seguire e che quindi non rispettarle avrebbe significato non essere fedeli a Dio, immischiandosi col paganesimo. Da questo quindi se ne conclude, secondo lui, che la barba NON SI DEVE PORTARE PERCHE’ NON E’ SOTTOMISSIONE!
Ora, è evidente che non posso dare torto a questo forista riguardo agli Israeliti, in quanto effettivamente, dovevano seguire certe ristrette regole che limitavano di molto la libertà personale, ma la mia domanda è: con la venuta di Gesù non si è rivoluzionata completamente la concezione di fede religiosa?
Se Gesù ha abolito la vecchia Legge, ha contemporaneamente spostato di fatto l’equilibrio che c’è fra libertà individuale e ubbidienza ai ‘pastori’, dando più spazio alla libertà individuale.
Ne consegue che certe cose di secondaria importanza non dovrebbero essere prese come ‘segno’ di ‘obbedienza’ o meno ai pastori, ma dovrebbero essere ignorate, in quanto concernono parti esclusivamente il libero esercizio del libero arbitrio che il Signore ci ha dato.
Io so che la Chiesa Cattolica sotto questo riguardo concede una libertà che non ha ritegno, in quanto non c’è nessuna regola che dica ai fedeli di portare o non portare certi abbigliamenti o radersi o meno la barba (addirittura vi entra tranquillamente gente con l’orecchino!). Però so anche che in passato si era molto più restrittivi e i partecipanti alla messa dovevano seguire un certo bob-ton cristiano. Nei Tdg evidentemente le cose stanno ancora come stavano nella Chiesa una volta!
Mi domando: sbaglia la Chiesa a essere troppo libertina o sbagliano i Tdg a prendere la creatività, la libera espressione di gusto personale, per ribellione nei confronti dei loro ‘pastori’, quando tale libertà di scelta fuoriesce dai canoni parametrizzati dalla dirigenza?
Foristi di Liberamente, spiegatemi! Ditemi il vostro punto di vista su dove porre il punto di equilibrio fra obbedienza ai pastori e libertà di coscienza!
Grazie!