Il dialogo tra sordi era già iniziato...purtroppo
Mi rendo conto solo ora che il dialogo tra sordi era già iniziato prima di scongiurarlo…
Quando, Polymetis, scrivi
Non hai capito il mio problema
e io ti rispondo che forse sarebbe meglio dire che non ho capito il “problema” di Odifreddi… non sei riuscito a cogliere il mio tono conciliante… Purtroppo con la frase
ho solo voluto far notare che è insensato dire che un logico non possa esaminare la teologia se essa pretende di essere in alcune sue parti alla portata della logica umana e addirittura di poter dimostrare l’esistenza di Dio
mi fai notare che non solo non hai capito tu il mio problema, non solo non hai capito il problema di Odifreddi, ma non hai capito il problema in se… infatti, per farti capire meglio la cosa senza essere troppo esplicito e cercando di mantenere un tono conciliante ho ribadito
Già, ma la logica può avere campi d'azione diversi. Difatti lui è un logico della matematica che vorrebbe applicare tali principi logici a categorie d'indagine diversa
Quando poi scrivi
non ho detto che l’essenza di Dio sia alla portata della nostra ragione
Hai banalizzato l’argomento talmente tanto che non so se continuare… comunque, la speranza è sempre l'ultima a morire. Sappi che commetti un “quasi” errore… perché l’uomo è anche Capax Dei cioè è capace di Dio. E ogni volta che l’uomo impara e percepisce qualcosa di Dio lo percepisce e lo impara nella Sua essenza senza che quest’ultima possa cosificarsi, reificarsi, entizzarsi…Non c’è in Dio un aspetto che si può definire marginale e che non sia al tempo stesso centrale, ma ogni aspetto “marginale” è parte dell’ essenza di Dio.
Tuttavia, questa conoscenza che noi abbiamo per grazia della rivelazione sfocia nella “infinita differenza qualitativa” cara a Kierkegaard, senza però esaurirsi lì. Dio non è solo il totalmente Altro, ma si fa conoscere in un gioco di Rivelazione, un vedo colgo e non vedo, Re-velatio.
Il linguaggio è allora al tempo stesso il luogo privilegiato dell’avvento dell’essere e la ripetizione del suo esodo: ri-velazione nel doppio senso dell’offrirsi presente del velato e del nuovamente velarsi del nascosto. In sostanza non c’è identità totale tra Dio e l’essere e quindi il termine "essere" potrebbe non essere pertinente in teologia, ma il termine è pertinente per fare esperienza di Dio; purtroppo la tentazione è di ridurre Dio ad uno degli enti (come vorrebbe Odifreddi) ed è questo il suo problema che secondo me ti è sfuggito. Questo è il piano in cui si muove tutto il suo libercolo "i vangeli secondo la scienza".
Altro problema di Odifreddi è di far capire alle persone alle quali parla che la Teologia odierna è ancora ai tempi delle definizioni anselmiane. Questa è la chiara incompetenza.
Il tuo post inizialea diceva
Perché quando la teologia utilizza la filosofia pretende di fare discorsi logici, e Odifreddi, che è dottore in logica, non è d’accordo
Mi potrò anche sbagliare ma ad un certo punto da che scrivi una giustificazione alla pertinenza della critica di Odifreddi della teologia “la teologia
utilizza…
pretende…
non è d’accordo” passi ad un “la teologia
ha spesso usato”. Probabilmente mi sbaglio ma io vedo una bella differenza. Se dall'inizio avessi preso una posizione di giustificazione alla pertinenza di Odifreddi della critica della teologia con il senso che lui si riferisce solo ad una teologia anselmiana... sarei balzato meno in alto dalla sedia. Senza contare il fatto che Odifreddi è veramente e seriamente convinto che la teologia
di oggi rispecchi definizioni ancora anselmiane… come hai detto bene tu
Odifreddi ha una cultura umanistica raffazzonata
Poi...
e lo sappiamo
Lo sappiamo chi? Certo che non emerge con evidenza se scrivi che non lo condividi ma che il libro è piacevole a leggersi! Io quasi ad ogni piè sospinto cercavo un angolo della camera dove poterlo scagliare... eccetto per alcuni spunti interessanti.
Quando scrivi che
anche Paolo lo sostiene in Rm 1…
Ma de che? Capisco le strumentalizzazioni che sono state fatte nel passato del passo in questione e forse qualcuno strumentalizza il passo anche nel presente (Odifreddi)… povero chi ci casca. Ti rimando a una ricerca personale, se ti piace, perchè per parlartene anche a grandi linee e con serietà ci vorrebbe un altro 3D per spiegare il contesto in cui Paolo si muove, a chi si rivolge, perché, lo stile e poi tutto il rosario delle possibili interpretazioni. Ma non è il caso. Quindi desisto dal commentare e lascio perdere perchè non ne vale la pena.
Scrivi anche
sotto questo profilo se la teologia pretende di avere le prove razionali e logiche dell’esistenza di Dio … allora è alla logica che deve rispondere.
Non sono d’accordo. La logica può arrivare fino ad un certo punto, ma la Teologia svolge già un cammino indipendente dalla logica. Consiglio l'abbonamento alla rivista quadrimestrale "Filosofia e Teologia". Ci si tiene aggiornati. L’esigenza è quella di una logica che vada oltre la logica. Non è più il campo di Odifreddi anche se il libro "i vangeli secondo la scienza" vuole tirare per quello.
Quindi Polymetis, visto che il libro “i vangeli secondo la scienza” si basa su argomenti datati con argomentazioni datate al fine di stupire chi ci vuole cascare, senza dire che la Teologia odierna ha abbandonato i balbettii di un tempo per trovarne nuovi e più “ragionevoli” su Dio, visto che un autore come Odifreddi afferma che vuole districare l’ “Ente” attraverso la matematica che è l’unica forma di religione usando le suddette argomentazioni, mi sembra insensato dire che la cosa sia
pertinente al suo campo di studi
perché non lo è.
Concludo coerentemente dicendo che Odifreddi è geniale nel suo campo. Egli è
un logico della matematica che però vorrebbe applicare tali principi logici a categorie d'indagine diversa. Che resti allora nel campo della logica matematica
E che se uno ha 8 euro da spendere li spenda su giornaletti di “Topolino” almeno quelli fanno ridere sempre ma è con le figure a colori
Ogni bene
Marcuccio
[Modificato da =Marcuccio= 11/03/2007 16.13]